Premio Racconti per Corti 2011 “Fango” di Brie Parodi
Categoria: Premio Racconti per Corti 2011Un’ automobile di grossa cilindrata sfreccia nella notte su una strada tra gli impervi colli reatini. Il conducente, Edoardo Laversi, impreditore edile, parla animatamente al cellulare, riportando l’esito di una trattativa per la compravendita di un terreno, utile per vincere una gara d’appalto. Durante la conversazione il cellulare si scarica, il navigatore satellitare perde le coordinate per la strada verso Roma e inoltre, per la scarsa visibilità, sbanda con l’auto ed esce di strada. Laversi si mette così a vagare a piedi nel bosco in cerca di aiuto.
Improvvisamente un pastore, accompagnato da una capra, la fidata Lola, gli si para davanti e lo soccorre: lo conduce alla propria abitazione, una piccola cascina in pietra su una collinetta poco distante da lì. Il pastore, un uomo buono e pacifico, gentile ma riservato, ha però la stranezza di trattare la capra come un animale domestico: infatti Lola circola liberamente e dorme in casa.
I due uomini di fronte a un pasto caldo discutono di quanto siano distanti e remoti quei luoghi rispetto alla città. Laversi, ritenendo di avere di fronte a sé un uomo semplice e facilmente influenzabile, calca la mano sull’argomento e dimostrando a parole quanto quelle zone necessitino di servizi, nuove infrastrutture e comfort per riuscire a rimanere in contatto con la società. Il vecchio pastore però non sembra dare molto peso alle parole di Laversi e continua a versargli nel bicchiere una bevanda di sua produzione. Il pastore interrompe poi la conevrsazione quando iniziano a parlare di sogni e speranze infantili.
Laversi, un po’ intontito dalla bevanda e dalla stanchezza, si addormenta sul divano e sogna. Un bambino che corre felice tra campi di grano e prati, improvvisamente sotto una pioggia scrosciante scava contento tra la terra e il fango: fa un buco così grande da cascarci dentro e ritrovarsi piangente su una strada asfaltata e assolata, dove il suono non si propaga. Laversi si sveglia di colpo, senza intuire alcune stranezze della casa. Si dirige verso la cucina e fa per bere un altro sorso della bevanda, ma il liquido ingerito diventa terra, tutto ciò che l’uomo casualmente tocca diventa terra. Laversi terrorizzato tenta di fuggire dall’abitazione e quando esce scopre di aver trasformato anche quella in un cumulo di terra, su cui Lola mastica un pezzo di stoffa che precedentemente gli aveva strappato dal vestito. Come braccato Laversi cade in terra e inavvertitamente si tocca una gamba. Si sveglia, per fortuna era tutto un sogno.
E’giorno e il pastore, già all’opera con il proprio bestiame, gli ha lasciato un biglietto di saluti in cui gli augura di trovare o aver già trovato ciò che più desiderava. Laversì lascia la casa e tutto sembra girare per il verso giusto: il cellulare funziona, conclude l’affare dei terreni, e fa un tranquillo ritorno a Roma. Prima di passare in ufficio, però, va a casa dove inaspettatamente lo attende una piccola bimba, che gli corre incontro. Lui, felice, fa per abbracciarla, ma il corpo della piccola gli si sbriciola tra le mani come terra. Un pastore intanto pascola quieto le sue capre nel verde.
Come dire non si può raggiungere tutto quanto desideriamo senza pagare almeno un pegno. Però quel pastore non mi piace in ogni caso. Continua il sogno o il protagonista infine si è svegliato? Misterioso
L’imprenditore edile che priva il mondo della terra, riscopre l’importanza della terra e della Terra. Profondo.
Se ti va mi daresti un tuo parere sul mio soggetto “Mi manca anche la testa” ? Ho scelto questo soggetto perchè il 2011 è l’Anno del Volontariato. Alessandro Musella.
Forse è una visione un pò pessimista, però la comprensione dei propri errori, dell’importanza delle cose non porta automaticamente alla redenzione. O meglio, per rispondere anche a Franco, sta al lettore scegliere quale chiave di lettura gli sia più congeniale: sperare che sia solo un sogno e quindi c’è redenzione oppure ritenere che il tutto sia reale e che quindi non ci sia un lieto fine.