Premio Racconti nella Rete 2012 “Giulia” di Raffaele Balsano
Categoria: Premio Racconti nella Rete 2012Giulia era una bambina bellissima.
Aveva dei riccioli biondi che incorniciavano un viso pieno di sole.
La sua particolarità erano gli occhi d’un colore non proprio azzurro ma celeste e che sfioravano il paradiso.
Giulia era una bambina intelligente.
Aveva otto anni e frequentava la terza elementare con grande profitto. Le piacevano tutte le materie che studiava, ma la sua preferita era scienze perchè amava gli animali.
Appena tornata da scuola, dopo aver consumato un pranzo frugale, subito si chiudeva nella sua cameretta e ne usciva solo dopo aver fatto tutti i suoi compiti.
Giulia era malata di malinconia.
Non aveva amiche perchè tulle invidiavano la sua bellezza e il fatto che le insegnanti a scuola la adoravano additandola come esempio da imitare.
La mamma di Giulia non c’era più. Una sera, quando lei aveva cinque anni, le aveva dato un grosso bacio sulla fronte ed era volata in cielo.
Il papà di Giulia era sempre via per lavoro e rientrava solo per il week-end.
Chi si prendeva cura di Giulia era la nonna materna.
Il mattino la svegliava, le preparava i vestiti e la colazione. Poi Giulia usciva da casa e con qualsiasi tempo si dirigeva alla fermata del bus-scuola.
Quando tornava, trovava deliziosi pranzetti che le cucinava la nonna, poi l’aiutava nei compiti, giocava con lei e le rimboccava le coperte, come avrebbe fatto, qualsiasi mamma.
Un giorno tornando da scuola, mentre attraversava il vialetto che conduceva alla villetta dove abitava notò, solo per caso, in un angolo nascosto da tanti cespugli, un passero caduto dal nido, carico di formiche che se lo stavano divorando vivo.
Senza pensarci un attimo, lo prese e lo portò nella sua camera. Dopo qualche giorno il piccolo pennuto si riprese.
Giulia lo teneva avvolto in un panno di lana, regalo della nonna. Aveva sempre freddo perché era implume.
Quando Giulia tornava da scuola, il suo primo pensiero era per il passero che a poco a poco, mise le penne, poi cominciò a fare qualche passo e…. finalmente volò.
Un volo breve ma per Giulia entusiasmante, come se vedesse concretizzati tutti i suoi sacrifici, anche perché non ci sperava più e si era quasi rassegnata a curarlo da fermo.
Sapeva benissimo che se il passero non avesse ripreso a volare, era destinato irrimediabilmente a soccombere.
Da quel momento i progressi furono repentini.
Venne il momento in cui il passero cominciò a mangiare da solo: spolpò un chicco d’uva pian pianino, lasciando solo la buccia.
Giulia incominciò a guarire dalla malinconia.
La nonna di Giulia avrebbe voluto regalarle una gabbietta ma lei si oppose.
Quando vorrà andarsene, se ne andrà, aveva detto e Otto – come lo aveva chiamato – volava nella sua stanzetta, a volte faceva anche qualche puntatina in giardino se non addirittura nel parco vicino.
Per due giorni non si era fatto vivo e Giulia pensava di non vederlo più, ma poi era tornato, quasi pentito di quella fuga da vagabondo e si era rifugiato sulla mano tesa della bambina, come a voler chiederle scusa, per quel suo gesto ribelle.
Da quel momento, ogni giorno aspettava che lei tornasse da scuola e le correva incontro.
La sua casa era situata su di un Colle, vicino a un Centro benessere. Giulia in estate ci andava sempre perché c’era una piscina stupenda dove il sole al tramonto sembrava immergersi per riposare.
Ma le sorprese per Giulia non erano finite.
Una sera bussò ai vetri della sua finestra, posta al piano terra, un gatto cucciolo di colore bianco, con gli occhi marroni, le gambette lunghe la guardava e miagolava.
Lei doveva prendere una decisione, la più importante fino a quel momento della sua esistenza.
Come poteva far convivere il gatto con Otto?
Giulia decise che non si poteva lasciare senza mangiare il gatto, per colpa di Otto. Anche a lui quindi fu dato da mangiare, ma fuori dalla casa.
Il gattino non lasciò più…quella zona e nei giorni seguenti Giulia cercò di abituare il gatto fuori di casa e il passero dentro. Sembrava che la sua decisione fosse quella giusta e si sentiva felice.
Anche il gatto rinacque!!
Tutto lasciava presagire quindi una tranquilla convivenza tra il gatto e il passero.
Giulia vegliava continuamente affinché non ci fosse nessuna possibilità di contatto tra i due.
Sapeva benissimo che in caso contrario si sarebbe verificata una tragedia destinata a distruggere il suo cuore.
Del resto qual era l’anomalia? Che il gatto mangiasse l’uccello rientrava nell’ordine naturale delle cose.
Non si può vincere sulla natura e questo Giulia lo sapeva benissimo, essendo un’appassionata di Scienze.
Aveva creato, con l’aiuto della nonna una piccola cuccia appena fuori dalla casa, quasi a ridosso della sua finestra, dotandola di tutti i confort, quasi fosse una residenza reale. Una piccola coperta di cashmere teneva caldo il gatto di notte. Il passero invece dopo aver svolazzato tutto il giorno, quando Giulia rientrava da scuola subito entrava in casa cinguettando quasi a volerla salutare e restava lì per tutta la notte, salvo poi andarsene al mattino presto, come se la stanza di Giulia fosse un albergo e per di più era gratis.
Arrivò il suo compleanno e alla sera tutto era pronto per la grande festa.
C’era il suo papà che aveva messo sopra il divano tanti regali per lei. La zia era venuta per preparare insieme alla nonna la cena che, come da tradizione, prevedeva tante leccornie.
Giulia aspettava tutto l’anno quel momento, specialmente quando si trattava di aprire i regali.
Aveva chiesto l’ipad come regalo al padre e sicuramente la speranza non sarebbe andata delusa. Di nascosto aveva visto un pacco rosa con un bel fiocco viola e dalle dimensioni, non le era stato difficile capire che all’interno c’era l’oggetto da lei tanto desiderato.
Nulla poteva rovinare la grande festa che stava per cominciare.
Fuori faceva molto freddo e tirava un vento fortissimo. Gli ospiti man mano che arrivavano, una volta scesi dalle macchine subito correvano in direzione della villetta addobbata con luci colorate come se fosse Natale.
Il passero era rannicchiato nella stanza di Giulia, sopra una mensola non troppo alta. Era stata messa infatti a un’altezza accessibile per lei.
Il gattino sarebbe rimasto rannicchiato nella cuccia….così almeno pensava Giulia.
Giulia prese alcuni pistacchi salati da una ciotola sul tavolo della cucina preparati per l’aperitivo e si diresse nella sua camera. Stava per mangiarne qualcuno quando sentì bussare alla finestra. Si alzò e con curiosità andò a vedere chi fosse. Aprì e si trovò di fronte il suo zio preferito che senza farsi tanto notare le allungò un piccolo pacchettino regalo.
Giulia tutta contenta corse subito verso la porta per abbracciarlo, dimenticandosi in tal modo di chiudere la finestra.
Una volta aperta la porta e abbracciato lo zio, si diresse nuovamente verso la camera e lo spettacolo che si presentò ai suoi occhi era da brividi.
Il passero per terra e sopra di lui il gattino con l’intento di divorarlo.
Delle lacrime copiose incominciarono a bagnare il volto di Giulia e in quel momento si ricordò che la colpa per quello che stava succedendo era solo sua. Aveva dimenticato la finestra aperta.
Non c’era nessuna speranza per Otto, tra un po’ sarebbe diventata una poltiglia, sia pure deliziosa, per il gattino.
Giulia chiuse gli occhi per non assistere a quell’orribile fine, ma non andò via.
Restò lì pietrificata.
Passarono alcuni istanti che a lei sembrarono ore, ma non succedeva nulla il gattino era rannicchiato sempre sull’uccellino e finalmente riuscì a rialzarsi e a sputare qualcosa che aveva tutta l’aria di essere una pallina.
Invece era un pistacchio senza la buccia. Che cosa era successo?
Giulia non solo aveva dimenticato la finestra aperta, ma anche i pistacchi sul tavolo.
Otto aveva fatto un salto e preso uno per mangiarlo, ma era troppo grande per lui e gli era rimasto ficcato in gola, stava per essere strozzato, ma proprio in quel momento era saltato all’interno della camera il gattino che per il freddo non aveva alcuna voglia di starsene nella cuccia e non gli sembrava vero che la finestra fosse aperta.
Non appena all’interno aveva visto il passero in preda agli spasmi di soffocamento e non aveva esitato un attimo. Con i suoi dentini, aiutandosi anche con la lingua, era riuscito, dopo tanti sforzi a estrarre il pistacchio, salvando in questo modo Otto da una morte per soffocamento.
Non aveva alcuna intenzione di mangiarselo!
Giulia si commosse e con un unico abbraccio, strinse forte a se il passero e il gattino, mentre tutti gli invitati, subito accorsi, battevano le mani.
Erano stati spettatori di un grande miracolo. Per una volta la natura non aveva seguito il suo corso normale, ma era stata stravolta da qualcosa che rasentava l’umano vivere.
Non sempre il più forte vince e sovrasta il più debole, a volte succede invece che il primo, preso da un grande senso di umanità e grandezza, aiuta il secondo perché il cuore può vincere e trasformare tutti noi in esseri migliori.
Il vento era cessato è dei piccoli fiocchi di neve incominciarono a scendere, rendendo così più bella la festa che nessuno dei presenti e tantomeno Giulia avrebbero mai dimenticato.
bellissimo l’insegnamento sul rispetto degli animali e l’insegnamento che non e’ la prepotenza o la forza a vincere, ma puo’ vince la sensibilita’, la giustizia, l’umanita’.
racconto sensibile e dolce con un finale che porta via la tristezza.
bravo l’autore a sviluppare il racconto.
Ama e sarai ricambiato!!! Lasciati amare e non sarai deluso. Chi ama insegna agli altri ad amare. Il gatto non lo avrebbe mai mangiato perche’ sapeva che otto era importante per giulia!!! Le persone accanto sanno quanto le ami e a loro volta ti amano.
Una bella favola. Complimenti.
bellissimo racconto commovente
I comportamenti degli animali raccontati dovrebbe
essere di esempio per tante persone
Una favola sul comportamento “umano” degli animali che spesso sorprende gli umani stessi. Piacevole e complimenti all’autore.
E’ un racconto dove nella sua semplicità dei fatti narrati, seppur svolti da animali, potrebbero far capire anche a noi persone come potremmo prenderne spunto… grazie!
Racconto semplice e molto carino. Una bella favola che opportunamente adattata potrebbe diventare uno di quei libretti che si trovano nelle biblioteche delle scuole materne.
Racconto che supera l’ immaginazione dei lettori , poiché nessuno puo’ mai immaginare la bontà del gattino che ” aveva in pugno” la vita dell’ uccellino in tutte e due i casi e che in quell’ istante riemerge la sua umanita’ e il gattino assomiglia all’ uomo che noi tutti oggi dovremmo seguire e essere ispirati dalla sua umanita’,come lo scrittore ( nonche’ mio padre) sottolinea al termine del racconto . Complimenti.
racconto che scorre piacevolmente,si legge tutto di un fiato,forse troppo ‘sdolcinalo’ e surreale ma anche gradevole.