Premio Racconti per Corti 2012 “Sguardi inquieti” di Antonella Cavallo
Categoria: Premio Racconti per Corti 2012La ragazza con l’Ipod corre lungo la sponda destra del Naviglio Grande nelle ultime luci del giorno. Le lunghe falcate scandiscono il ritmo dei decibel che rimbalzano tra i timpani. I capelli raccolti a coda di cavallo scodinzolano, la maglietta attillata al busto madido. Attraversa la ripa usando le scale del ponte di ferro, alle sue spalle solo la fresca brezza della sera. Raggiunge lo sportello bancomat con incedere guardingo, sfila la tessera magnetica dalla tasca dei pantaloncini, compone il codice segreto, imposta la cifra e attende l’espulsione di carta e banconote. Il solito gioco di velocità: prendi i soldi, ritira il bancomat, accartoccia il malloppo, infilalo in tasca, voltati e via come se niente fosse. Il sistema elabora i dati, ma i soldi non escono. La ragazza oscilla da un piede all’altro torturandosi le labbra. La fronte grondante, infila le mani in tasca alla ricerca di un kleenex. Infastidita da un alito caldo alle spalle, si volta di scatto: eccola faccia a faccia con lo sguardo inquietante di un uomo in cappotto nero col collo di pelliccia. La ragazza si volta verso il monitor, il battito del cuore all’impazzata, la fessura grande sputa le banconote, quella piccola il bancomat. Due mosse fulminee e poi via quasi fuggendo, urta il braccio dell’uomo col collo di pelliccia e ancora quei suoi occhi vitrei la obbligano ad abbassare lo sguardo. Una fitta profonda al petto tanto da premerlo con la mano e così facendo, nota la piccola donna, lo sguardo severo, un passo dietro l’uomo. Soffocata da un brivido gelido che scorrere lungo il corpo, la ragazza trova rifugio nel bar all’angolo della via e si accascia sullo sgabello spalle alla porta. Ora respira profondamente fino a riprendere fiato, ordina un cappuccio lo trangugia tutto d’un colpo e si guarda attorno in attesa del conto. L’uomo col collo di pelliccia è lì e la scruta con fare inquietante. Le gambe cedono e si appoggia al bancone per non cadere. “Tre euro.” Soffia la barista. Depone una banconota accartocciata sul banco senza riuscire a distogliere lo sguardo da quegli occhi tremendi. L’uomo infila la mano nella tasca del cappotto, la ragazza lancia un urlo lancinante. Lui prosegue con movimenti lenti, estrae il bastoncino bianco, lo apre segmento per segmento e, mano alla spalla della piccola donna, si volta in direzione dell’uscita. Annichilita la ragazza con l’Ipod porta le mani alle orecchie e toglie gli auricolari.
Molto carino, carico di suspense e con i tempi giusti per un corto. Complimenti!
Grazie Alessandra! ;0)