Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti per Corti 2011 “Simpathy for the Devil” di Matteo Casini

Categoria: Premio Racconti per Corti 2011

22 MAGGIO, PRIMO GIORNO DI GEMELLI

Poco prima di mezzanotte

Sembrano lontani i tempi in cui potevi girare la notte senza aver paura – Silvia pensava probabilmente a questo mentre si lasciava rincorrere e baciare.

Il vino gioca sempre a far scivolare le azioni un po’ sotto la linea della volontà, così ti fai scivolare te fino alla rimessa dei treni dietro Via Montecuccoli.

Un bacio ubriaca in un club, due chiacchiere con un tipo e ti ritrovi in uno squallido spiazzo, pieno di pozzanghere, con uno che t’infila le mani dovunque. Lo fa bene, sa come toccarti e tu, che non ricordi quasi l’ultima volta che ti sei svegliata sudata sulla spalla di qualcuno, ti lasci trasportare.

Diventa d’un tratto nervoso. Il ragazzo che vi guarda da sopra le scale, sta picchettando sul corrimano un manganello di ferro. Vi guarda e fischietta. Ogni volta che fa un acuto senti una mano in gola, fino alla pancia, che ti stringe lo stomaco.

Un altro esce da dietro una locomotiva in riparazione. Altri quattro sembrano apparire dal nulla.

Lui ti prende la mano e ti trovi a corrergli accanto; urla di scappare mentre si butta a peso morto su uno di loro.

Hai la strada libera ora e senza pensarci corri e corri, sempre più veloce.

Silvia è lontana da lì ed è ancora sotto shock, inciampa e picchia la testa sul marciapiede. Pochi metri dietro, nella rimessa dei treni, una bastonata s’infrange sulla testa di Lui con un suono terrificante di ossa che si schiantano.

QUALCHE ORA PRIMA

In una grande stanza, con al lato una cabina insonorizzata e protetta da un vetro spesso, stanno seduti intorno ad un tavolo cinque ragazzi. Dietro il vetro c’è Giulia con le cuffie sulle orecchie e la bocca vicina ad un microfono. –Qui Radio Centocelle. Lo avete appreso dai telegiornali stamattina. Già da tempo era possibile avvertirlo dalle dichiarazioni false dei politici bugiardi; era possibile sentirlo nell’aria che si respirava in strada: il corpo di polizia dello stato federale italiano ha definitivamente lasciato i municipi autonomi di Roma. Il territorio è ormai controllato dalle squadre violente e sadiche dei rondisti. Da oggi sarà la paura a governare la nostra città……

Giulia continua a parlare e al tavolo, davanti al suo sguardo fisso che attraversa il vetro, la situazione inizia pian piano ad animarsi. Tra di loro c’è chi, come Michele, vuole formare dei gruppi armati di difesa; altri sconfessano la violenza.

(Sotto di loro, scesi dieci gradini di una scala a spirale, Veronica e Reshma si sfiorano, forse per la prima volta. Si lasciano sfuggire un sorriso che si anima ad ogni respiro per diventare poi desiderio)

Sopra, Silvia è stremata dal confronto. E’ preoccupata dalle ripercussioni di un gesto che potrebbe sembrare un’aperta dichiarazione di guerra.

Se non te ne fossi accorta, stamattina la guerra è iniziata-, Michele chiude così la discussione ed esce in strada girandosi una sigaretta. Fuori alza lo sguardo al cielo; la pioggia batte sul tettuccio di lamiera che ripara pochi centimetri oltre la porta d’ingresso.

Giovanni ha un bell’aspetto e, anche se impacciato, è affascinante. Balbetta mentre parla con Silvia perché ne è innamorato, ma lei, ancora carica di tensione, non lo ascolta. Libera la metodicità del suo carattere mentre monda una mela trovata sul tavolo; col coltello, lentamente, senza mai allontanarlo dal frutto separa una spirale di buccia. Giovanni balbetta e cerca di convincerla ad organizzarsi con loro, quando la tocca Silvia si lascia sfuggire il coltello e sbaglia.

Da fuori arriva un rumore di ferraglia che mette tutti in allerta.

Entra dalla porta Michele con un grosso pezzo di lamiera e propone di trasformarlo in armature. Domenico e Martino erano rimasti in disparte durante la discussione, ma si adoperano subito procurandosi manganelli dalle aste di alcune bandiere. Silvia impazzisce dalla rabbia, cerca di fermarli ma viene interrotta da Giovanni, –Anche tu!-.

Giulia è ora in stanza con loro e non riesce a capire il livello di tensione. Chiede a Domenico cos’è che sta facendo, ma lui non risponde.

Silvia esce e Giovanni la segue. Fuori della sede di Radio Centocelle la prende per un braccio, cerca di trattenerla, ma lei lo sfida.

-Prova a fermarmi!-

-Dove stai andando?-

-Dichiarati, cazzo. Dillo!-

-Cosa dovrei dire?-

Silvia si allontana e Giovanni la lascia andar via.

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2 commenti »

  1. Matteo riesce a trasmetterci tutta l’insicurezza e l’angoscia in un possibile mondo senza regole.

  2. Come sarebbe un mondo in guerra civile? Un mondo dove le certezze di oggi hanno lasciato il posto alle insicurezze dell’instabilità politica e della guerriglia ? Paura e tensione.

    Se ti va mi daresti un parere sul mio racconto “Mi manca anche la testa” ? L’ho scritto per il 2011 Anno del Volontariato. Alessandro Musella.

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