Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Racconti nella Rete 2009 “La ragazza con la puzza sotto il naso” di Lucio Basile

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2009

Dedicato alle persone con la puzza sotto il naso, involontarie vittime del loro circoscritto modo di vedere le cose. Ma anche per loro c’è la possibilità di guarire….

 

La ragazza con la puzza sotto il naso

 

Un appuntamento con il Professor Schlesinger attendeva, a Berna, Caterina e Giorgia, madre e figlia, accompagnatrice e paziente. Schlesinger era un otorino di grande fama, specializzato in olfattologia.

Il problema che affliggeva Giorgia era di difficile soluzione e tutti gli otorini consultati non le avevano dato spiegazioni soddisfacenti. Tramite internet era venuta a sapere di questo svizzero che aveva dedicato gran parte dei suoi studi alla olfattologia, lo studio degli odori.

Venne il giorno dell’appuntamento e le due si presentarono vestite di tutto punto, con nulla di scomposto. Il professore, invece, di composto non aveva nulla: capelli neri arruffati e un po’ oleosi, occhiali alla Onassis, camicia a fiori aperta sul petto peloso parzialmente nascosta da un camice troppo abbondante.

Quando le due signore entrarono, Schlesinger si alzò e le accolse con modi più che familiari, quasi camerateschi: parlando a voce alta, fissando con occhi scuri intensi gli occhi ma anche il resto delle due interlocutrici, scherzando sul tempo bizzoso della Svizzera e sulla precisione dei suoi abitanti, facendo il galante.

Giorgia rimase interdetta di fronte a una persona che si sarebbe aspettata diversa; pensò che un luminare svizzero non poteva, fisiognomicamente parlando, essere assimilabile più alla specie mediterranea che a quella sassone. Pensò agli scherzi della genetica e a quanto fossero anti-estetici certi risultati, senza però essere nemmeno sfiorata dall’idea della purezza delle specie. Un uomo così per essere preso in seria considerazione dal suo non certo minuscolo Io avrebbe dovuto dimostrarle infinita competenza sul quesito medico che si accingeva a sottoporgli.

Il caso fu sottoposto, con proprietà di linguaggio e sicurezza espositiva invidiabili, da Caterina, la madre. Il professore ascoltò e riassunse tutto il racconto in una frase:

-dunque, lei signorina Giorgia ha quella che si dice “puzza sotto il naso”-.

 Giorgia fu infastidita da quella semplificazione eccessiva e un po’ volgare, ma non poté negare che quelle quattro parole  “puzza sotto il naso” sintetizzavano appieno il suo problema.

Schlesinger  spiegò che alcuni soggetti (una cinquantina nel mondo i casi descritti in letteratura), sulla superficie della mucosa nasale, hanno alcuni strani recettori olfattivi, testimoni di una probabile mutazione genetica. Tali recettori afferiscono ad un centro nervoso, vicino l’ippocampo, che nella maggioranza degli individui non ha alcuna funzione, ma che in questa cinquantina di individui ha recuperato la funzione che aveva cinque milioni di anni fa, quando l’uomo  era chiamato “australopitecus” ed era molto più simile alla scimmia. La soglia di sensibilità di tali recettori è un milione di volte più bassa dei recettori normali; questo significa che un odore qualsiasi viene apprezzato da questi individui con una intensità un milione di volte superiore al normale.

“Anche l’odore più buono quando è troppo intenso nausea” riassunse ancora il professore con efficace sintesi.

Giorgia non fu affatto contenta di possedere, sola con altri cinquanta australopitechi, un residuo evoluzionistico talmente ingombrante. In quell’istante avrebbe voluto uccidere Schlesinger per l’affronto subito, ma ricorse all’arma segreta, l’osservazione tenuta nascosta persino alla madre e che avrebbe messo in difficoltà il professore.

-E come spiega lei che quando sto con certa gente, nobili dai ¾ in su non avverto alcun disturbo?- disse la ragazza all’illustre luminare.

 La madre la guardò strana e fu colta dal dubbio di aver sbagliato specialista. Il professore la guardò come un padre guarda una figlia capricciosa e disse:

-Guardi signorina, lei deve sapere che tutti gli esseri umani emanano odori perché producono molecole odorose, capaci cioè di attrarre individui della stesse specie per scopi a volte molto piacevoli. Alcune persone, per effetto di una mutazione genetica, proprio come è successo a lei per altri problemi, non producono molecole e quindi non emanano odori. Il caso ha voluto che questa cosa succedesse, dalle sue parti, a un ascendente dei Gonzaga e si perpetuasse fra i tanti discendenti di quella nobile famiglia. Se viene a contatto con un individuo che non produce molecole odorose lei non avrà alcuna sensazione spiacevole. Il vostro è un incontro tra persone speciali-. Fu sconcertata da quanto era venuta a sapere e convenne con la spiegazione dell’otorino: lei quando frequentava Stefano Gonzaga stava bene. Ora capì anche perché non fu mai sessualmente attratta dal bel nobile, mentre Pasquale Cupiello, praticante squattrinato come lei in uno studio legale, doveva produrre molecole in grande quantità perché quando lo vedeva era si pervasa dalla puzza ma anche da grande, grandissima attrazione.

 Il professore prevenne le due donne, indaffarate a riflettere su quanto saputo e sulle conseguenze, con la solita puntualità:

-Signorina Giorgia io posso risolverle il problema con un intervento: recidendo quel piccolo fascio nervoso che va dai recettori al cervello-.

 Giorgia pensò che interrompendo quella corsa di odori verso l’ippocampo avrebbe reciso anche il legame con l’australopitecus, una parentela di cui avrebbe volentieri fatto a meno. Pensò anche, non lo potè negare a se stessa, che senza la puzza sotto il naso quell’attrazione nei confronti di quel fetentone (si fa per dire) di Pasquale Cupiello sarebbe stata pura, incontaminata, travolgente.

Pensò, però, anche a Stefano Gonzaga, al fascino di condurre una vita speciale, più cerebrale che passionale, ma proprio per questo affascinante.

Il dubbio non le faceva paura e pensò fosse giusto non sottrarsi. Salutò algidamente il professore comunicandogli che si sarebbe fatta sentire.

A tutt’oggi nessuna decisione sotto il sole.

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