Premio Racconti nella Rete 2011 “Il pappagallo” di Micaela Fantauzzi
Categoria: Premio Racconti nella Rete 2011Quando il grande Ramaji, famosissimo illusionista, morì, il suo inseparabile pappagallo Ara, fu portato in un negozio d’animali e messo miseramente in vendita. Rimase lì, sul suo trespolo, in quella bottega buia, accanto a piccole gabbie d’uccellini, che ormai non cinguettavano più, per quasi un mese. Un giorno, entrò nel negozio un signore anziano, dall’aria distinta, che nel passargli accanto urtò il trespolo e il pappagallo gli svolazzò sulla spalla. L’uomo rimase colpito e decise che quell’uccello dai colori vivaci era perfetto come regalo d’anniversario per la moglie. Il pappagallo diventò, in poco tempo, il figlio ed il nipote che la coppia non aveva mai avuto. La mattina volava delicatamente sul letto dei coniugi, col becco afferrava il risvolto del lenzuolo e li scopriva, gracchiando “E’ ora di svegliarsi pigroni!” I due, anche se insonnoliti, non potevano far altro che sorridere a quella sveglia unica al mondo.
Passò qualche anno e tra l’uomo e il pappagallo s’instaurò un rapporto profondo, quasi… morboso. A volte, la moglie, dalla porta socchiusa dello studio, aveva visto il marito, in penombra, parlare sottovoce al pappagallo; non aveva mai chiesto spiegazioni, come se quello che si dicevano dovesse rimanere un segreto tra loro.
I mesi scorrevano tranquilli fino al giorno in cui l’uomo si ammalò e fu costretto a letto. Il pappagallo passava le giornate al suo capezzale e non si allontanava mai, la donna quando portava da mangiare al marito, lo portava anche a lui, temendo che si lasciasse morire di fame.
I medici annunciarono che ormai non c’era più niente da fare e che la malattia avrebbe concesso solo altri pochi giorni di vita. La donna era disperata, piangeva notte e giorno ed accarezzava le penne rosse del pappagallo, certa che anche lui stesse soffrendo.
Una triste notte, l’uomo si spense…. All’alba la moglie si rese conto che era morto e mentre lo abbracciava, tra le lacrime, le sembrò di vedere su quelle labbra ormai senza vita, un leggero sorriso. Rimasta sola, si chiuse nel suo dolore e non volle più vedere nessuno, soltanto il pappagallo dava un po’ di sollievo alla sua sofferenza.
Una sera, la donna si preparò per andare a dormire; non si era sentita troppo bene, quel giorno, era stanca e le girava la testa. Si distese sul letto e il pappagallo le svolazzò accanto, fissandola con i suoi occhi curiosi. “Mi guardi, mio bel pappagallo?! Come vorrei che mio marito fosse qui con noi, adesso! Anche tu lo vorresti, eh?!” – “Ma io sono qui!” disse la voce del marito. La donna trasalì, si guardò intorno, ma non c’era nessuno! La voce continuò… “Sono qui con te, nonaver paura, ce n’andremo insieme!” Finalmente, si rese conto che era il pappagallo a parlarle. Si mise a sedere sul letto….. “Ma sei tu, sei proprio tu…..!?” – “Riposati, stanotte inizierà il tuo viaggio ed io sarò con te!” A queste parole, la donna appoggiò la testa sul cuscino e chiuse gli occhi, una sensazione strana pervase tutto il suo corpo, aprì gli occhi e vide il pappagallo vicino a lei, si sentì rilassata, lo accarezzò e sorrise.
La mattina seguente trovarono la donna morta nel letto, col sorriso sulle labbra…..
Dalla finestra della camera, due bellissimi pappagalli, dalle grandi ali rosse, spiccarono il volo insieme e scomparvero nel cielo.