Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti per Corti 2011 “Settimo piano” di Antonio Greco

Categoria: Premio Racconti per Corti 2011

Mi chiamo Renato e sono un uomo triste da quando sono stato lasciato dalla ragazza con cui volevo sposarmi e avere un figlio. Erano anni che ne parlavamo ed era il mio più grande desiderio. Poi, da un giorno all’altro, se n’è andata di casa.

È passato oltre un anno e Alfredo, il mio più caro amico, cerca di riportarmi alla vita, con grande fatica e anche contro la mia volontà.

Uscito dal mio lavoro in un hotel di lusso, voglio solo stare sul divano a commiserarmi e a pensare agli errori commessi.

Alfredo è insistente e una sera mi costringe a uscire e a passare una serata con lui, la sua ragazza Sara, e Claudia, una loro amica che non conosco.

La serata sembra andare per il verso giusto e l’incontro combinato con Claudia sembra essere positivo. Per la prima volta, dopo tanto tempo, sorrido e guardo con più fiducia al futuro.

Il finale della serata prende, però, una svolta inattesa perché prima di andarcene insieme Claudia viene abbordata dal barista, che non le aveva tolto gli occhi di dosso tutta la sera. Inutile dire con chi Claudia decide di continuare la serata.

Me ne torno a casa ancora più triste e disilluso.

La giornata successiva non inizia meglio: la sveglia non suona e arrivo in ritardo all’hotel. Il direttore mi licenzia all’istante, anche perché è da quando sono rimasto solo che non mi concentro al lavoro, venendo continuamente ripreso.

Sconfitto, torno alla macchina, trovandola bloccata con le ganasce.

Non posso più resistere e ho uno scatto di nervi. Sono stanco e la mia vita non mi va più bene.

In un crescendo, inizio a vagare per le strade senza meta, indirizzato dai contrattempi che mi trovo di fronte.

Prima, un gruppo di anziani cammina lentamente sul marciapiede, bloccandomi la strada. Giro alla prima svolta utile. Poi, una signora annaffia abbondantemente le piante. Cambio di nuovo strada ma mi trovo davanti due cani portati al guinzaglio che litigano fra loro. Resto incastrato tra i guinzagli e mi libero prendendo una svolta a sinistra.

Pochi passi e mi trovo uno sbarramento di forze di polizia per una manifestazione. Giro a destra e dall’ennesimo balcone una signora sta sbattendo con vigore un tappeto. Cambio strada e la trovo sbarrata per dei lavori.

Sempre più indispettito, sono costretto a girare a sinistra. Immediatamente, mi trovo di fronte all’hotel dei miei sogni. Sette piani, un enorme tendone rosso all’entrata e lì davanti un addetto in una elegante e sgargiante livrea.

Facendomi coraggio mi avvicino, evito in tempo una pozzanghera malefica, e chiedo all’addetto se il direttore è all’interno.

Non faccio in tempo a sentire la risposta che dall’hotel esce di corsa un uomo che, vedendo un taxi passare, si lancia per fermarlo. L’uomo mi viene addosso e mi spinge indietro.

Cado e finisco nella pozzanghera. Da terra, inizio a urlare al cielo.

È in quel momento che alzando la testa vedo qualcosa cadere. In pochi attimi, lo vedo rimbalzare sul tendone e, istintivamente, mi alzo e apro le braccia per prenderlo: è un bambino e non avrà più di 18 mesi. Il bambino piange. Rialzo la testa e vedo al settimo piano dell’hotel la madre ancora con le braccia protese nel tentativo di prendere il figlio.

Sistemo il bimbo tra le braccia, sorrido e mi sento finalmente felice.

Il bambino smette di piangere e allunga una mano verso il mio viso.

La giovane madre arriva di corsa e con gli occhi pieni di lacrime.

Le porgo il figlio e i nostri occhi si incrociano non lasciandosi più. E mentre tutta la gente accorsa osserva il tendone rosso strappato, noi ci stringiamo in un tenero e lungo abbraccio.

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2 commenti »

  1. Eduardo De Filippo fa dire da un suo personaggio ad un amico perseguitato in serie dalla malasorte: ” E chi ti dice che sia una disgrazia?”. Un racconto che invita alla speranza anche quando tutto sembra tramare contro.

  2. Gentile Franco Salvatore Delrio la ringrazio per la bellissima citazione.

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