Premio Racconti nella Rete 2012 “La scopa di Cenerentola” di Daniela Casini Manciocchi (sezione racconti per bambini)
Categoria: Premio Racconti nella Rete 2012“Chi è Cenerentola?”
“Ma come sarebbe a dire chi è Cenerentola!? Tutti sanno chi è Cenerentola! Ma non tutti sanno quale fu il vero, l’unico autentico segreto di Cenerentola. Questa è la storia di quel segreto.”
Nelle lunghe ore trascorse davanti al focolare a rimestare eterni pentolini e pentoloni, alla fine di giornate passate a compiere sempre i soliti monotoni lavori, Cenerentola non sapeva che fare, con chi parlare: unica sua compagna, discreta, immobile, silenziosa, era la sua fida scopa. Cenerentola non sapeva leggere né scrivere e conosceva così poco del mondo fuori della sua cucina; ma, appena chiudeva gli occhi, un universo fantastico le veniva incontro, offrendole colori, luci e immagini meravigliose, e dal buio e dal silenzio ella sapeva estrarre suoni, armonie e straordinarie cose. Cenerentola ne parlava con la sua scopa, a lei raccontava, con lei si confidava, e la scopa ascoltava.
Finché una sera, un po’ per scherzo un po’ per ingannare la noia nell’attesa della cena da servire, Cenerentola prese un coltellino affilato e provò a incidere qualcosa sul grosso manico della scopa. Titubante, la mano incerta, alla prima scalfittura si accorse che era facile: non avrebbe mai sospettato che potesse essere così facile! Si fece prendere la mano dall’entusiasmo e tracciò alcuni ghirigori. Il risultato le piacque; insisté; cominciò a dare libero sfogo alla sua fantasia; immaginò disegni possibili, possibili intrecci. Un abbozzo di progetto prese forma dentro di lei.
Da allora in poi, ogni sera, di fronte al focolare, puntuale come a un appuntamento d’amore, Cenerentola si ritrovò con la sua scopa per continuare il suo lavoro d’intaglio; e ogni sera, fra una rimescolata e l’altra, l’intaglio si arricchiva, si affinava, s’impreziosiva, sotto il tocco paziente e leggero della fanciulla. Ma l’intaglio da solo non bastava a soddisfare la sua ansia di bellezza: qualcosa mancava a completare l’opera.
Andando al mercato, in farmacia, per strada, dovunque le sue mille incombenze la portavano, Cenerentola occhieggiò e curiosò qua e là, finché vide e imparò abbastanza da tentare l’esperimento che aveva in mente.
Usando vecchie tazze e piatti sbeccolati, rimestò terre diverse, succhi di frutta, petali di fiori, avanzi di colori trovati sui bordi delle strade o in mezzo alle piazze o sui prati, buttati da pittori distratti o spreconi. Tentò e ritentò senza farsi scoraggiare dagli insuccessi, osò miscugli strani, e finalmente ottenne i colori che aveva sognato. Poi con altrettanta pazienza esercitò la sua mano inesperta, fino a quando si sentì pronta e sufficientemente sicura. Allora, servendosi di pennelli fatti intrecciando fili strappati alla frangia della scopa, cominciò a decorare gli intagli, passando e ripassando con il colore, fino a raggiungere il risultato voluto, con la pazienza devota e infinita di un antico miniatore.
La scopa pareva tenesse il fiato sospeso per l’emozione, complice dell’opera che avrebbe fatto di lei, vile strumento di umile lavoro, un oggetto d’arte senza uguali.
Nessuno in casa si accorse di questa progressiva trasformazione. Nessuno in casa prestava attenzione a Cenerentola, e meno che mai alla sua scopa. Nessuno guardava mai Cenerentola mentre faceva le sue faccende, e, finite queste, ella aveva cura di riporre la sua scopa, con i suoi modesti attrezzi da lavoro, in uno stanzino ben chiuso, in cui metteva piede soltanto lei.
La scopa non era ancora finita, quando il Principe dette il famoso ballo. La Fata Madrina arrivò puntualmente e tutto avvenne proprio come raccontano – la zucca, i topi, la scarpetta di vetro, l’incantesimo di mezzanotte, eccetera – e il Principe chiese la mano di Cenerentola. Ma lei non disse subito di sì, e questo è il segreto custodito tanto gelosamente: il vero segreto di Cenerentola!
Cenerentola non disse subito di sì, perché non sapeva come fare ad abbandonare la sua amatissima scopa! E non sapeva come fare a spiegarlo al Principe! Insomma, si trovò di fronte a un terribile dilemma.
Il Principe era molto bello e molto innamorato di lei, e anche Cenerentola era molto innamorata di lui, ma come poteva lasciare la sua scopa? E come poteva presentarsi a Corte con la scopa in mano? Cenerentola si vergognava tanto della sua ignoranza, sapeva di non essere degna dell’onore che le veniva fatto, temeva i pettegolezzi degli invidiosi. Una principessa che arriva con la sua ramazza: che ignominia per quel magnifico sposo che tutte le più nobili ragazze del regno avrebbero sposato di corsa, senza pensarci su un solo momento! Ma come fare?
Il Principe, perplesso e un po’ offeso per quello strano comportamento di Cenerentola, che peraltro pareva innamorata quanto lui, decise di venire a capo della situazione: volle rendersi conto di persona del mistero, se mistero c’era. Così una sera si avviluppò in un mantello da viandante e si avvicinò di nascosto alla casa di Cenerentola, dall’entrata di servizio, quella che portava direttamente in cucina. Subito sentì la voce dolcissima di lei che parlava affettuosamente con qualcuno. Ma con chi? Per quanto ne sapeva lui, non c’era nessuno in quella casa a cui Cenerentola fosse particolarmente affezionata. Ingelosito, il Principe scordò il travestimento, irruppe nella cucina con modi ben poco principeschi… e vide!
Cenerentola dapprima sussultò di paura, poi arrossì di vergogna; infine l’espressione sbigottita sul viso del suo innamorato così ridicolmente abbigliato la fece scoppiare in una sonora risata. Il Principe rise con lei, e allora divenne facile spiegare tutto: della scopa, dei colori, di se stessa, del disegno, della sua incertezza, dei suoi sentimenti, dei suoi antichi sogni.
Il principe ascoltò e comprese: ammirò il magnifico lavoro e trovò la soluzione, che fu semplice e geniale; e lei lo ammirò e lo amò ancora di più per questo. Egli strappò tutta la frangia della scopa, salvando solo il bastone; con strumenti improvvisati ne lisciò il fondo alla perfezione. Nei giorni successivi, seguendo le indicazioni del suo fidanzato, Cenerentola dipinse con l’oro e l’argento che lui le fornì la porzione di legno che era rimasta senza colore, e quello che alla fine di tanto lavoro rimase fu lo scettro più bello e originale che Regina potesse vantare!
Adesso non c’era più motivo di esitare: Cenerentola non doveva scegliere se rinunciare all’amore o alla scopa. Ella se ne andò di casa abbracciata al suo Principe e alla sua… principesca scopa!
E quando salì all’altare, radiosa e splendida nel magnifico abito bianco, calzando le famose scarpine di scintillante cristallo, con il bouquet da sposa costruito intorno al suo regale scettro-manico di scopa, tutto il popolo esultante adorò subito quella futura Regina artista e innamorata!
Complimenti! Una fiaba deliziosa 🙂
Un racconto davvero carino! Complimenti!