Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Racconti nella Rete 2009 “In riva all’oceano semighiacciato” di Edoardo Federici

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2009

Ormai non c’era più nulla da fare. Per salvare il Nord dai Velta era necessario agire. Sebbene la precedente notte ci avesse rimuginato a lungo, ebbe un attimo di incertezza. Scosse la testa, scacciando quei pensieri. La decisione ormai era presa: non si poteva più tornare indietro. Infatti la carovana stava cominciando a muoversi.

Lui, Brandon 2°, sacerdote di Ulmest, figlio di Decimus, un lord del centro-nord, della dinastia dei Durtstarv stava lasciando la sua terra natale per raggiungere l’Oceano Semighiacciato per sconfiggere in duello l’anima della guerra dei Velta: il Cavaliere di Serpente Deiza.

La carovana giunse presto alla meta. Nel frattempo Brandon stava riposando per affrontare al meglio il nemico. Appena scese dalla carovana una folata di vento gelido gli scompigliò i capelli bianchi e lo fece rabbrividire .

Guardò dritto davanti a sé: vide una sconfinata distesa d’acqua in burrasca con al centro una lastra di ghiaccio di cui non si scorgeva la fine.

Il ghiaccio mandava riflessi accecanti, ma dopo pochi minuti i suoi occhi si abituarono.

Improvvisamente un ruggito squarciò l’aria e pochi istanti dopo un enorme serpente marino dalle squame marroni lucenti emerse dall’acqua con in groppa un uomo dalla pelle verde smorto e i capelli arancioni: era Deiza.

Appena Brandon lo vide il suo cuore perse un colpo e mormorò una preghiera a Ulmest. Deiza, scorgendolo, con voce melliflua disse: “Prega pure tanto non ti servirà a nulla” e con un unico balzo si trovò di fronte a Brandon.

Quest’ultimo chiuse gli occhi e cominciò la sua litania: ripeteva continuamente RHAVOR  DU ASSEIN. Dopo pochi secondi Deiza perse la pazienza e gli assestò un pugno alla mandibola. Quest’ultima scricchiolò, Brandon gemette per il dolore, ma continuò a mormorare quelle parole.

Deiza si infuriò ancora di più e lo colpì ripetutamente all’addome. Un fiotto di sangue uscì dalla bocca di Brandon. RHAVOR  DU  ASSEIN, RHAVOR  DU  ASSEIN.

Allora Deiza perse le staffe e preso Brandon lo spinse con rabbia sul ghiaccio. Quest’ultimo, incurante del dolore, continuava a recitare la formula.

Wynaris, il serpente marino di Deiza, capì le intenzioni del padrone e preso Brandon si immerse nelle profondità marine. Dopo diversi secondi Wynaris riportò il sacerdote in superficie, sul ghiaccio.

Dal canto suo Brandon continuava a recitare la formula; con grande fatica si alzò in piedi e ripeté la cantilena con una tonante voce rauca.

Deiza, con un sorriso da far gelare il sangue nelle vene, disse: ”Sapevi che saresti morto quindi hai cominciato a pregare fin da prima dell’inizio della lotta. Ahahah!”.

Saltò in groppa a Wynaris e si lanciò all’assalto con la lancia dritta davanti a sé. Brandon aprì gli occhi e vide la punta della lancia sempre più vicino a lui; mise il braccio sinistro davanti e la lancia lo trapassò da parte a parte; non sentì nulla. Il ghiaccio si tinse di rosso.

Allora disse a voce sempre più alta e stabile: ”Deiza, ora che il sangue per Ulmest è stato versato, prega tu piuttosto! Linfa Insanguinata!” e pronunciando queste parole colpì con la mano destra il petto dell’avversario. Fu un gesto di estrema fatica poiché le ferite riportate si facevano sentire e il braccio cominciava a pulsare. Eppure era quello il prezzo da pagare per la formula, lo sapeva. Deiza stramazzò al suolo, senza un lamento. Fortunatamente  era rimasto confuso quando il suo attacco era stato fermato e, infatti, non aveva avuto il tempo di reagire. ‘Mio padre sarà fiero di me ’ pensò il sacerdote. Questo fu l’ultimo pensiero coerente che ebbe prima di svenire.

Di ciò che successe dopo Brandon ebbe solo ricordi confusi. Rammentò un drago che lo afferrava e un sacerdote che recitava una formula di guarigione.

Quando si svegliò provò immediatamente a muovere il braccio sinistro, ma si accorse che gli rimaneva solo la spalla.

Ebbe un tuffo al cuore.

Perdendo un braccio era riuscito a uccidere Deiza e a far sperare ancora il Nord e a risollevare il morale dei suoi abitanti.

Il suo braccio sinistro era stato un prezzo equo da pagare per la possibile salvezza della sua gente.

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