Premio Racconti nella Rete 2011 “Nel Vento” di Sandra Pisano
Categoria: Premio Racconti nella Rete 2011Anche dentro giornate di pieno sole in quel posto batteva sempre il vento. Nessun angolo della casa, dentro e fuori ne era privo troppo a lungo, perché cambiava direzione spesso e all’improvviso, placandosi a tratti senza arrendersi mai del tutto.
La casa era cima ad una lieve collina, ma stando sul patio si dominava con lo sguardo uno spazio così ampio, tanto da dare l’impressione d’essere sulla vetta di un monte.
In certe belle mattinate come quella, il sole illuminava il paesaggio sottolineando di intensità alcuni dettagli come un riflettore sull’attore a teatro. Uno di questi raggi particolari cadeva sempre sulla striscia di mare all’orizzonte, facendolo apparire a volte come un nastro argentato ed altre caricandolo di un azzurro profondo.
Era la prima primavera che trascorreva in quella casa, e tutto questo verde intorno gli suscitava emozioni intense, paragonabili alla voracità di un assetato di fronte ad un bicchiere di menta.
Le tonalità dei colori erano cambiate con il passare dei mesi e degli uomini nei campi, che aravano, seminavano, mietevano e aravano ancora. L’inverno passato era stato avaro di pioggia e nonostante la disastrosa siccità che si preannunciava per l’estate, tutti quegli alberi dai fiori bianchi e rosa intorno mettevano addosso l’entusiasmo e l’allegria come una promessa di festa.
Ad alzarsi presto certe mattine era facile incontrare il sole al risveglio fra i monti, colorare il cielo di tinte arancionate smorzate solo dai fumi della nebbia che prendeva il volo.
Tutto intorno non c’era nessuna casa, tranne quel casolare di pietre diroccato che spezzava in due lo spettacolo del tramonto in direzione della città.
A tratti l’aria intorno sembrava trattenere il fiato e si poteva sentire un silenzio assoluto, ancora più assordante in quanto esteso all’intera vallata deserta, e in quei momenti di raccoglimento intimo con l’universo anche Dio diventava più probabile.
Di tutti i sentimenti che quel posto poteva suscitargli, l’unico bandito era la paura. <<Preferisco rischiare di morire qui alla certezza di sopravvivere altrove>> aveva dichiarato di fronte ai ripetuti atti di terrorismo degli amici e dei parenti che mai avrebbero passato una notte, neanche in compagnia, in quel posto.
Indossava quell’ampiezza di spazi, quell’apertura ai venti come portasse un maglione di lana sulla pelle, e quel vuoto di presenze gli riempiva l’anima dandogli sicurezza. Quando capitava di rientrare o uscire da casa che era notte, anche senza luna, non aveva la minima esitazione e si muoveva con la disinvoltura di un cieco dentro casa, e osservava il cielo ricomporsi di stelle ogni sera, come si guarda il disegno dell’ombrello che protegge della pioggia.
La notte la città, come un garbuglio di stelle, sembrava ancora più lontana e inutile, così fitta di lampade artificiali, da non poter cogliere né immaginare la potenza della luce della luna piena.
Allora si ricordava con disgusto dei vari appartamenti dai quali aveva traslocato e dei diversi vicini di casa, pensando con commiserazione all’abbrutimento del pensiero collettivo dei coinquilini e del linguaggio sottile dei rumori quotidiani, con cui si raccontano agli altri, ognuno a casa propria, del proprio quotidiano.
Lui invece , in quella casa sentiva di aver finalmente trovato una dimensione umana, dignitosa, “tra gli alberi che crescono” in sintonia con i tempi delle stagioni, scanditi da sole e lune piene e vuote, così fluidi e intensi da non potersi più misurare. E forse non era un caso che nel giro di breve tempo tutti gli orologi della casa si fermarono. Forse ad ascoltare il vento.
immagini di vera poesia , con la solitudine vissuta non come una disgrazia ma come un rifugio in cui sentirsi sicuri.
ma, poi, chi è veramente solo, se immerso nella natura? i miei complimenti!
Tutti siamo alla ricerca dell nostro buen ritiro, a volte esso non è solamente un preciso posto fisico, ma è anche un luogo dell’anima e per quest’ultimo motivo non sempre gli altri possono condividere la nostra affezione nei suoi confronti in quanto sentimenti, emozioni e sensazioni personali a volte sono difficilmente esportabili. Poetico