Premio Racconti per Corti 2012 “Un amore in frac” di Lara Swan
Categoria: Premio Racconti per Corti 2012
Prima inquadratura:
Un salone in penombra. Un pianoforte a coda nero lucido. Una grande vetrata aperta. È notte.
Una ragazza è sul terrazzo, di profilo. Indossa una sottile camicia da notte lunga fino ai piedi. I capelli sono lunghi e sciolti. Ha una rosa in mano. Il viso rivolto alla luna. Pensa al suo amore. È estate, si sentono i grilli. La ragazza si gira e rientra nel salone. Depone la rosa sul pianoforte che ha il coperchio aperto, sostenuto da una asticella. La ragazza lascia la stanza.
Seconda inquadratura:
Effetti speciali sul pianoforte che sembra prenda vita. Da dentro lo strumento esce un ectoplasma che prende la forma di un uomo in frac.
È di spalle.
Monologo. “Voce calda e profonda”
“Solo ora che te ne sei andata, trovo il coraggio di dire quello che non ti ho mai detto. Lo confesso davanti a quella luna che ti ha visto poc’anzi.
Ti amo.
Lo so cosa pensi. Hai ragione. Molti mi hanno amato.
Ho incontrato donne e ragazze di ogni età.
Estrose, brillanti, carine, caparbie, volubili.
Parecchie si sono innamorate di me, ma io avevo un motto:
essere a loro disposizione, innamorarmi mai!
Eppure io, affascinante, bellissimo, appassionato e malandrino, io, che posso avere tutte ai miei piedi, sono qui a struggermi d’amore per te.
Io, grande seduttore mi trovo sedotto.
Tu sei la sola che sia riuscita a farmi impazzire.
Adoro le tue caviglie sottili e i tuoi piccoli piedi… che riposano su me.
Il tuo corpo è sensuale, ma sono le mani affusolate che, morbide e lievi mi eccitano al solo pensiero.
Nonostante la tanta esperienza sulle spalle, tremo come un giovincello alle prime armi disorientato e confuso.
Non mi riconosco più.
Ricordo che appena ti vidi, pensai: ecco la solita capricciosa e viziata che mi si accosta magari contro voglia!
Quella sera ti guardai da sotto le palpebre socchiuse, disturbato dal tuo scetticismo e dalla tua ritrosia.
Solo grazie a tua zia, presso la quale “vivo” potemmo rivederci in seguito.
Incontri incerti e sporadici.
Il suono della mia voce si frenava davanti ai tuoi silenzi.
Con il tempo, ho scoperto la tua grande sensibilità.
E questo fu l’inizio del mio patire.
I nostri incontri si fecero più frequenti, il nostro dialogare più sciolto.
Ricordo perfettamente quando mi innamorai di te.
Fu una sera di dicembre. Fuori nevicava. Restammo al buio. Il vecchio candelabro d’argento illuminava il tuo viso impaurito.
Ti accolsi e ti cullai sussurrando per ore.
Da quella sera, attesi il tuo ritorno. Impaziente e teso come un leone in gabbia.
Sono pazzo d’amore per te.
Questa è la mia disperazione, amore mio.
Sento che anche tu provi qualcosa per me.
L’ho letto nei tuoi favolosi occhi scuri; le tue mani me lo dicono.
Ti desidero da morire.
Sei la prima e sarai l’ultima donna della mia vita.
Ho ancora addosso il tuo profumo e l’ebbrezza delle tue dolci carezze.
Sei appena andata via e io, già scruto la porta.
Trattengo il respiro…
Sto sognando il momento in cui le tue mani sfioreranno la mia forza e i tuoi brividi scivoleranno dentro me.
Ti ricordi? Io ricordo le tue fredde dita.
In seguito, il tuo respiro è diventato il mio respiro.
Il tuo battito è diventato il mio battito.
I tuoi tocchi si sono fatti eccitanti e inebrianti.
Non puoi immaginare cosa sei riuscita a farmi, perché non sono più io a governare il gioco.
Sono diventato uno schiavo nelle tue mani.
Il mio destino ti appartiene.
Vivo e vivrò nell’attesa di te. Amore mio”
Sta sorgendo l’alba. L’ectoplasma ritorna dentro il piano.
Tutto si placa. Il pianoforte è tornato oggetto.