Premio Racconti nella Rete 2011 “Il pianeta utopia” (sezione racconti per bambini) di Anna Maria Mandas
Categoria: Premio Racconti nella Rete 2011Questa è la storia di due ragazzini di dodici anni, Tom e William, che hanno avuto il coraggio e la grande curiosità di conoscere un pianeta molto lontano dalla terra.
Erano cugini di primo grado, in quanto i padri erano fratelli ed abitavano nella stessa villa grande e spaziosa che, però, era stata divisa in due parti per permettere alle famigliole, anche se ben affiatate, di essere indipendenti una dall’altra.
Intorno alla casa si estendeva un vasto terreno coltivato a grano, così grande ma così grande che non se ne vedeva a occhio nudo la fine. E qui giocavano felici i due fanciulli ogni sera, dopo aver fatto i compiti.
Un bel giorno, calate le ombre della notte, erano già a letto con i loro pigiamini quando rizzarono le orecchie al sentire uno strano ronzìo che giungeva dal campo. Si alzarono contemporaneamente e si affacciarono alla finestra. Restarono di stucco nel vedere vicino alla loro casa un enorme disco volante che si stava poggiando sopra il grano. Dalle finestrelle dell’apparecchio vedevano muoversi degli esseri che non capivano chi fossero, non potendoli vedere bene. Prima che i ragazzi potessero scendere ed avvicinarsi, il disco si sollevò e in un attimo scomparve nel cielo. I due fanciulli, delusi, tornarono a letto, ma quella notte non riuscirono a prendere sonno.
L’indomani non parlarono con nessuno di ciò che avevano visto, ma decisero insieme cosa avrebbero fatto. Avrebbero finto di andare a dormire, ma poi, in silenzio, si sarebbero alzati e sarebbero scesi nel campo ad aspettare il disco.
Verso la mezzanotte non era ancora successo nulla e stavano per rinunciare quando sentirono nuovamente il ronzìo della notte precedente. Si nascosero meglio tra le spighe di grano e aspettarono emozionatissimi che il disco si posasse.
Infatti, non solo si posò ma si aprì uno sportello e ne uscirono due omini con le antenne e due grandi occhi molto distanti uno dall’altro; inoltre il corpo era ricoperto da una tuta argentata. Non erano molto alti e si muovevano come due robot parlottando tra loro.
William con grande coraggio si fece avanti e chiese chi fossero e cosa volessero. Anche Tom si avvicinò ai due strani esseri così diversi da loro. Rimasero sbalorditi nel sentirsi rispondere in maniera comprensibile, benché la voce fosse metallica e le parole pronunciate a scatti.
– Veniamo dal pianeta Utopia, ma siamo dei semplici piloti; se volete sapere perché siamo qui a perlustrare la vostra terra, dovrete venire con noi e parlare con i nostri capi. Ci metteremo poco tempo e poi vi riporteremo qui sani e salvi. Fidatevi di noi!
Tom e William non se lo fecero ripetere due volte; accettarono l’offerta e salirono sull’apparecchio per la grande avventura. In men che non si dica, furono in alto in mezzo alle stelle e poterono godere di una vista meravigliosa. In mezz’ora giunsero a destinazione e atterrarono in un discoporto vastissimo tutto pieno di dischi volanti. Alle loro domande i due robot rispondevano sempre: – Quando arriveremo saprete tutto e soddisferete la vostra curiosità.
Scesi dal disco volante, furono fatti salire su una bellissima macchina che li portò in un palazzo dove le luci erano tutte accese. Quale sorpresa fu per loro essere accolti da uno stuolo di formiche giganti che li fecero accomodare attorno ad un lungo tavolo dove, oltre alle formiche, erano seduti anche dei grilli giganteschi.
I capi erano: Simonetta, una graziosa, snella, alta ed elegante formica con un bel vestito celeste e delle piccole scarpette a tacco alto e Matteo, suo fidanzato, che era un robusto e alto grillo dallo sguardo molto intelligente.
La voce di Simonetta era dolce e carezzevole quando cominciò a parlare: – Miei cari amici, è da molto tempo che esploriamo il vostro pianeta perché volevamo essere sicuri di poterci trasferire lì e di poterci vivere serenamente, ben accetti da tutti voi del pianeta Terra. Ma ora sappiamo che la cosa è possibile. Vedete ragazzi, – e la sua voce tradiva una certa angoscia – il nostro pianeta sta per morire, ha finito il suo ciclo vitale e noi non possiamo farci niente. Dobbiamo al più presto traslocare in un altro pianeta se non vogliamo morire con tutte le nostre ricchezze.
Ogni tanto Matteo l’interrompeva per annuire e dire che Simonetta aveva ragione, che loro volevano vivere perché si amavano e desideravano dei figli che fossero felici anche se… in esilio.
Simonetta riprese: – Questo corpo celeste è ricco di risorse, il suo terreno è fertilissimo, c’è da mangiare per tutti i suoi abitanti ed il sottosuolo è un immenso giacimento di oro, argento e pietre preziose. Peccato che stia per disgregarsi. Dobbiamo agire in fretta. Ora è tardi, vi faremo riaccompagnare a casa e domani tornerete qui. Voglio ricevervi a casa mia, farvi vedere le nostre ricchezze e, mentre ceniamo, vi esporrò il mio progetto. Voi potrete esserci molto utili. Per ora non parlatene con nessuno.
Tom e William furono riaccompagnati al discoporto e in un baleno furono a casa. Si misero a letto, finsero di essere malati e dormirono tutto il giorno.
La sera aspettarono che i genitori fossero andati a dormire e solo allora si vestirono e scesero nel campo, badando a non far rumore.
Puntuale alle 11 arrivò il disco volante e li prese a bordo. Giunti a destinazione furono portati immediatamente a casa di Simonetta, che li accolse con grande gentilezza, presentando loro le sue cinquanta sorelle.
La casa era grande, con stanzoni enormi ma, prima di visitarla tutta, Tom e William furono fatti accomodare a tavola per consumare una lauta cena.
Le cinquanta sorelle a turno servivano a tavola; solo Simonetta non faceva quel lavoro perché impegnata in affari della massima importanza.
Dopo la cena i ragazzi chiesero di poter visitare la casa, che era modernissima e dotata di ogni comodità. Videro le camere da letto con tanti lettini ben ordinati, una grande cucina, una sala da gioco e poi furono condotti nei sotterranei dove c’erano ricchezze che li stupirono.
I ragazzi chiesero: – Ma cosa ne fate di tutte queste ricchezze? Basterebbe un sacchetto di queste pietre per vivere da miliardari!
Simonetta rispose: – Adesso saprete tutto. Queste sono solo briciole. Qui siamo tutti ricchi; ogni famiglia ha una vasta cantina piena di queste ricchezze e, se ci accoglierete come speriamo, potremo rendere ricchi anche voi terrestri. Nel discoporto non avete visto tutti quei dischi volanti pronti a partire? Sono tutti pieni delle stesse cose: oro, argento e pietre preziose. Ci serviranno per costruire una bella e moderna città nel vostro pianeta, dove vivremo il resto della vita felici e sereni. Adesso voi tornerete a casa con un sacchetto di queste pietre, racconterete tutto ai vostri genitori e, se ci vorrete tra voi, partiremo subito!
Tornati a casa i due ragazzi raccontarono ai loro cari questa storia fantastica ed incredibile e, stranamente, furono creduti senza difficoltà anche perché, al primo colpo d’occhio quelle belle pietre che avevano davanti agli occhi parevano subito autentiche e della miglior qualità.
Fu allora convocato il sindaco della città che non ebbe alcuna difficoltà a venire incontro a questa popolazione di insetti giganti ed a far costruire subito una grande città nelle vicinanze da un gruppo di abilissimi ingegneri e architetti.
In poco tempo fu un fiorire di case e casette con giardini fioriti, piscine e campi da tennis e sono allora arrivarono gli abitanti del pianeta Utopia con tutte le loro ricchezze.
Ci fu lavoro per tutti e la convivenza fu facilissima anche perché Simonetta e Matteo, che intanto si erano sposati, avevano fatto amicizia coi genitori di Tom e William, i due bravi ragazzi che ora scoppiavano dalla felicità. Il loro compito era finito; avevano compiuto una buona azione salvando la popolazione del pianeta Utopia, che dopo poco tempo si disintegrò completamente. Tutto e tutti erano stati messi in salvo e nessuno si meravigliava nel veder circolare per la strada tanti robot, tante belle formiche e tanti grilli giganti.
Piacevole e stilisticamente ben scritta. Curiosa la scelta di formiche e grilli in qualità di abitanti del pianeta Utopia. Quasi gli stessi personaggi della favola “La cicala e la formica” di Esopo.