Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti per Corti 2011 “Lumini e Fate” di Mario Angelo Carlo Dotti

Categoria: Premio Racconti per Corti 2011

Stasera io e il mio piccolo Davide siamo scesi in giardino per provare una torcia elettrica che ha comprato da portare nel suo viaggio in montagna…e invece abbiamo trovato le lucciole.

Il crepuscolo si è rapidamente trasformato in buio ed i lampioni ed i rumori della strada vicina non hanno alterato il loro volo silenzioso.

Prima una, poi un’altra fino a divenire una lenta danza di piccole stelle sospese a mezz’aria, a momenti scendendo allineate come fatine luminescenti appese ad una teleferica, a tratti allontanandosi tutte in una direzione, come magici lumicini vivi che volessero tracciare un’indicazione, una strada su cui potesse volare il mio pensiero.

A terra, innocue braci di fuoco fatuo, gli individui senz’ali che in cambio hanno avuto più luce ed un compito diverso, segnati da una fosforescenza che pare sacra.

Appaiono così solo un giorno l’anno, almeno da me, allestendo lo spettacolo di una minuscola notte di S. Lorenzo e quest’unico momento sembra essere tutta l’essenza della loro vita: la realizzazione del sogno di brillare per poche ore, prima di doversene andare.

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7 commenti »

  1. Il tema del tempo che fugge inesorabile e che attraversa in un attimo la vita. Conciso e melanconico.

  2. Bella metafora sul senso della vita, offre spunti di riflessione. Tutti siamo evidentemente quelle lucciole.
    Se ti va mi daresti un parere anche sul mio racconto “Mi manca anche la testa” ? Mi chiamo Alessandro Musella. Ho scelto questo soggetto perchè il 2011 è l’Anno del Volontariato.

  3. …Per fortuna le lucciole non sanno leggere, scrivere e passare ai posteri le proprie esperienze… e non conoscono gli inganni che le persone per bene possono architettare anche solo per gioco…! Ti dò atto che hai agito in perfetta buona fede… ma hai dimostrato quanta innata cattiveria e perfidia possa contenere un cervello umano nei confronti di altri esseri…! Dal tuo raccontino si evince che sei perfettamente conscio che queste creature hanno un solo ‘momento di vita’… dopo di chè muoiono… e tu (sempre per gioco, ed in perfetta ‘buona fede’…) li hai privati di quel solo magico unico atto…! Bravo…! Molto… bravo, nella forma. Il raccontino è gradevole alla prima impressione ed al superficiale… ma la sostanza… beh, quella… lasciamo perdere. Se proprio vuoi fare una comparazione, pensa a tutte quelle ‘farfalline’ che gravitano ella ‘luce’ di industriali e politici vecchi e danarosi che ‘brillano’ come la torcia del tuo piccolo Davide…! Pensaci per un solo attimo… ed ‘ascolta’ quello che le lucciole stanno dicendo di cotanta interferenza nella loro brevissima vita.
    Altro che romantica notte di San Lorenzo…! Per esse è l’Apocalisse…!
    Ciao e… scusami.

  4. Scusami tu Bonfil, ma non ho capito niente. Perchè dici che ho privato queste creature del loro magico atto? Che frase è esattamente che te lo fa pensare?

    Io e Davide siamo stati fermi ed in silenzio a guardare.

    Nel racconto sto semplicemente descrivendo gli individui alati, ovvero i maschi, che volano simili a lumicini appesi ad una teleferica, e quelli non alati, ovvero le femmine che sembrano braci fra l’erba.

    Quali sono precisamente le parole che ti fanno credere ad un’apocalisse ? (scusa l’appunto ma se apocalisse lo scrivi maiuscolo è il libro di S.Giovanni che narra della fine del mondo e non la fine del mondo in sè)

    Che cosa avrei fatto esattamente e concretamente che non dovevo fare? Avrei dovuto non guardarle? Oppure ti sembra in qualche modo irrispettoso osservare un esserino dalla vita breve?

    Non so, forse hai capito tutt’altra cosa, perciò ti chiedo di rispondermi al più presto.
    La lingua italiana è una lingua “scientifica”, ricca di sfumature, può essere molto precisa e non è difficile dare al discorso un taglio di precisione chirurgica. Ma se tu hai letto ed hai capito tutt’altra cosa, la mia preoccupazione non sono le lucciole che non sanno leggere ma io che non so scrivere!

    Fammi sapere per favore.

  5. …Caro Angelo, buongiorno.
    Apro con un meritato “Bravo” (e non è retorica…) per il tuo bel modo di scrivere, e continuo cercando di chiarire cosa (forse) mi ha portato fuori strada nell’interpretare il bel raccontino. Pongo una semplice domanda: avete acceso la torcia…? La tua risposta chiarirà automaticamente tutto: s’è “sì” è palese (ripeto, sempre in buona fede…) l’inganno. S’è “no” dovresti correggere (chiarendo di non aver acceso la torcia…) l’apertura del raccontino (ripeto… bellissimo per la forma).
    Vedi, caro Angelo, a me piacciono i documentari naturalistici e ne ho uno dove l’autore spiega di un ragnetto che cattura una lucciola e la usa come richiamo…! Tutto qui…!
    Per l’Apocalisse con la maiuscola… beh, suppongo che quando un essere muore… muore con sè tutto il proprio universo e non v’è più alcuna differenza se si usa la maiuscola o la minuscola… Ti dò atto che la lingua italiana è una bellissima lingua che andrebbe meglio usata… ma io sono un vecchio analfabeta di 74 anni… e non pretendo di saperla usare: ci sto provando cercando aiuti in chi credo la conosca meglio di me… ma sino ad oggi ho trovato solo pressapochismo e dinieghi di varia natura…! Ma insisterò, e forse tu ( a causa di questo fortunato ‘scontro’ che ritengo molto costruttivo…) potrai darmi una mano.
    Mi si fa tardi, e devo correre al lavoro. Scrivi ancora, ti prego. In molti abbiamo bisogno di persone che amano ancora la bella lingua italiana… e tu sei una di queste.
    Ciao, e… salutami il piccolo Davide.
    Filippo Bonifacio.

  6. Filippo! Grazie per avermi risposto.
    Beh, a me sembrava chiaro che se avessimo acceso la pila non avremmo visto le lucciole.
    E poi c’è un “invece” .
    Questo avverbio può essere usato con valore di locuzione congiuntiva per indicare l’opposizione di due elementi del discorso che si escludono a vicenda. In questo caso “siamo andati per provare la pila… invece (che equivale a dire: al posto di provare la pila) abbiamo trovato le lucciole”, per cui il trovare le lucciole sostituisce completamente la prova della torcia.
    Mi dispiace che con questo equivoco ti abbia trasmesso delle emozioni negative.
    Non mi sembri certo un analfabeta, magari un po’ impulsivo, ma non si può neppure negare che tu faccia delle considerazioni molto sottili.
    Anch’io devo correre ma… a dormire. Faccio sempre tardi.
    Se hai scritto qualche racconto o poesia mi piacerebbe leggerli.
    Ti saluto Davide e ti ringrazio.
    Angelo

  7. … Buongiorno, Angelo. Spero tu voglia accettare le mie scuse per l’impetuosa e poco meditata irrazionalità del mio non gradevole ‘commento’ … ma il fatto è che ultimamente sto notando un mondo ‘piatto e globalizzato’ dove tutto si può commettere a condizione che altri lo commettano…! Ho già detto che mi piacciono i documentari naturalistici e da essi traggo conclusioni che a volte mi portano fuori dal seminato: a titolo di esempio (e per una folgorante associazione di idee…) ho associato la tua torcia e le tue lucciole alla torcia ed alle lucciole del miglior documentarista che io conosca (David Attemporough…) che a scopo puramente scientifico attrasse una luccioletta lampeggiando con una piccola torcia…! Ad onor del vero devo dire che ho rivisto quel documentario, ed ho notato che egli aperse solo la mano e solo una di queste graziose lucciolette ‘abboccò’ ma si liberò subito e riprese la sua ‘via’…!
    Amo la vita, la Natura e l’Arte in tutte le sue forme… e mi nutro di quel poco che c’è rimasto…. Mi basta pensare a quale sfacelo è giunto il ‘signor’ Roberto Benigni con la più grande Opera mai scritta da essere umano (la Divina Commedia…) per giustificare la rabbia che mi assale quando assisto a scempii di vario tipo.
    Ti prego di non volermene più di quanto io meriti… ed accetta una, se pur virtuale, stretta di mano.

    P.S. Sì, mi diletto nel tempo libero a scrivere qualcosa per la semplice soddisfazione di poterla correggere e rivedere fin che non ottengo qualcosa di gradevole. Stasera o domani (tempo permettendo: io lavoro anche nei giorni festivi) occuperò una di queste pagine per te.
    Ciao… ma il lavoro mi chiama.
    Filippo.

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