Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Racconti nella Rete 2009 “In Principio…” di Fabrizio Carollo

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2009

Esiste un antro oscuro in un luogo innominabile…un luogo di cui tutti conoscono l’esistenza ma nessuno sa veramente com’è. Un luogo di morte, dolore e disperazione. Un luogo dove sarebbe possibile udire solo pianti ed urla. Supplicare di cessare il dolore sarebbe impossibile anche soltanto da pensare. Lo stesso concetto di pensiero non può essere preso in considerazione in un luogo del genere, tanto è grande il supplizio.

È il luogo di tante leggende ma di nessuna verità. È il luogo che ha portato in grembo il male e l’ha fatto esplodere per il mondo…un luogo di creature che non conoscono altro che la propria ferocia…un luogo dagli innumerevoli nomi…il regno dei peccatori.

Il luogo che tanti chiamano Inferno.

 

Esiste un antro all’Inferno.

 

È un luogo che ribolle di tenebra…non è possibile avvicinarsi al suo ingresso…troppi sono gli echi della follia che scaturiscono da esso…persino gli abitanti dei più profondi abissi che venga concesso immaginare non osano avvicinarsi. Non possono farlo. Anche se non possono morire sanno che la paura da affrontare appena immersi in quel buio è intollerabile anche per la loro crudeltà. Una paura che oltrepassa il concetto stesso del termine e che sbaraglia lo stesso potere liberatorio della morte.

Un ingresso che conduce ad un corridoio lungo e stretto…le pareti create dalle ossa di esseri seppelliti nelle pagine del tempo ed il pavimento di liquami acidi e ribollenti che sprigionano vapori nauseabondi.

Un corridoio lungo come una vita intera ed arduo da percorrere come lo è il cammino di ciascun essere vivente che si conosca e che ci sia oscuro.

Ma se fosse possibile arrivare alla fine di questo corridoio…se si potessero sopportare gli strazi che si nascondono in esso…allora si aprirebbe un immenso anfiteatro.

Le rocce nere sono piene di anfratti entro i quali brulicano mostri sempre affamati. Un anfiteatro grande quanto l’intero Inferno, dov’è inchiodato un gigantesco trono di sangue proprio al centro. Un trono costruito dal sangue delle anime dei dannati,che trae nutrimento dal loro supplizio e dalla dannazione eterna a cui sono destinate.

C’è qualcuno…qualcosa seduta sul trono. Una presenza immobile da millenni. Imprigionata in quel luogo eppure sempre presente ovunque. Una presenza che aspetta da tempo immemorabile ciò che è inevitabile; ciò che anche le scritture affermano senza alcun dubbio.

Una presenza che racchiude in sé tutta la malvagità degli abitanti del suo regno…perchè quello è il suo regno! Un sovrano da tutti temuto e mai nominato. Un sovrano che succhia la gioia la vita dovunque può. Un sovrano oscuro da cui anche la Morte gira al largo. I suoi sudditi lo venerano e lo invidiano. Qualcuno vorrebbe prendere il suo posto…vorrebbe carpire tutto il suo potere. Lui odia i suoi sudditi come tutto il resto ma sa che non potrà mai farne a meno; perchè essi sono nati dal suo odio…sono parte di sé e lo saranno sempre. L’inferno stesso è parte della sua mente o di ciò che si agita e si tortura dentro ad essa. Una mente accecata dalla crudeltà. Un desiderio perverso di come dovrebbero andare le cose nell’universo. Un’attesa tormentata che vorrebbe trovare sfogo immediato nella violenza e nel sangue. Una violenza che ha dovuto soffocare più e più volte.

Egli sa che non spetta a lui porre termine all’attesa. Sa che questo compito spetta solo al suo nemico. Sa che egli stesso è prigioniero della sua mente come il suo corpo è confinato su quel trono tanto grande quanto inutile, confinato all’interno di un antro di disperazione. Sovrano di un regno che non riesce a controllare pur facendo la sua volontà. Un regno che gli ha dato forza e lo sta consumando al contempo…la sua casa e la sua prigione.

La mano di fuoco regge il capo dormiente.

Ricorda una esistenza così diversa e così lontana.

Ricorda la luce…una luce così intensa che il solo pensarvi gli brucia gli occhi. Una luce che sarebbe in grado di disperdere tutte le tenebre che lo circondano in un attimo.

La luce che un tempo lontanissimo amava osservare e seguire. Una luce che scaldava il suo cuore da ere disperso nella polvere di zolfo.

 

“Sono stanco…non sono nemmeno a metà del mio esilio. Non ho più la forza per continuare anche se devo farlo. Sono costretto a mantenere il mio ruolo ed a restare al mio posto fin quando il tempo non sarà giunto. Ho dovuto imparare a coltivare anche la virtù della pazienza, che non era il mio forte neanche prima…che tu sia maledetto!! Perchè mi hai fatto questo? PERCHE’ MI HAI SEPOLTO IN QUESTA DANNAZIONE SENZA FINE?? SONO TUO FIGLIO!!!!! Come può un padre fare tutto questo al proprio figlio. Forse non mi consideri più tale? Mi hai scacciato e confinato ma ho fatto in modo che tu non dimenticassi chi sono. Ti ho fatto pentire della tua scelta, non è vero? So bene che mi senti anche se non sto parlando…conosco alla perfezione la tua onnipotenza. Ma anche tu sei stupito del mio potere, non è così? Non credevi che avrei raggiunto così tanto.Il male è mio padre, adesso.

Mi nutre e scorre dentro di me. Mi ha dato tutto e gliene sarò grato.

Ero il più bello…il migliore di tutti i tuoi figli e mi hai riservato questo destino! SOLO PERCHE’ VOLEVO ESSERE COME TE!!!! Ma non è forse normale che un figlio voglia seguire le orme del padre e prenderlo come esempio per costruire al meglio il proprio percorso? Hai avuto paura, ammettilo…vedevi che il mio potere aumentava…vedevi che gli altri mi trattavano quasi come trattavano te…mi veneravano e questo non hai potuto sopportarlo. Ed hai la sfrontatezza di definirti un Dio misericordioso?

Con me hai avuto la misericordia che tanto ostenti!

Mi hai scaraventato quaggiù e hai fatto in modo che dimenticassi perfino com’è fatto il luogo che un tempo chiamavo casa. HAI AVUTO PIETA’ DI ME??? MI HAI CONCESSO UNA SOLA CHANCE PER PENTIRMI DI CIO’ CHE AVEVO FATTO??? NON VOLEVI RIACCOGLIERMI NELLE TUE BRACCIA??? ERO DUNQUE QUESTA GRANDE MINACCIA PER TE?? Ora lo sono molto più di allora. Questo è stato solo uno dei tuoi molti errori. Non hai mai saputo governare questa esistenza eppure pretendi, anzi ti arroghi ancora imperterrito il diritto di farti chiamare Dio! Sono certo che nemmeno tu saresti in grado di capire di COSA sei Dio.

Hai creato un mondo e l’hai popolato di deboli creature fatte a tua immagine e somiglianza. Su questo devo darti ragione, padre: sono davvero lo specchio della tua fragilità e della tua illusione. Speravi che portassero la tua luce fra tutti i loro simili e invece hanno solo distrutto il mondo che avevi creato per loro così faticosamente. Hai mandato un diluvio universale per punirli…ma non è bastato. Hai incarnato un figlio in una donna umana…una cosa inconcepibile. GLI HAI DONATO TUTTO L’AMORE CHE DOVEVA ESSERE MIO!!! AD UN MORTALE!!! COME HAI POTUTO ESSERE COSI’ OTTUSO!!! COME, DANNAZIONE!!! Credevi che il suo sacrificio servisse a scuotere le miserabili menti di quegli ammassi di carne e sangue ma cos’hai ottenuto invece? Si uccidono l’uno con l’altro. Sputano sulla vita che tu hai dato loro e lo fanno per i motivi più futili. Scatenano guerre in tuo nome! Gli uomini che dovrebbero portare la tua parola e l’insegnamento di tuo figlio nelle chiese si arricchiscono con le offerte che dovrebbero elargire ai poveri. Costruiscono edifici talmente alti come se volessero arrivare al cielo e sfidarti come mai avrei fatto io! Si coprono di ricchezze materiali e si credono di essere loro stessi degli dei! Ormai non sei che un eco che si allontana sempre di più dalle loro menti ed il sacrificio di quello che consideravi il tuo figlio umano prediletto è solo un piccolo crocifisso di legno sulle pareti delle scuole. Ed il bello è che io non ne sono responsabile! Gli umani che TU hai creato ti hanno arrecato più dolore di quanto io avrei mai potuto fare e di questo sono lieto!

Davvero, provo compassione per quanto piccolo sei diventato…a volte, una parte di me vorrebbe essere al tuo fianco e consolarti. Non ti sembra buffo? Forse sarebbe più probabile che fossi io a perdonare te. Ma sono pensieri che si diradano subito e lasciano il posto alla rabbia ed alla voglia di vendetta.

Gli uomini ti hanno deluso e tu hai preferito voltare la testa e lasciare che se la sbrigassero da soli. Te ne sei lavato le mani delle tue creature a tua immagine dopo che ti avevano deluso come hai fatto con me e presto scatenerai su di loro un nuovo giudizio universale per spazzarli via e cercare di fare tabula rasa di tutti i tuoi sbagli, sperando che tutti i tuoi cari angeli si dimentichino dei fallimenti del loro Signore. Non lo faranno, credimi…come non l’ho fatto io. È inutile che cerchi di rimettere insieme i cocci. Certo, per non sporcarti la coscienza, ti racconti che la colpa di tutto è mia…che sono io il responsabile della crudeltà che dilaga per il mondo. Credici, se ti fa piacere, tanto sappiamo entrambi da che parte stia la verità. E sai cosa ti dico? Provo pena per te. Se ne avessi, verserei una lacrima per la tua incapacità…per quanto tu sia impotente di fronte agli eventi. Io non ho fatto nulla, padre…ho solo dato agli uomini la possibilità di sfruttare il libero arbitrio che hai donato loro.

Mi hai trasformato in un mostro ma tornerò ad essere l’angelo più bello e splendente del paradiso ed abbraccerò chi vorrà seguirmi con le mie ali! Per te non vi sarà più posto, Padre. Toccherà a te cadere,questa volta. Tu, come me, hai peccato di superbia…pensavi di creare la vita perfetta e sei solo stato capace di creare i peggiori dei peccatori! Anche tu, come me e gli angeli che ebbero il coraggio di seguirmi, precipiterai per nove giorni senza poter fare nulla e finirai inghiottito da tutto ciò che hai sempre ripudiato! I cieli torneranno ad essere di chi li merita davvero e tu dovrai pagare per i tuoi peccati più a lungo di quanto non abbia fatto io. Sarò io la Luce! Io la risposta. Ho molto di più di quanto tu non avrai mai…e potrò riappropriarmi del mio nome. Non più Satana, l’avversario! Tornerò ad essere per sempre Lucifero, il portatore di luce. Accadrà, Padre…accadrà.”

Il pensiero ha fine. Il male torna a contorcersi

…poi, l’urlo della Bestia fa tremare le pareti dell’antro e l’Inferno stesso barcolla ed ha timore.

Ma non è solo la rabbia che si cela in quel grido. Per quanto possa sembrare folle da pensare, vi è anche il dolore…il dolore del figlio che sa di dover lottare contro il Padre…contro chi amava. Contro chi gli ha dato la vita. Contro il genitore perduto. E forse una parte di sé vorrebbe tornare indietro e riappacificarsi con egli.

Così Satana, il signore del male…il re delle tenebre…una creatura tormentata da sé stessa e dai ricordi belli o brutti che siano, si rimette seduto lentamente sul suo trono…nel suo regno…continuando a trascorrere l’attesa di quel giorno…combattuto fra la rabbia ed il dolore.

Pensando ancora alla sua sete di potere o al calore di quella Luce che toccava il cuore ed a quella serenità ridotta ad un effimero sogno da tanto…tanto…troppo tempo.

Una triste nostalgia che, anche se non può esserne testimone…colpisce anche lassù…colpisce anche il Padre.

Purtroppo…le lacrime che cadono sono destinate ad evaporare molto prima…perchè nessuna compassione può raggiungere la rabbia rovente dell’Inferno.

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