Premio Racconti per Corti 2012 “Niente di strano” di Sara Matteini
Categoria: Premio Racconti per Corti 2012La pioggia che aveva battuto incessantemente alla finestra per l’intera nottata, aveva per fortuna lasciato il posto ad un sole più luminoso che mai. Sposa bagnata sposa forunata, si sa, ma Ida non era poi così superstiziosa, e a dirla tutta, non sarebbe stato molto comodo camminare sotto la pioggia con quelle scarpe tacco quindici che si era comprata per il gran giorno. Giusto il tempo di aprire gli occhi dal sonno sereno che l’aveva accompagnata in quella magica notte, giusto il tempo di prendere coscienza di sè, pochi secondi di assoluto silenzio, prima del caos: la madre della sposa spalanca la finestra raggiante come non mai, una schiera di donne al seguito butta Ida giù dal letto; mentre una damigella compie un salto mortale nel tentativo di salvare la tazza di caffè bollente che altrimenti sarebbe finito dritto dritto sulle lenzuola bianche, la pettinatrice armeggia con ferro e bigodini e la sarta dà gli ultimi ritocchi all’abito nuziale. Dopo tanto lottare, eccola finalmente, eccola lì, incredula quasi da doversi pizzicare le guance per sentirsi. Per Ida era appena cominciato il giorno più bello della sua vita. Pochi isolati più in là, anche per Catia era appena inziato il giorno più bello della sua vita, anche se le cose non le andavano altrettanto bene: nessun corteo di damigelle a svegliarla, non un parente; solo una cugina, con cui era cresciuta come una sorella, e il suo migliore amico l’avevano raggiunta nel suo piccolo monolocale per starle vicino. Aveva perso i contatti con la famiglia dal giorno in cui aveva dato l’annuncio del suo matrimonio. Il padre si era alzato da tavola e da allora non l’aveva più visto, nè sentito, mentre la madre si era fatta viva soltanto per cercare di “farla ragionare sulla persona che si sarebbe messa in casa” (queste le sue parole), ma senza risultati: Catia aveva seguito il suo cuore e finalmente, dopo tante vicissitudini e complicazioni, anche lei era giunta a quel giorno.La Mercedes che avrebbe accompagnato Ida al Palazzo Comunale si era presentata sotto casa della sposa puntuale come un orologio svizzero; ovviamente lei era tutt’altro che puntuale: aveva appena cominciato la vestizione, non male come ritardo, visto che avrebbe dovuto presentarsi al Municipio un quarto d’ora più tardi! Catia invece non era in ritardo, considerando che non aveva così tanti sostenitori a trattenerla per renderla perfetta, per posizionare meglio anche una sottile ciocca di capelli in modo che le adornasse il viso come una Venere; e dato che da sola non poteva permettersi un’auto di lusso, ad attenderla sotto casa c’era un semplice taxi. Ida, fremente ed emozionata, sale sull’auto assieme al padre salutando i vicini che escono di casa per vederla: <<E’ sempre stata una bellissima donna>>, dice la Signora del piano di sopra con la voce commossa << ma oggi…>>. Il tragitto per arrivare al Palazzo Comunale sembra interminabile e Ida ancora non riesce a realizzare la sua gioia. Finalmente l’auto giunge davanti al Municipio, e termina il viaggio della felicità proprio davanti alla scalinata principale. Ma anche un’altra auto è parcheggiata lì a pochi metri. Un taxi. Forse un parente dell’ultimo minuto? No. Catia va incontro ad Ida con passo svelto, e per la prima volta da quando si era svegliata quella mattina, un lunghissimo sorriso le attraversa il volto. Le due si prendono per mano. Se vivranno per sempre felici e contente non ci è dato modo di saperlo. Fin qui, però, niente di strano.
molto bello 🙂
mi è piaciuto molto, complimenti all’autrice