Racconti nella Rete 2009 “Le mani” di Alessandra Ponticelli Conti
Categoria: Premio Racconti nella Rete 2009La donna entrò nella sala d’aspetto. Si guardò intorno. Le persone sedute le sembrarono subito familiari. Si sedette anche lei. Le osservò ad una ad una :”Devo averle già viste -pensò- ma quando? Forse l’anno scorso, forse due anni fa … forse dieci, ma dove?”. Col pensiero, come se avesse premuto un tasto della memoria, ripercorse in velocità all’indietro tutti gli anni della sua vita. Rivide in un flash il giorno nel quale, per la prima volta, ancora giovane, aveva varcato la porta di un ambulatorio di reumatologia.
Di colpo il suo respiro si arrestò e sentì come un ago che le si conficcava nel torace. Con lo sguardo continuò ansiosamente a indagare quelle facce. Le scrutò, le penetrò; cercò nella mente un’immagine, un luogo per poterle collocare in un momento preciso nel tentativo disperato di dare loro un’identità. Non riconobbe nessuno.
Un senso di vuoto la pervase e si accorse di essere stanca, molto stanca. Socchiuse gli occhi. In lontananza le parve di udire qualcuno che stava suonando l’Appassionata di Beethoven. Immaginò di vedere, al di là di una delle tante porte che si affacciavano sulla stanza, una bambina a sedere su uno sgabello davanti a un pianoforte. Si rammentò di un panchetto verde, quello della sua infanzia; rivide per un attimo la sua insegnante di musica seduta accanto a lei che le stava dicendo:”Devi piegare bene le dita e tenere i polsi sostenuti … Dai, riproviamo!”.
Com’era dolce la signora Antonietta! Piccola, con una faccina tonda tonda avvitata su un corpicino altrettanto rotondo. “Non distrarti! E cerca di mettere bene le dita!”.
Ad un tratto una porta si aprì. La donna si guardò le mani. Le immaginò libere di correre sulla tastiera; avanti e indietro, avanti e indietro. Le vide improvvisamente prendere il volo, sollevarsi a mezz’aria, cominciare a danzare … pollice con pollice, indice con indice. Chiudersi e schiudersi in grandi giri di valzer, piegarsi, chinarsi, fare ampie giravolte per poi allungarsi su, su, fino a raggiungere il soffitto. Immagini deformate come le sue mani artritiche.
Dalla porta un medico disse:” Prego, signora, si accomodi”. La donna rimase immobile a fissarsi le mani. Sperò per un attimo di vederle di nuovo volare sui tasti. “Signora, presto!”, gridò il dottore. La donna non si voltò, restò ferma a osservare come incantata quelle povere falangi gonfie e storte e le vide danzare ancora. Una grande felicità l’attraversò e si sentì stringere come in un grande abbraccio. Ebbe la sensazione di prendere il volo e, chiusi gli occhi, si lasciò andare.
Alessandra Ponticelli Conti si è laureata in Lingue e Letterature straniere presso l’Università di firenze. Docente di lingua e letteratura francese, è ora traduttrice. Ha soggiornato a lungo in Francia dove ha condotto ricerche presso la Biblioteca Nazionale e le altre principali biblioteche di Parigi. Per le edizioni Città nuova ha tradotto dal latino i testi pubblicati nel volume”Pellegrinaggi a Roma”, a cura di M.Miglio, Roma, 1999.E’ in corso di stampa la sua traduzione dal francese del volume di Jean-Yves Frétigné, ” Azione e pensiero”.Una biografia ideologica di Giuseppe Mazzini “. Appassionata di scrittura, ha pubblicato il racconto ” L’omino” su ” la Nazione ” del 3 agosto 2008 per il concorso ” Il raccontino “. Ama la letteratura dell’assurdo e adora Albert Camus del quale ha fatto sua l’affermazione “La nostra sola giustificazione, se ne abbiamo una, è di parlare in nome di tutti coloro che non possono farlo”( A. Camus, L’artiste et son temps,1953).