Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti nella Rete 2012 “La fine della storia” di Brunella Monti

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2012

Chiusa nella sua vita, come dentro ad un cappotto ben serrato, Emma affrontava i rigori invernali. Tra alberi rinsecchiti e tappeti di foglie cadute, camminava lesta incontro al futuro, con passo spedito e a testa alta. Da qualche giorno provava un piccolo fastidio all’altezza del seno. Come una puntura di spillo, un rimprovero, forse il rammarico per il figlio che non aveva avuto o il ricordo di qualcosa che sarebbe potuto essere e non era stato. Ma naturalmente chi si ferma è perduto e così continuò per la sua strada, lavorando e vivendo, senza fermarsi a pensare. E quel dolore piano piano, fece parte di lei, come i suoi occhi azzurri o le sue mani lunghe e affusolate.

Un giorno, lungo il suo cammino incontrò la Morte. Che non è affatto una donna, come farebbe supporre il suo nome, bensì un uomo alto e allampanato, scuro di capelli e con un bel viso drammatico. Si presentarono, parlarono un po’ e si piacquero. Quando finalmente restarono insieme e da soli, ridussero al minimo gli spazi tra di loro. Erano poli diversi pieni di un magnetismo fortissimo. Lei, più bassa, osservava di nascosto il collo di lui che spuntava dalla camicia, immaginando di appoggiarsi alle sue spalle larghe, e di infilargli la mano calda sotto la giacca, per sentire attraverso il tessuto la seta della sua pelle tesa. Lui aspirava il profumo dei capelli di lei e ne carezzava i contorni del viso con sguardi lenti. Il buio del pomeriggio scendeva inevitabile. Le ore passavano, tutti erano andati a casa e al mondo non erano rimasti che loro. Allora i discorsi si fecero più intimi, gli sguardi più diretti, la seduzione più esplicita. Capirono di appartenersi, ma non vollero oltrepassare il limite, quello che separa fisicamente due esseri: il confine, la pelle e il corpo di un altro.

Non si mischiarono, iniziarono però a frequentarsi. Lei era proprio la persona estrema di cui lui aveva bisogno. Lui era l’uomo forte di cui aveva bisogno lei. Lui le regalava diamanti bellissimi:  piccoli sassi lucenti che raccoglieva tra le pieghe del tempo, oppure miniature preziose di pittori scomparsi, piume meravigliose di esotici animali estinti oppure pallidi crisantemi pieni di sfumature screziate. Lei lo abbracciava forte nel tentativo di scaldarlo almeno un po’ – era sempre così freddo! – Gli amici dicevano che non sarebbe durato : erano veramente male assortiti.
Ma lei lo amava come se fosse l’ultima cosa che potesse fare per se stessa. E lui la ricambiava, colmandola di mille attenzioni: le disegnava livide ombre scure sotto agli occhi, le modellava una linea invidiabile, le illuminava lo sguardo con il luccicore ascetico e puro di chi guarda l’infinito . Le stava vicino e intorno e sopra e sotto, ma non la prendeva mai, per non perderla.

Lei si scioglieva come una candela e nel bagliore prezioso della cera che si consumava, acquistava una qualità nuova: il rossore febbricitante di una passione inappagata. Eppure quando chiudeva gli occhi, capiva che non era affatto la fine. All’improvviso il mondo acquistò una qualità nuova, un diafano riverbero che trasluceva in tutte le cose.
Stupita considerò la sua vecchia vita, comoda come una pantofola usata. Ora che era finalmente lontana da tutto, tutto sembrava risplendere come se fosse nuovo. Con cautela osservò di nuovo la realtà  e incuriosita le scivolò dentro facilmente: riassumere il peso della materia le fugò l’angoscia dal cuore, ma avvertì un nuovo feroce desiderio di libertà. La libertà della leggerezza.

Così alla fine lei gli chiese di liberarla e lui con molto dolore l’accontentò. Fu così che finì: lei si sciolse in un unico lunghissimo bacio: schiuse le labbra umide e calde e lui la riempì. In fondo il loro amore era proprio una zattera, o un altare, o forse un’astronave. La luce fioca delle lampade illuminava solo loro. E il desiderio si faceva finalmente gesto, e le parole divenivano carezze. Tutto era finalmente possibile. Tutto era lecito. Lui non le disse che l’amava. Ma l’amò, in modo totale e definitivo, con il trasporto e la passione che prova solo chi si perde…..

Loading

I commenti sono chiusi.