Premio Racconti nella Rete 2012 “Il sesso della Neve” di Marta Santomauro
Categoria: Premio Racconti nella Rete 2012Amore mio, ho tante cose da dirti e poco tempo per farlo.
Questa voce in sottofondo cerca di saccheggiarmi l’attenzione, ma i minuti corrono e voglio stare solo con te.
Ancora non lo sai, ma il tuo primo giorno di scuola, ti raccoglierò i capelli biondi in una lunga treccia. Ci perderemo almeno mezzora davanti allo specchio perché tu non starai ferma per l’agitazione e io continuerò a disfare e intrecciare cercando la perfezione.
Allaccerò uno a uno tutti i bottoni del tuo grembiulino azzurro, fuori e dentro ogni asola, e tu indosserai le scarpette rosse che una volta erano mie.
Sarai una principessa il giorno in cui inizierai a conoscere il mondo.
Tornerai a casa disegnando arcobaleni e io ti insegnerò a metterci nuvole di zucchero filato intorno, come ho imparato dai cartoni animati degli anni Ottanta, quelli felici con gli orsetti profumati e senza pensieri.
Scordati i giocattoli di oggi, stupidi e maliziosi, sono utili solo a far crescere puttane.
Tu conoscerai l’ingenuità più assordante, perché dovrai sapere davvero cosa significa essere puliti e intatti.
Ci penserà tutto il resto a indurirti e devastarti.
Poi una volta ti comprerò un cappellino di paglia, con un enorme fiore arancio sopra, degli occhialetti da sole in plastica fucsia arrivati direttamente dalla Cina, e ti porterò al mare, con la macchina che sfreccia e i finestrini giù.
È una cosa della vita che non si può perdere, il mare, e non solo per l’acqua che non finisce mai.
L’odore del sole sulla pelle ti farà impazzire e mi costringerai a inseguire il vento per ore, correndo sulla sabbia umida, che alla fine non avrò più fiato e ti calmerò solo con un enorme gelato. Ogni volta che prenderai il gelato, lo vorrai alla nocciola e al pistacchio, perché ti piaceranno i gusti dolci solo per finta, a un certo punto imparerai anche a non sbrodolarlo tutto sulla pancia nuda e me lo farai notare, soddisfatta.
Noi saremo uguali, solo io più grande e tu un po’ più piccola, con gli stessi riccioli lunghi e scomposti e le lentiggini che spuntano solo a comando dei raggi del sole. Diventeremo come quelle cose che non si possono separare mai, altrimenti muoiono.
Crescerai sempre più in fretta, senza neanche accorgertene, ti spunteranno le tettine e il tuo corpo diventerà di una forma diversa da quella a cui sei abituata.
Ti insegnerò tutto quello che ho imparato a mie spese, perché nessuno dovrà fregarti.
Ora sei solo un fagiolino che nuota dentro di me, ma io so che sarai femmina.
Ti chiamerò Neve.
E non perché sarai soffice e delicata, ma perché saprai essere fredda e silenziosa.
Neve, amore mio, ti calpesteranno e ti sporcheranno, con così tanti piedi infami che ne perderai il conto.
Ma quando succederà, io ti avrò già lucidato l’armatura.
Fredda e silenziosa.
La prima cosa vera che ti spiegherò riguarda l’amore.
L’amore lo facciamo, perché non esiste.
Ficcatela bene in testa questa cosa.
Quindi, prima di pensare di fare l’amore, imparerai a fare sesso.
Non credere, mai e poi mai, di poter amare qualcuno che ti ami allo stesso modo tuo, perché se ne andrà prima che tu possa accorgertene.
Ti ameranno solo quando sarai capace di non amare.
È la vita ti sghignazzerà in faccia mentre succederà il tutto.
Non aspettare nessun principe azzurro, nessun momento giusto.
Sono tutte puttanate che fanno ammalare la gente.
Fai sesso, fallo il più presto possibile, godi del tuo corpo, usa e riusa il corpo degli altri, non perdere neanche un secondo della felicità che può darti.
Ma non credere che sia amore.
Il sesso non è amore.
Prendi e lascia senza guardare in faccia, dovrai essere spietata.
Ho scelto il bianco per te, sarai eroina pura.
Ti farai desiderare al punto da far scoppiare emboli nella testa di chi non potrà far più a meno di te.
E ti sottrarrai e tornerai fino a che si paralizzeranno in un’overdose senza ritorno.
Ama solo te stessa.
A costo di sembrare un mostro.
Potrai sempre aggrapparti al tuo palloncino pieno zeppo di elio e volare via senza lasciare biglietti di scuse.
Saremo uguali in tutto, solo che tu ti saprai difendere.
Non permettere a nessuno di farti distruggere come hanno fatto con me.
Che ho diciotto anni da tre mesi, un sacco di frottole nelle orecchie e il seme di un uomo che non ci vuole nella pancia.
Questo è solo l’inizio di quello che devo dirti.
Ma la voce lenta di fronte a me si è azzittita e mi sta porgendo una bic nera.
Tempo scaduto.
La verità è che anche se proverò a insegnarti tutto, ci sarà sempre qualcuno che riuscirà a farti male e divorerà i tuoi sogni.
Senza pietà.
Voglio essere io la tua carnefice spietata.
Ora che so di essere sporca.
La vita è troppo difficile, Neve, per piccoli fiocchi del cielo come te.
Per questo adesso firmerò il foglio che questa donna con il camice bianco e gli occhi seri mi sta porgendo, con mani sconfitte.
È un foglio triste, senza colori, rigido come sanno esserlo solo i modelli da compilare.
Nella costellazione di caratteri in bianco e nero riesco a leggere solo una sigla.
IVG.
Significa Interruzione Volontaria di Gravidanza.
Te lo dico perché voglio che tu sappia tutto.
Un attimo e sarà tutto finito, non avere paura.
Ci vediamo in Paradiso, amore.
Sempre se mi faranno entrare.
Racconto forte, ben congegnato, scritto in uno stile stringato molto efficace.
Brava, non era semplice trattare un argomento così delicato senza cadere in eccessi sgradevoli.