Premio Racconti nella Rete 2011 “Le cronache di Thalos – il primo incontro” di Walter Maggi
Categoria: Premio Racconti nella Rete 20111. Risveglio
Jack mi sveglia a calci:
– Alzati Terenzio, lurido cane, il sole è sorto e dobbiamo partire
Jack è il nome di battaglia del mio amico Jackob, figlio di rabbino Ashemita e Nassyrim di grado blu. Un silenzio innaturale ci circonda e mi domando che fine hanno fatto gli animali della foresta.
Sento Jack esclamare:
– Pietre di merda – esclama mentre indica le pietre verdi che abbiamo disposto intorno a noi per proteggerci e continua imitando la voce del vecio – Liberatele dal sacchetto e vedrete che nessuno si avvicinerà e così potrete dormire sonni tranquilli
Ci metto un po’ a riprendermi dal torpore, poi dico:
– Be’, funzionare hanno funzionato no? Questa notte abbiamo dormito tranquilli senza che animali o orchetti venissero a mangiarci.
– Certo, hanno funzionato maledettamente bene, ma ora che mangiamo noi? Ti sei dimenticato che siamo partiti leggeri contando di sfamarci con gli animali del bosco? Ma se questi vengono scacciati da queste cavolo di pietre, mi sai dire che mettiamo sotto i denti? Eh?
Mi guardo intorno e vedo solo alberi, pigne e sassi, e nessuna di queste tre cose mi sembra particolarmente commestibile.
– Va be’, va be’, adesso vedremo cosa fare
– E che vuoi fare? Vuoi forse tornare indietro a prendere che so, un po’ di gallette e un maiale?
– No, certo che no, dobbiamo raggiungere Thalos, forse sulla strada troveremo orchetti con cui scambiare cibo… Ed una volta giunti alle porte probabilmente anche una locanda.
Mi guarda dubbioso, ma non possiamo fare altro, siamo Nassyrim e Mordecai in persona ci ha scelto per questa missione, non possiamo certo tornare indietro. Raccogliamo le nostre poche cose comprese le pietre verdi e ci incamminiamo verso est. Sarà una dura giornata, ma entro domani dovremmo essere alle porte di Thalos.
Arranchiamo tutto il giorno salendo il sentiero che dal passo ci sta portando verso la cima da dove dovremmo scorgere Thalos.
E’ una calda giornata di luglio.
La fame si fa sentire lungo tutto il cammino.
Intorno a noi tutto è silenzio.
E’ tardo pomeriggio quando finalmente aggiriamo il crinale e giungiamo in vista della cima, sul cucuzzolo del monte di fronte si scorge la croce che indica la strada verso Thalos, calcoliamo di risalire il versante arrivando in cima entro sera, ma ad un tratto un rumore di zoccoli rompe il silenzio intorno a noi: ci arrampichiamo sopra un robusto albero e da li scorgiamo alla nostra sinistra tre figure: un cavaliere in armatura argentata, un attendente ed un paggio che tira un mulo con le provviste; Percorrono in fila indiana la mulattiera che, salendo dalla costa taglia il crinale proprio sotto di noi per poi dividersi scendendo a destra verso la città e salendo a sinistra verso Thalos. Richiamo l’attenzione di Jack e gli dico:
– Se stanno andando a Thalos anche loro saranno guai. Dovremo affrontarli….
– Così bardati non saranno molto veloci e dovranno per forza seguire la mulattiera, mentre noi risaliremo il versante del monte tagliando per il bosco. Non credo arriveranno a Thalos prima di noi e una volta dentro le sue mura ci proteggeranno.
– Si, ma dopo la cima il bosco termina ed il terreno è aperto, per cui se ci raggiunge là, il cavaliere ci farà a pezzi, conviene affrontarli ora!
– Forse sono solo di passaggio…. E poi Mordecai si è raccomandato di non perdere tempo in battaglie inutili e rischiose fare, ricordi? Ci ha dato i gradi apposta proprio perché non facessimo ciò che stai pensando di fare.
Lo guardo in faccia mentre lo stomaco brontola, mi giro verso Jack ed esclamo:
– Accoppiamoli! Accoppiamoli e poi mangiamo il loro cibo. Per Dio le pietre hanno fatto il deserto intorno a noi!
Mi guarda, è dubbioso ma ha fame anche lui…..
– Va bene, sono d’accordo. Ora scendiamo sulla mulattiera e vediamo dove affrontarli.
Scegliamo il posto con cura, poco prima del bivio, dove il sentiero si restringe per una frana verso valle e una betulla caduta a monte fornisce una buona protezione per me.
Jack si siede a gambe e braccia conserte in mezzo al sentiero, la spada in grembo e i gradi blu ben in vista. Dal mio nascondiglio li vedo arrivare: sono un cavaliere, una scudiera prossima alla promozione e una paggetta che mi sembra proprio niente male. Fisso la scudiera, mi sembra di conoscerla. Il cavaliere si ferma e con un gesto imperioso della mano invita la scudiera ad andare a combattere. Mi domando cosa fare: il nostro piano prevedeva che io affrontassi attendente e paggio mentre Jack (molto più in gamba di me, lo devo ammettere) il cavaliere.
Intanto la scudiera estrae la picca, alza lo scudo ed avanza decisa, Jack si alza ed inizia il combattimento, lo devo ammettere, è un gran bel duello: Jack quando combatte si muove leggiadro quasi come un ballerino, ma la ragazza è in gamba e, probabilmente, ha qualche dote magica che la supporta nel combattimento. I due si muovono come in una danza dal ritmo sempre più frenetico e tra stoccate e giravolte, colpi di picca e parate di scudo si spostano sempre più verso monte, in direzione del bivio, fino a quando non spariscono dietro ad una curva..
Attendo, attendo nel sottobosco, vedo che la “paggetta” avanza affascinata dal combattimento e si porta alla destra del cavaliere.
Devo attendere con calma, con molta calma, il momento giusto, senza fare il minimo rumore, senza farmi scoprire, ancora un momento, ancora un momento mentre la ragazza avanza passo dopo passo.
Attendo che sia all’altezza del quarto posteriore del cavallo e poi scatto: esco roteando l’ascia che prende velocità e potenza. Cavallo e cavaliere si voltano verso di me e con un colpo secco recido la giugulare del cavallo che crolla sul fianco mentre schizzi del suo sangue impregnano il sentiero e lordano la mia cotta. Cadendo il cavallo imprigiona il cavaliere rallentato oltre misura dall’armatura rigida, mollo l’ascia, salto sul corpo del cavallo ormai morto, impugno la spada a due mani e con un colpo secco dall’alto verso il basso, la infilo di punta tra armatura ed elmo, dritto nella gola, uccidendolo sul colpo.
Estraggo la spada mentre nuovi fiotti di sangue mi sporcano i calzari, “li pulirò poi” penso, mi giro verso la paggetta che ha fatto un salto indietro ed ora ha in mano la sua spada, mi guarda fisso, sembra non sapere cosa fare. Con un movimento fluente, faccio scivolare lo scudo sul braccio sinistro, impugno la spada con la destra e mi lancio all’attacco: alzo la spada, un passo avanti e poi calo la spada con un preciso ma fiacco fendente, parata. Rialzo la spada, altro passo in avanti, altro fiacco fendente e nuova parata. Ripeto questo attacco lento, preciso e metodico altre due o tre volte, fino a quando sento che le tremano i polsi, poi abbasso la spada e mi decido a parlarle:
– Vattene, voltati e fuggi ora e se sarai abbastanza veloce la tua vita continuerà.
Mi guarda con odio, prende la spada con entrambe le mani e poi scatta in avanti puntando diretta sullo scudo, caricando la spada con un movimento a taglio da destra a sinistra per un colpo di potenza. Sorrido: è troppo leggera per farmi male con un colpo del genere. Evidentemente non sa chi sono io e decido di farglielo scoprire nel peggiore dei modi: roteo il busto di 180°, paro con la spada, che, però, mi si spezza in mano con uno schianto secco mentre la sua continua la corsa tagliando come burro la mia cotta di Nitralim, sento la mia carne bruciare quando la sua lama mi sfiora, ma intanto continuo a ruotare facendo un giro completo su me stesso e la colpisco con lo scudo sulla schiena, facendola cadere dritta dritta nella pozza di sangue e fango del cavallo.
Lascio cadere la spada ormai inutile, lascio cadere anche lo scudo e la strattono per un braccio facendola ribaltare su se stessa, poi mi siedo a cavalcioni sul suo stomaco. Uno sbuffo d’aria esce dai suoi polmoni compressi.
Le blocco i polsi con la mano destra e con la sinistra prendo il pugnale che mi ha regalato Mordecai quando mi ha promosso Nassyrim, è sottile, affilato, la punta termina ad arpione e i bracci dell’impugnatura sono incurvati ad U per cui, quando vuoi imprigionare qualcuno basta buttarlo a terra e poi infilarlo nel terreno tra i due polsi, esattamente come ho appena fatto.
Poi prendo pungolo, è il mio pugnale preferito: è l’unico ricordo di mio nonno, prendo il sacchetto con le gemme legato al suo fianco e recido di netto il cordoncino di cuoio.
– Questi me li prendo io: è il giusto compenso per la fatica sostenuta….
Mi guarda con odio, ma non profferisce parola. Recupero la sua spada caduta lì vicino, la prendo e osservo le antiche rune incise sul filo.
– Accidenti, mi volevi proprio fare male, eh? Mmmmmm, lama elfica, dannatamente efficace, be’, mi terrò anche questa, dato che hai rotto la mia. Giusto, no?
Nessuna risposta, se dai suoi begli occhioni verdi uscissero fiamme, starei bruciando all’inferno. Le slaccio la cintura e poi tiro il fodero con la mano sinistra facendolo scorrere sotto la sua schiena, so di farle male, me l’hanno fatto tante volte a me quando perdevo un duello, ma lei si inarca sulla schiena e non fa un lamento. Alzo di nuovo la lama e riprendo a parlare mentre la guardo ammirato:
– E’ bella e leggera, ma tagliente e velenosa come denti di vipera, Pericolosa, molto pericolosa, soprattutto in mano a chi mi vorrebbe far del male, non credi?
Poi infilo la spada nel suo fodero e getto il tutto lontano.
La guardo dritto nei suoi profondi occhi verdi e le sorrido, mi fissa dritto negli occhi e digrigna i denti.
Cambio di posizione spostandomi sulle sue ossa pubiche, con la sinistra le blocco la mascella mentre con la destra slaccio la bandana che porto al collo, ci sputo sopra e inizio a ripulirle delicatamente il viso sporco di sangue e fango mentre le dico:
– Mi devo guadagnare il mio compenso e, poi, così ti rimarrà un mio ricordo sul tuo corpo
Quando ho finito di pulirle il viso lascio la sua mascella. Subito ne approfitta per sputarmi in faccia, poi mi risponde:
– E il mio su di te, lurido porco!
La guardo sorpreso e mi sembra pentita, cioè non di avermi offeso o sputato addosso, bensì di avermi parlato, come fossi un essere umano e non una bestia. La schernisco:
– No, no, no, non andiamo affatto bene, una così bella amicizia stroncata sul nascere. No, no, no, non ci siamo proprio.
Poi prendo con le mani i due estremi del cordoncino che le chiude il corsetto verde all’altezza del seno, noto che respira affannosamente, tiro e il nodo si scioglie; poi prendo con le dita i lembi del corsetto e lo apro lentamente; poi alzo delicatamente la casacca bianca sotto il corsetto, sento il suo respiro farsi sempre più affannoso e mi diverto a pensare a cosa immagina le succederà; poi con la mano sinistra le blocco di nuovo la testa e premo con pollice e indice tra le due mascelle impedendole così di urlare, infine le piego la testa verso destra vincendo i suoi deboli sforzi che oppone alla mia presa.
Mi chino su di lei fino a sfiorarle la guancia, inspiro e il suo profumo mi invade i sensi e le sussurro nell’orecchio:
– Quando si va in guerra, il nodo dei corsetti conviene farlo in basso e non sul seno, poi si fa almeno con doppia galla e non semplice come questo, se no qualche malintenzionato potrebbe scioglierlo facilmente ed approfittarsi di te…
Sento che trema alle mie parole, ma non mi sembra sul punto di mettersi a piangere, è proprio una ragazza coraggiosa, prendo la bandana ormai ridotta ad una schifezza con la destra e continuo:
– Questa me la porterai lavata e stirata alla Fine del Mondo, mi raccomando, ci tengo, è la mia araldica porta-fortuna.
E gliela infilo sotto la casacca alzata.
Poi lascio la presa, le libero i polsi e mi alzo per recuperare le armi ma un rumore richiama la mia attenzione, mi volto e la vedo correre veloce verso il mio amico Jack, mi rendo conto di aver fatto una cazzata: non ho pensato a perquisirla e se ha un’altra arma addosso Jack probabilmente morirà.
Mi domando se è il caso di inseguirla, ma corre veloce e io, tra cotta, gambali, scudo ed armi, ho troppi chili da portarmi dietro, o abbandono tutto e l’uccido o abbandono Jack, ripenso ai suoi occhioni verdi e decido per la seconda.
Poco dopo sento un grido: Jack è morto! Ed è morto per colpa mia, percorro mestamente la distanza che mi separa dal mio caro amico e lo trovo riverso lungo il sentiero. Mi avvicino e lo giro con la schiena a terra, la cotta di Nitralim è perforata all’altezza del cuore, come sospettavo la mia paggetta dagli occhi verdi era armata, aveva un coltello, probabilmente anche questo di lama elfica, a giudicare dal taglio netto sulla cotta. L’ha ucciso di fronte, non alle spalle, come si compete ad una grande guerriera.
Mi chino sul corpo di Jack, prendo dal mio borsello una pietra di estragon, poi allargo con le dita il buco nella cotta e vi infilo la pietra appoggiandola sul cuore.
Immediatamente Jack si rianima e mi guarda con odio gridando:
– Tu! Maledetto bastardo, dovevi coprirmi le spalle! Razza di cane morto! Eravamo ad un soffio dalla vittoria e ora, tu e la tua maledetta trovata di merda! Mordecai ti inculerà a sangue! Sempre che non ti faccio a pezzi prima io!
Lo guardo e sorrido:
– Jack, Jack, tu sei morto, la pietra di estragon ti ridà sembianze di vita, ma per tornare ad essere te stesso dovrai aspettare che arriviamo dal druido delle sorgenti, solo lui potrà donarti nuova vita, e non ti preoccupare, ho abbastanza zaffiri e diamanti da convincerlo. Sarò tutto a carico mio.
– E ci credo, gran figlio di puttana. E’ solo colpa tua se quelle due troie mi hanno ucciso. Lurido figlio d’androcchia….
Mi fissa con i suoi occhi vitrei e poi continua con tono accusatorio:
– Ma perché vuoi andare dal druido delle sorgenti? Dice la legenda che proprio prima della porta minore di Thalos c’è la fonte dell’eterna giovinezza…. Che diavolo ti salta in mente? Perché vuoi tornare in città e mettere a rischio la nostra missione? Ricordati, prima di tutto noi siamo Nassyrim, e tra tutti siamo i prescelti. Che vuoi fare, mandare tutto a puttane? Ma che ti salta in testa?
– Jack, Jack, prima di tutto, noi non sappiamo dov’è la fonte, ci hanno detto che è vicino alla porte minore, ma se fosse una balla? Quanto tempo perderemmo per trovarla? Non credo proprio che sia lì, in bella mostra, altrimenti le tue “amichette” ci avrebbero portato il loro cavaliere, invece sono scappate a gambe levate.
– Se hai così tanti gioielli da corrompere il druido delle sorgenti, puoi usarne qualcuno per farti guidare da un orchetto, loro sanno tutto
– E tu ti fidi di loro? E se visto il mio oro pensano che gli costa meno fatica rubarmelo? E, poi, dove li vedi gli orchetti? Non ricordi che le pietre verdi hanno fatto il deserto intorno a noi?
– Contamela giusta, lurido bastardo. Cos’è? Ti hanno conquistato gli occhioni della puttanella che mi ha ammazzato? Eh?
Noto che l’odio sta montando dentro di lui, e mi domando se la paura della morte lo fermerà: la pietra estragon è legata alla mia magia e smetterà di agire quando io morirò, chissà se ci pensa che sarebbe la fine per entrambi? Di sicuro, al momento, di me non gliene frega niente, ma di lui? Gli rispondo a mezza voce:
– Beh, occhioni verdi così non se ne vedono molti in giro…
– Già, e scommetto che non hai notato nient’altro…
Ripenso alla casacca alzata, al suo respiro affannoso e decido di mentire:
– Solo quelli, ma mi bastano ed avanzano, ti assicuro
– E a me non ci pensi? Mi ha ammazzato?
– Jackob, quel paggetto doveva avere la mia età e di sicura la mamma non l’ha mandata sola.
– Non chiamarmi così, sai che odio quel nome, e poi qui tua madre ti ha mandato solo….
– Qui dove? Io sono ad un pallosissimo seminario sulla storia talmudica con il mio amico Jackob e suo cugino Nimrod
Mi sorride: da quando abbiamo scoperto suo cugino, l’aspirante rabbino Nimrod, mentre approfondiva con i suoi piccoli allievi il significato di “conoscenza biblica”, soprattutto nelle parti riferite a Sodoma e Gomorra, è divenuto il lasciapassare per tutte le nostre scorribande. Gli sorrido di rimando e continuo:
– Non penserai mica che i suoi lo sappiano? Ma quale madre si fiderebbe mai di mandarla in guerra da sola? Dai, dev’essere venuta con sua sorella o cugina o amica….
– O fratello, cugino, amico, fidanzato……….. Non ci hai pensato?
– E dove sono? Credi che un fratello, amico o fidanzato la lascerebbe sola con un cavaliere e quella aspirante guerriera? A proposito, non ti ricorda qualcuno?
– Si, ora che me lo dici, mi sembra Sasà, l’amica della Maga.
Ora vedo che mi guarda con occhi diversi: è tornato ad essere Jack, è tornato dalla mia parte.
– Ma come faremo a trovarle?
– Non ti preoccupare: sono o non sono il miglior cacciatore della banda? Ascolta, prima passiamo dal druido e poi scopriremo dove alloggia la Maga, la sua amica, occhioni verdi e la sua accompagnatrice. Trovarle sarà facile, vedrai!
– Mordecai s’incazzerà a morte quando lo scoprirà: eravamo ad un passo dalla vittoria e ora dobbiamo ripartire da zero.
– Be’ in fondo è solo un gioco, no?
– Non dire così, Mordecai ti potrebbe uccidere solo per queste tue parole: lo sai che per lui questi tornei di spada e magia sono la sua vita.
– Comunque basta non dirgli niente, in fondo lo sappiamo solo io e te, e chi ti dice che non riusciremo ad espugnare Thalos per primi? Noi siamo i migliori Nassyrim in circolazione. E’ vero, siamo vicini, maledettamente vicini, ma non credere che le sue porte si aprano così, al primo che capita. Da quello che si racconta devi sputare sangue per superare i nove guardiani della porta maggiore e le due sfingi a guarda della porta minore, capaci di distruggerti con lo sguardo e travolgerti con il loro soffio che diventa tempesta…. Senza dimenticare gli orchetti che si aggirano nel bosco a fare il loro sporco lavoro.
Mi guarda dubbioso, e poi risponde:
– Si, ma la vacca che ha duellato con me era una scudiera ed ora che ha ucciso un Nassyrim di grado blu, stai certo che nessuno le toglierà la promozione a cavaliere. Ce la troveremo tra poco sulla strada e sarà molto più dura, soprattutto se tu non vuoi far del male alla pupa e io non la posso colpire, ci hai pensato?
– Questo non mi preoccupa: senti, sono della Lega Astragalica, sai che vogliono tutte le carte a posto, prima di promuoverla. Vorranno verificare se ti ha ucciso e, dato che sei, o meglio, sarai ancora vivo, vorranno sapere chi ti ha fatto risorgere, poi lo vorranno interrogare per avere conferma, poi verranno da me per sapere se la pietra estragon era mia, quante ne avevo quando sono partito, quante quando sono tornato e per chi le ho usate… Ci vorranno mesi, per cui non credo che la promuoveranno almeno fino al nuovo anno. E poi bisogna vedere se il mio paggetto dai grandi occhi verdi le darà o meno i meriti, in fondo ti ha ucciso lei, no? Potrebbe anche tenerseli per se…
– Be’, niente è sicuro, neanche la morte, come nel mio caso. Ma davvero la vuoi andare a cercare quella troietta? Bisogna anche vedere se occhioni verdi non decide di accopparci prima…. Sai che per quanto sia potente il druido delle sorgenti, io non la potrò più colpire senza danneggiarmi e qualsiasi colpo sferrerai a lei colpirà anche me: la mia anima è legata alla sua.
– Per la mia paggetta non la cerco certo per farle del male, anzi…..
Mi fermo, lo guardo dubbioso fisso sul mio amico e poi continuo:
– Chissà se il legame delle anime vale solo per il male subito? E se, invece, valesse anche per il bene? Sai, potresti anche scoprire lati nuovi…. Quando la bacerò, fammi sapere come mi trovi. Senti, ma preferisci che d’ora in avanti ti chiami Jackeline?
Si ferma, mi guarda esterrefatto, e poi inizia a lanciarmi sassi raccolti dal selciato gridando:
– Ma vaffanculo, culattone di merda … – mentre m’insegue.
Arriviamo correndo e ridendo al bivio con la strada che scende in città, arriviamo proprio quando il sole tramonta e tinge tutto di rosso. Jack si lascia cadere esausto su un masso.
Penso che Jack ha ragione, penso che sarà dura, quando lo saprà, Mordecai Malanova s’incazzerà a bestia e vorrà farmela pagare di brutto…. Penso che forse cercherà anche di prendersi occhioni verdi, fosse solo per il gusto di rubarmela. forse dovremo duellare, forse ci toglierà i gradi, forse non saremo più Nassyrim, forse dovremo diventare lupi grigi. Mi domando se ci accoglierebbero nella Lega Astragalica. Ma credo che se Jack mi copre le spalle, nessuno ci farà del male.
Guardo Laigueglia sotto di noi mentre si accendono le prime luci della città, mi volto verso il mio amico, lo prendo per la mano e mentre lo aiuto ad alzarsi gli dico:
– Andiamo pigrone, il druido e due belle gnocchette ci aspettano in città per festeggiare il nostro ritorno, faremo baldoria fino all’alba … Ti prometto che questa notte passerà alla storia e che non ci faranno più tornare fino a quando saremo vecchi dal casino che combineremo!
Si, sarà dura, difficilmente riusciremo ad espugnare Thalos per primi, il druido si papperà molti dei miei gioielli e Malanova me la farà pagare, ma ripenso a quegli occhioni verdi e so che ne varrà la pena.