Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti nella Rete 2012 “Amiche” di Patrizia Argentino

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2012

“Meglio fare invidia che pena”, questo ha sempre detto mia nonna. Lei sì che sapeva trovare parole per ogni situazione. Non so proprio cosa avrebbe potuto dirmi ora, però. Ora che quella che soffre di invidia sono io. Essere invidiosa della mia migliore amica, dell’opportunità che le si sta presentando, non era previsto. Fino all’altro ieri la esortavo a rimettersi in gioco e ora sono in preda a un attacco di bile. Lei, l’ingenua, è corsa a raccontarmi cosa le è successo come fosse la cosa più naturale. Naturale un cavolo. A quasi cinquant’anni, in piena crisi ormonale, trovarsi un uomo non è per nulla scontato. Devo parlarne a qualcuno, altrimenti scoppio.

“Elena ciao, ti disturbo?”

Dal suo “Assolutamente no”, capisco che già sa e che non vede l’ora come me di commentare il fatto. I “chi l’avrebbe mai detto” si sprecano. In pochi minuti sezioniamo la vita di Patrizia meglio della Scientifica. Analizziamo la sua storia, rammentiamo le difficoltà che ha incontrato in questi ultimi anni, la sofferenza per la separazione dal marito e la sua caparbietà nel volere lasciarsela alle spalle.

“Si meritava un’altra occasione, speriamo soltanto che non sia una bufala!” puntualizza Elena. E’ bravissima a dire una cosa carina e a fare in modo che suoni come tutto il contrario.

“Al momento sappiamo soltanto che uno sconosciuto le ha lasciato un biglietto sul cruscotto dell’auto col suo numero di telefono, pregandolo di richiamarla. Potrebbe essere un maniaco o uno sfigato”

“Beh uno sfigato non si rende disponibile a mandare una foto!”

“C’era scritto così?”, chiedo.

“Sì, c’era scritto che se avesse voluto vedere una sua foto, prima di acconsentire a incontrarlo, gliel’avrebbe spedita via mail”

Ha ragione Elena. Se sei brutto l’ultima cosa che vuoi è presentarti con una foto.

Riflettiamo: ma se non è un cesso, se non è sposato, ( perché sul biglietto ha precisato anche quello), com’è che se ne va in giro a appiccicare biglietti col suo numero di telefono? Dovrebbe avere un’agenda già piena. Resta il fatto che deve essere un romantico. A chi altri verrebbe in mente di fare un gesto tanto tradizionale? Lasciare un biglietto è una cosa inusuale nell’era di Facebook:

“Ti ho notata mentre scendevi dall’auto e per una volta ho vinto la timidezza per chiederti un appuntamento: mai fatto in vita mia”. E se si trattasse di amore a prima vista?

“Dai su, queste cose vanno bene a vent’anni. I romantici oramai mi annoiano a morte e non reggono bene l’alcool. Pensa che l’ultimo romantico passato a casa mia, si è preso una sbornia triste e l’ho dovuto perfino consolare. E poi, guardiamo in faccia la realtà, abbiamo tutte passato gli … anta. Da quanto tempo non ti capita di catturare lo sguardo di un uomo per strada?”, mi chiede Elena col suo solito pragmatismo.

Bella domanda. Non mi ricordo nemmeno più quando ho smesso di preoccuparmi degli sguardi degli uomini. Una volta bastava una gonna un tantino più corta o una scarpa col tacco, per diventare una calamita. Ora me ne frego. Esco come capita, senza trucco, spettinata. Nessuna schiavitù. E nessuna complicazione sentimentale. Peccato che a volte quelle complicazioni mancano. Come oggi che, dopo aver salutato Elena, una sensazione di disagio s’ impadronisce di me. Sono sola.

Non del tutto, però. C’è Milù a tenermi compagnia. Si struscia contro le mie gambe non depilate con grande soddisfazione. In più non c’è pericolo che mi abbandoni per correre dietro a uno sconosciuto. Ma sì, lasciamo che Patrizia abbia il suo incontro al buio. Sai quante cose dovrebbero combaciare perché il bellimbusto non deluda le sue aspettative? A pensarci bene non vorrei proprio trovarmi nei suo panni. Batticuore e adrenalina non fanno più per me. Col telecomando cerco il canale che trasmette solo film. Speriamo ce ne sia uno d’amore. Posso permettermi di emozionarmi solo da spettatrice. Se la nonna potesse vedermi qui sul divano in pigiama, con la copertina sulle ginocchia e il gatto di lato, troverebbe certo qualcosa da dire. Ma a me non viene in mente niente. Non più.

 

 

 

 

 

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4 commenti »

  1. E’ passato il treno e l’averlo perso, forse, non è un problema. Il rischio è che si finisca per sopravvivere invece di vivere. Ironia amara per un racconto ben scritto. Complimenti.

  2. Che bello! Quanto mi sono ritrovata a cosa avrebbe potuto pensare la nonna rivedendomi oggi… L’importante è rimettersi in gioco SEMPRE

  3. Moto carino. Ma triste…

  4. Molto brava, scritto agilmente, sembra vero, forse è vero. Tanti anni fa conobbi una ragazza in treno. Tutte le mattine ci parlavamo, poi ognuno andava al suo lavoro in un paese diverso. Io poi cambiai lavoro e andai molto lontano. Per ritrovarla andai in stazione all’orario in cui sapevo sarebbe arrivata dal lavoro e…l’ho sposata. Quindi anche un bigliettino può essere foriero di buone notizie. (Alle signore sopra gli anta dico: siate senza scrupoli…)

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