Premio Racconti per Corti 2011 “Ricordi d’infanzia” di Micaela Fantauzzi
Categoria: Premio Racconti per Corti 2011(Flashback b. n.)
Otto anni, un paio di pantaloncini corti e una maglietta a righe bianche e blu.Antonio cammina a passo svelto.
La campagna è inondata dal sole.
Quel pomeriggio ha deciso di andare a trovare il suo amico Giorgio perché sono tre giorni che non si presenta a scuola.
Mentre si avvicina alla casa dell’amico, si rende conto che c’è un inusuale silenzio, le persiane sono sbarrate e tutto sembra disabitato. Dal fienile vede uscire un uomo robusto, vestito di nero che trascina un baule apparentemente molto pesante. Il piccolo Antonio un po’ impressionato si nasconde dietro a un cespuglio. Il cuore gli batte forte e il primo impulso è quello di scappare da quel posto, ma la curiosità vince la paura e rimane rannicchiato sull’erba, in silenzio. Intanto l’uomo carica il baule su un vecchio camioncino e poi scompare nuovamente dentro la casa. Antonio si sporge per vedere meglio. In terra, di fronte alla porta c’è il vecchio e inseparabile trenino di legno di Giorgio. Adesso è veramente sicuro che in quella casa è accaduto qualcosa di spaventoso. Sta per correre a chiamare aiuto quando vede, vicino all’orto, una profonda buca. Il bambino rabbrividisce. In quel momento “l’uomo nero” esce dalla casa e si dirige verso la buca, afferra la vanga rugginosa e comincia a ricoprirla, purtroppo o per fortuna, prima che Antonio sia riuscito a guardarci dentro. Il piccolo coglie l’attimo e scappa a gambe levate.
Appena arriva a casa, racconta animatamente tutto ai suoi genitori, ma invece che una telefonata ai carabinieri, come si aspettava, scatta una sgridata e una punizione.
(Fine flashback.)
Antonio, ormai anziano, con i folti capelli bianchi, è seduto sul pullman, che dopo molti anni lo riporta al suo paese. Pochi chilometri lo separano dalla casa della sua infanzia e i ricordi si fanno sempre più vividi. Quel fatto accaduto da piccolo lo ha segnato per sempre.
Ricorda ancora il sorriso del suo amico Giorgio quando lo sfidava a salire sull’albero di mele e gli diceva “Chi arriva per ultimo è un baco da seta!” Ricorda altrettanto chiaramente lo sguardo severo di suo padre mentre gli diceva “Non si devono mai spiare le persone!”
Intanto, però, l’amico Giorgio non era tornato a scuola e nessuno lo aveva più cercato.
Il pullman si ferma per far salire alcune persone. Un signore anziano, si siede accanto a lui.
Gli occhi di Antonio luccicano nel guardare dal finestrino la sua campagna.
Il signore, inavvertitamente gli pesta un piede.
“Scusi!”
Antonio: “Non si preoccupi!”.
Signore: “Lei è di queste parti?
Antonio: “Sì, ma sono stato lontano per tanti anni, forse troppi.”
Signore: “Anch’io, ci siamo trasferiti a Milano per il lavoro di mio padre. Ora, però, che sono vecchio ho sentito nostalgia della bella campagna toscana e sono tornato.”
Antonio prova un’improvvisa simpatia per quell’uomo e la esterna con un sorriso.
I due cominciano a chiacchierare e a scambiarsi aneddoti di vita vissuta.
“Mi dispiace, devo scendere!” Annuncia ad un certo punto Antonio.
“Anch’io!” Esclama l’altro.
I due si ritrovano sul ciglio della strada. Il sole è alto nel cielo, gli uccellini cinguettano e i fili d’erba ondeggiano al vento.
“Non ci siamo ancora presentati, mi chiamo Antonio.”
L’anziano signore lo scruta da sotto la tesa del cappello e gli sorride.
“Ciao, Antonio!”
Poi, a passo svelto si avvia nella campagna.
Antonio gli urla “Qual è il suo nome?”
Il vecchio lancia il cappello in aria e grida “Mi chiamo Giorgio! E… chi arriva per ultimo è un baco da seta!”
Triste e divertente al tempo stesso. Cara Micaela non lascarmi nel dubbio: cosa c’era nella buca?
Caro FrancoSalvatore, dentro la buca c’è quello che ognuno vuole vederci !
Cara Micaela,
secondo me dentro la buca c’è una partita di bachi da seta andata a male. A parte gli scherzi, io ci vedo il passato che va sepolto visto che si sta per iniziare una nuova vita e non sempre è bene portarsi appresso quanto appartiene al tempo andato,in alcuni casi potrebbe essere ostacolante. Ancora: partire è un po’ morire a volte riguarda oltre chi va via, anche chi resta.
Gentile Franco Salvatore,
sono pienamente concorde con la tua analisi!!