Premio Racconti per Corti 2012 “Lo spread” di Giulio Alberti
Categoria: Premio Racconti per Corti 2012Una coppia di trentenni, Carlo e Simona, sta percorrendo in automobile un viale di periferia. L’Unione Europea è crollata, l’Italia è diventata un protettorato tedesco e tutto si misura con lo spread. Si notano dappertutto i segni della germanizzazione: concorsi a premi con in palio autoclavi piene di birra, un viale intitolato a Franz Beckenbauer, una statua dell’ispettore Derrick, i sindaci delle città ribattezzati borgomastri. Alla radio il bollettino economico annuncia che lo spread fra patate italiane e tedesche ha toccato il minimo storico. Carlo e Simona vogliono cogliere al volo l’opportunità di comprare le patate approfittando del basso prezzo e si mettono alla frenetica ricerca di un banco di frutta e verdura. Dall’automobile ne vedono uno che ha ancora alcune patate in vendita, notano inoltre una vecchia signora che si sta avvicinando allo stesso, forse per comprare. Accostano lasciando il motore acceso e attraversano la strada correndo verso il banchino. Carlo fa cadere intenzionalmente la vecchia signora fingendo di inciampare, Simona la supera e si precipita a comprare le poche patate rimaste. Nel frattempo un malintenzionato si avvicina all’automobile della coppia per rubarla. Carlo e Simona, vedendolo, attraversano di corsa la strada per metterlo in fuga. Il ladro fugge a piedi, Carlo e Simona vengono investiti in pieno da un furgone e sbalzati lontano. Giacciono immobili. Il furgone termina la corsa contro un muro e dal retro cadono sull’asfalto centinaia di patate. La vecchia signora comincia a raccoglierle. L’autista del furgone è ferito e immobile, l’autoradio è ancora accesa. Il notiziario sta annunciando che la Polizia è alla ricerca di un furgone che ha attraversato la frontiera fra Sud Tirolo e Italia: trasporta un carico di patate all’interno delle quali, per sfuggire ai controlli, è occultata la cosiddetta “droga dello stupro”. Si tratta di una sostanza inodore ed insapore che, se ingerita, rende le donne estremamente disinibite. La vecchia signora riempie di patate una busta, ignara del loro contenuto. Si dirige verso l’automobile di Carlo e Simona, sale e la ruba partendo a gran velocità con lo stereo a tutto volume, soddisfatta per l’insperato bottino.
Graaaaaaaaaaaaaaande!! Questo racconto è spettacolare!!!
Graaaaazie!!
buona fortuna per il concorso!
Questo racconto mi piace : è sagace e divertente, finora, tra quelli letti, uno dei miei preferiti. Ma, perdonami, l’immagine della vecchia che va contenta incontro ad uno stupro non mi piace molto…Perché proprio la “droga dello stupro”?
Ciao, ti ringrazio per il commento e le osservazioni. La vecchia non va assolutamente incontro ad uno stupro, per carità! Questa droga purtroppo esiste veramente, è chiamata così perchè è stata usata da malintenzionati per abusare di ragazze, facendo loro perdere il controllo. Cosa orrenda e nauseante. Nel caso del corto però non c’è stato e non ci sarà nessuno stupro: la vecchia, ignara del contenuto delle patate, le mangerà e, senza volerlo né saperlo, assumerà anche la sostanza stupefacente. Un po’ quello che accade nell’Erba di Grace, se proprio volessimo fare un paragone cinematografico, anche si tratta di situazioni diverse. Ma il corto finisce prima, quindi come si divertirà la vecchia è qualcosa che viene lasciato all’immaginazione dello spettatore. Tieni conto che tutto il corto (nella sceneggiatura si capisce più chiaramente che nel soggetto) è abbastanza surreale. Ciao e grazie del commento!
Il racconto è molto simpatico e ha il pregio di presentare pure una doppia chiave di lettura.
La consistente patina di umorismo sta quasi ad esorcizzare uno scenario futuribile che speriamo resti tale solo nella fantasia.
Ma l’immagine dei due protagonisti, alla frenetica ricerca di un negozio per approfittare dello spread basso, è realismo puro.
Purtroppo, pure la scena della vecchina che raccoglie le patate “della disinibizione” è realistica, nella sua comicità.
Speriamo che almeno lei tragga motivi di divertimento da questa versione “orrorifica” dell’Italia diventata protettorato tedesco.
Le autoclavi di birra come premi nei concorsi e le statue dell’ispettore Derrick lungo le strade valgono da sole “il prezzo del biglietto” di questo bel racconto.
Ma, se proprio dobbiamo finire così, almeno mettiamoci pure qualche mezzobusto di Claudia Schiffer.
Adesso vado a mangiarmi un bel purée.
A proposito, dopo la Grecia tocca a noi.
A giocare contro i tedeschi all’Europeo, intendo.
E pensare che, se ci battono (speriamo di no), dopo incontreranno pure la Spagna (oppure il Portogallo).
A volte la realtà è davvero più incredibile di qualunque paradosso.
Ti ringrazio della bella analisi che hai fatto.
Fra parentesi la tua citazione dei campionati europei calza proprio a pennello. Nemmeno a farlo apposta, con la Germania sono in ballo tutti i cosiddetti PIGS: Portogallo, Italia, Grecia (la prima a saltare) e Spagna. Coincidenza quasi incredibile! Ma a parte questo, la cosa che fa più pensare è che siamo ridotti talmente male, che sembra che l’unica speranza di rivincita che ci resti sia vincere una partita di calcio. Vedere i greci che speravano con tutta l’anima di battere i tedeschi, come se questo avesse potuto cambiare di una virgola la loro tragica situazione e l’impari rapporto di forze con la Germania, è stato uno spettacolo davvero penoso. Ripensando a cosa furono un tempo i greci, mi viene da pensare: sic transit gloria mundi.
Grazie per il tuo bel commento, e comunque al di là delle mie noiose elucubrazioni giovedì sarà impossibile non tifare per l’Italia!
Ciao!