Racconti nella Rete 2009 “La vendetta” di Gaetano Gallitto
Categoria: Premio Racconti nella Rete 2009In una tranquilla mattina di maggio la quiete della signorile ed avita magione degli Chatterley fu turbata dal suono del campanello del cancello esterno. Al maggiordomo che andò ad aprire un fattorino consegnò un biglietto indirizzato a lord Chatterley. Fu così che iniziò una vicenda di cui forse non si sa molto, ma che merita di essere riferita.
Quel biglietto era una richiesta d’appuntamento, ed era il primo contatto fra due uomini che avevano ricevuto dal destino un ruolo quanto meno singolare: quello di diventare universalmente noti non tanto per le loro gesta, quanto per quelle delle loro mogli. Si trattava del già citato lord Chatterley e del non meno famoso dottor Bovary, che appunto era il mittente del biglietto.
Qualche giorno dopo quel primo contatto i due si incontrarono al club di lord Chatterley, ove cenarono piacevolmente parlando dell’andamento delle borse di Londra e di Parigi, della stagione di caccia, delle prime corse estive di Epsom, ove aveva debuttato vincendo un puledro di lord Chatterley, nonchè dell’annuale regata fra Oxford e Cambridge.
Il dopocena, ad onta dell’atmosfera ovattata e confortevole del club, delle poltrone comode, dello squisito cognac e degli ottimi sigari, non fu così piacevole. L’argomento della conversazione era infatti estremamente spinoso: si parlava, sia pure con il tatto che il rango dei due gentiluomini imponeva, delle infedeltà coniugali delle rispettive e non del tutto rispettabili consorti degli interlocutori.
– Lord Chatterley, lei non si è domandato perché mai io sia venuto ad incontrarla?
Lord Chatterley aspirò una lunga boccata dal suo avana. – Io suppongo che lei cerchi il conforto che ogni sfortunato mortale ricerca presso chiunque abbia una sfortuna pari alla sua.
– Qualcosa come “piangiamo l’uno sulla spalla dell’altro e torniamocene a casa col ciglio umido e l’animo confortato”?.. No lord Chatterley, questa soluzione non fa per me. Io non so ancora bene cosa si possa fare nella nostra posizione, ma so che occorre fare qualcosa. Per questo sono qui, non per piangere.
Lord Chatterley chiamò con un cenno il cameriere e si fece riempire il bicchiere. – Potremmo fare degli scherzi alle nostre mogli facendo recapitare loro dei finti biglietti di appuntamento e gettando il caos nei loro incontri adulterini. Io so imitare benissimo la rozza calligrafia del mio guardacaccia: qualche volta ho modificato le sue note spese… sa, per il fisco… – Lord Chatterley sembrava molto soddisfatto della propria idea.
– Ma che dice? – Monsieur Bovary si protese verso il suo interlocutore. – Non dico che dovremmo spargere del sangue o fare scandali, ma sono stufo di incontrare continuamente gente che ammicca e che porta ostentatamente in giro una copia del romanzo… lei sa quale. A parte tutto, anche se non sono un critico, trovo che sia un libro pessimo dal punto di vista letterario. Insomma, mi va il sangue alla testa… altro che scherzetti e bigliettini…
Ora era Lord Chatterley ad essere alquanto contrariato. – Beh, era un’idea. Se lei ne ha di migliori, le esponga… anche se, per essere franco fino alla brutalità, sono convinto che l’unica difesa, in vicende di questo tipo, sia di fingere di ignorare tutto. Noi siamo ufficialmente le uniche due persone al mondo che non hanno mai letto i romanzi che parlano delle folli storie d’amore delle nostre mogli. E lo scandalo non scoppierà finché perdurerà questa nostra ufficiale ignoranza.
Il dottor Bovary guardò lord Chatterley con una espressione che era molto simile alla commiserazione. – Questa, caro amico, è la tecnica dello struzzo. Ma presto non le sarà più facile nascondere la testa: le corna crescono sa?, e diventeranno così voluminose che dovrà vederle persino lei che le porta. Non crede?
– Oh no. Chi porta le corna non le vede mai, a meno che non voglia. E io non ne ho nessuna voglia. Ma lei, monsieur Bovary, mi dica: cosa ha fatto fino ad ora? Si è comportato in modo diverso da me?
– No, lo ammetto. Ma ora non posso più andare avanti. Devo fare qualcosa!
– Certo, certo. – Gli occhi di Lord Chatterley seguirono per qualche momento le volute di fumo che dal suo sigaro si levavano verso i vecchi scuri soffitti della sala. – Suppongo che una persona sensibile come lei ami la buona musica…
– Naturalmente. Ma che c’entra, scusi…
– Niente. Ma pensavo che mi hanno invitato ad un buon concerto per questa sera, e che lei potrebbe venire con me, se le fa piacere.
– Certamente, ma… scusi, questo cosa ha a che fare con il nostro problema?
– Nulla. Ma il nostro problema domani sarà immutato, mentre il concerto è solo per questa sera. – Lord Chatterley sembrava davvero contento della propria esibizione di logica.
Il dottor Bovary non era del tutto convinto. – Si… potrei venire. Tuttavia…
– Bene. – Lord Chatterley si alzò. – Lei mi è molto simpatico. Suppongo che ami la caccia, come ogni buon gentiluomo…
– Si. E’ il mio passatempo preferito.
– Ah, benissimo! Che ne direbbe, visto che è in Inghilterra, di venire a passare qualche giorno da me in campagna?
– Volentieri. Ma non sarà… – Monsieur Bovary era piacevolmente sorpreso.
– …Un disturbo? Oh no. Vedrà: laggiù si caccia magnificamente. Ho un buon guardacaccia, sa?.. Ah già, lo sa. A proposito, le presenterò mia moglie. Le farà piacere conoscerla, spero… Bene, vogliamo andare?..
I due uomini uscirono insieme dal club e da quella sera furono visti sempre più spesso insieme, fino a divenire praticamente inseparabili. Il dottor Bovary si stabilì in Gran Bretagna, e ben presto le chiacchiere ed i pettegolezzi sul rapporto che li legava furono ben più praticati, ed anche più divertenti, della lettura di due romanzi che, alla lunga, possono risultare un po’ noiosi.
E chissà che alla fine non fosse proprio questa la vendetta che i due mariti oltraggiati cercavano…
Qualche anno fa mi trovavo alla stazione centrale di Napoli in attesa di prendere il treno per Roma. Avevo dimenticato di portare con me un libro e mi recai in edicola. Casualmente notai un libricino piccolo piccolo edito dalla comix che titolava “Caro massimo…” con in primo piano la bella foto dell’indimenticabile Massimo Troisi. Era la raccolta dei vincitori del premio a lui dedicato per l’anno 2006. Lo compro e lo leggo tutto in treno. C’era un tuo atto teatrale “Zimbello”, bellissimo secondo me, originale ed ironico.
Poi passa qualche anno e ti ritrovo qui. E allora ne approfitto per farti i miei complimenti per quello e per questi tre carinissimi racconti. Quello che mi ha colpito di più è stato Vendetta per lo stile e l’originalità: davvero una bella idea;-)) raccontata in maniera egregia.
Bravo, ma tanto già lo sai;-)
Antonella Scotti