Premio Racconti per Corti 2012 “Chissà cosa stai sognando…” di Maurizio Malavasi
Categoria: Premio Racconti per Corti 2012Era seduta di fronte a me, in silenzio, con la mente immersa in non so quale fantasia. Una di quelle tante facce che s’incrociano sul treno, che ti rimangono fisse nella memoria per il solo tragitto e poi scompaiono scendendo dai gradini del vagone.
Fissava con aria divertita il polline che era entrato improvvisamente dal finestrino. Maledetto Maggio! Con la mia allergia non riesco nemmeno a gioire per il cambio di stagione, figurarsi per l’entrata del nemico-polline da un finestrino!
E bravo il nostro polline! Adesso si è messo a danzare davanti al mio naso come se volesse sfidarmi!
Lei, sempre più divertita da questo insolito volo, lo afferra tra le mani e poi lo rilascia.
Infine segue con il dito le traiettorie più disparate che disegna in aria quel batuffolo bianco. Io sorrido. Lei sorride.
“Ci siamo, è fatta !”dico tra me e me.
Invece socchiude gli occhi e gira il volto verso il finestrino.
Intanto il polline vola verso l’alto e sorvola tutta la carrozza, volteggiando sulle teste di altri viaggiatori e sfiorando i loro corpi.
Ritorno a guardarla e lei ha già chiuso gli occhi rivolgendoli verso il basso.
Che peccato!
Non ho avuto nemmeno il tempo di notare il colore delle sue pupille.
Di fuori, la campagna di piena primavera: campi di fiori gialli, di papaveri appena sbocciati, la festa del verde sui rami di tutti gli alberi e il colore chiaro e tenue della terra riscaldata dai primi veri soli.
Scosto un poco la tendina per coprirmi dal sole e la sveglio dal suo breve torpore.
Si rigira dall’altra parte adagiandosi comodamente sul poggiatesta.
Passa più volte la lingua sulle labbra e si rilassa totalmente.
Che bello vederla così!
Non distolgo gli occhi dalla sua espressione.
Fa scivolare il pollice della mano destra sull’indice e poi sorride.
Chissà quale immagine le sta passando davanti agli occhi? Come la invidio…
Sembra tranquilla e beata seduta in quella poltroncina del treno…una regina sul suo trono.
Chissà dove starà andando? Magari dal suo re…
E più passa il tempo, più la vedo rilassarsi: la vibrazione della pelle sul suo viso, il battito delle palpebre chiuse, la posizione rilassata delle labbra ed il suo sorriso non scompare dall’espressione della faccia e si fa sempre più marcato.
Continua, continua così… buonanotte regina! Questo è il tuo sogno: fallo tuo e conservalo fino alla tua fermata!
Macché!
Si sveglia di nuovo e dirige lo sguardo verso i campi di Maggio. Non si è accorta nemmeno che esisto!
Sorride con più chiarezza e rimmerge i pensieri in non so quale fantasia.
Io sto per rompere il silenzio domandandole qualcosa; lei si riappoggia allo schienale e chiude definitivamente gli occhi.
Che rabbia!
Ancora una volta me li ha nascosti!
Un paio di secondi ed ecco quel sorriso che le inarca le labbra.
Dormi, dormi regina, è il momento del tuo volo, come quello del polline di prima.
Posa la tua mente sul pensiero più bello che hai.
In fin dei conti, a che serve questo treno? Per viaggiare, no? Anche con i sogni…
Io sto per alzarmi e per prendere il mio bagaglio, stai certa che non ti sveglierò.
Questa è la mia fermata…
Avrei voluto rivolgerti la parola, conoscerti, sorridere e ridere con te; ma non ho potuto, non ho incrociato nemmeno i tuoi occhi.
Mi avrebbe fatto piacere sapere da dove venivi, dove eri diretta, chi era il tuo re… Ma forse, forse è giusto così.
L’unica domanda a cui vorrei tanto trovare risposta adesso che il treno si sta allontanando è semplice e teneramente spontanea:
“Chissà cosa stai sognando?”
Complimenti Maurizio, una storia davvero bella! Bravo.
claudio
Le storie sono belle, quando crescono con chi le legge. Io, da una vita pendolare, ho aggiunto che la “misteriosa” era assolutamente sveglia. Solo per conquistare chi aveva di fronte, stava facendo finta di sognare.