Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti nella Rete 2011 “Destino” di Alice Marrassini

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2011

…DESTINO…

Era un giorno cupo,il tipico giorno autunnale di Milano ,nel periodo precedente alla Seconda Guerra Mondiale,mentre Mussolini stava andando al potere. L’investigatrice aveva ricevuto una chiamata urgente dalla stazione della città e si era precipitata all’istante sul luogo. Quel maledetto giorno c’era stato un omicidio in un vagone ferroviario. Questi casi l’attraevano irresistibilmente,e non poteva mai sottrarsi al desiderio di risolverli. Ancora non aveva molta fama,ma a lei interessava solo fare bene il suo lavoro. Quando giunse a destinazione un uomo le andò incontro con passo frettoloso.

-“Menomale che è arrivata signorina,la stavamo giusto aspettando! Mi segua,da questa parte!” esclamò. La donna lo seguì senza proferir parola,camminando sulla ghiaia e provocando uno scricchiolio al quanto sinistro,come se la situazione non fosse già abbastanza inquietante. L’uomo che la precedeva si fermò bruscamente indicando il vagone.

-“L’omicidio è avvenuto al suo interno.” Comunicò.

-“Allora sarà meglio entrare per dare un’occhiata. Il corpo non lo avete toccato vero?” chiese poi Rosalie.

-“No,non abbiamo contaminato assolutamente niente. Tutto è come quando è stato trovato.” Rispose.

-“Posso sapere con chi collaboro?”

-“Oh,certo,mi scusi signorina. Sono l’ispettore Jacob Brian.” Disse porgendole la mano. L’investigatrice la strinse con una forza istintiva,rimanendo del tutto femminile. Poi con passo freddo ed elegante Rosalie entrò nel vagone. Mise a fuoco la figura del cadavere e si avvicinò cautamente per poi inginocchiarsi di fianco alla vittima. La ragazza non riportava nessuna ferita aperta,quindi non era stata utilizzata né una pistola né un pugnale. Scostò i capelli dal collo,quest’ultimo non recava nessun segno di strangolamento. E così due opzioni andarono infrante. Ne restava solo una ma tutto era da vedere.

-“Sappiamo come è stata uccisa la ragazza?” domandò allora.

-“No,comunque si tratta di un ragazzo.”

-“Di un ragazzo?” chiese stupita “Ha dei tratti somatici davvero molto delicati,non me ne ero resa conto. Comunque chi era?”

-“Si chiamava Jared Halle,aveva 21 anni. Il suo sogno era quello di avere successo nel campo della musica,ma si sa…con i tempi che corrono…”. Effettivamente in quell’ arco di tempo era un sogno irraggiungibile e impossibile,così come esprimere i propri pensieri al vento, figuriamoci suonarli e cantarli.

-“I familiari sono stati avvisati?”

-“Si,sono completamente sconvolti e distrutti. Soprattutto il gemello,Luke.”

-“Posso parlargli dopo aver perquisito più attentamente il cadavere?”

-“Ma certo signorina. Se vuole intanto glielo chiamo.”

-“Non occorre.” Replicò secca,poi tornò ad occuparsi dei particolari. La prima cosa che notò era un bigliettino all’interno della tasca dei pantaloni,ben visibile,forse vi era stato messo apposta. La donna lo estrasse delicatamente, come se avesse paura di disturbare la sua morte e lo aprì. Esso citava:P.N.F. Solo tre lettere,una breve sigla che non assumeva nessun significato. Poi notò che in una mano stringeva uno specchio,lo osservò con estrema attenzione fino a notare che vi si rifletteva una parola: Blonde. Riflesse molto su ciò che poteva significare e ne aveva una qualche vaga idea. Mise il bigliettino nella tasca della giacca ed uscì nel vento gelido dell’autunno,dirigendosi dal presunto gemello,lo riconobbe subito dalla particolarità dei tratti somatici.

-“Posso parlarle?” chiese con gentilezza e fare esperto.

-“Certo…” rispose flebile andandole incontro.

-“Secondo lei chi è stato?”

-“Io…io non lo so. So solo che in quell’angolo là la polizia sta trattenendo i sospettati.” Disse con voce tremante. Agli occhi di Rosalie sembrava così innocuo,in fondo anche lei sapeva cosa voleva dire perdere una persona cara,lei aveva visto i suoi genitori morire sotto i suoi occhi per mezzo della guerra,proprio questo la spinse ad intraprendere il suo lavoro a soli 18 anni. Ora ne aveva appena compiuti 24 ma la sua esperienza era maggiore di molte persone che investigavano da più anni. C’era anche da dire che per la prima volta in vita sua si sentiva attratta da un ragazzo,ma non ci fece molto caso.

-“Ha qualche idea del perché?” insistette.

-“No,ma con i tempi che corrono ho paura che la causa sia stata la nostra voglia di esprimerci contro il regime.”

-“D’accordo,per ora mi basta così! Credo che la interpellerò anche più tardi.” con questa frase lo lasciò lì per tornarsene nel luogo del delitto seguita dall’ispettore Jacob.

-“I sospettati?” domandò Rosalie.

-“Glieli devo chiamare?”

-“Esattamente!” rispose. Dopo qualche minuto arrivarono tre uomini. Due dei quali erano in divisa,cosa che la insospettì molto. Il terzo era un uomo rozzo che non sapeva nemmeno come era finito in quella situazione. L’investigatrice decise di interrogarli brevemente ed una volta finito aveva una delineazione intuitiva del quadro generico. Poi cominciò a parlare informando le persone presenti delle sue constatazioni:

-“Allora,ora vi dico come la penso: la vittima ha lasciato due indizi. Uno era un bigliettino con su scritta una sigla:P.N.F. ,sono sicura che dato i sospettati si tratta di “Partito Nazionale Fascista”. Il movente sarebbe che uno di voi due –e qui si soffermò sugli uomini in divisa- aveva paura che si esprimessero contro il vostro regime dittatoriale così ha pensato di toglierne di mezzo uno,ha pensato bene a uno solo perché sapeva che uccidendone uno l’altro non avrebbe combinato niente. Come “arma” è stato utilizzato del veleno,come lo so? Rispondo subito,la vittima teneva in mano uno specchio sul quale si rifletteva la parola “Blonde” e si tratta di un veleno potente,la cui principale caratteristica è il suo colore violaceo. Da qui sono riuscita a capire chi è il colpevole.” Alle parole di Rosalie i due soldati divennero immobili come delle statue,non che questo li preoccupasse,dato che ormai era lecito uccidere,ma non senza un motivo, però più che altro li infastidiva essere accusati.

-“E chi accuseresti donna?” chiese uno di loro.

-“Il suo collega,come può notare anche lei ha una macchia viola sulla manica della divisa,e questa è una traccia del veleno.” Rispose imperturbata. Il soldato accusato strinse gli occhi e non proferì parola poi portò la sua mano a coprire la macchia,ma ormai il gioco era fatto. Rosalie ordinò alla “polizia”,destinata a rimanere tale ancora per poco,di portare via il colpevole dicendo che ci sarebbe stato un interrogatorio ed un verdetto a seguire. Poi si accucciò a chiudere gli occhi al cadavere augurandogli un buon riposo e si diresse nuovamente fuori dove vi trovò Luke. Lo raggiunse velocemente a passo spedito.

-“Allora?” chiese lui.

-“Ho scoperto il colpevole,è stato uno dei soldati fascisti. Chi altro sennò?” rispose triste,non sopportava che gente come i cosiddetti soldati vagassero liberi per le strade delle città uccidendo a destra e manca.

-“Quindi avete risolto il caso?”

-“Si..ma ciò non può portare indietro quel povero ragazzo.” disse demoralizzata. Poi,non si sa se per le parole pronunciate dalla bocca di Rosalie,o se per il sollievo, Luke posò delicatamente le sue labbra su quelle della giovane donna,facendola rabbrividire di piacere. Questo era il suo primo bacio. Ma proprio mentre esso si consumava sotto i loro sguardi un colpo di sparo giunse alle loro orecchie. Successivamente il proiettile trapassò l’investigatrice per poi giungere sino a Luke e caddero insieme sul terreno duro. L’impatto ne causò la morte istantanea,mettendo fine alle loro vite e ad un amore che sarebbe potuto sbocciare. Ma una cosa positiva c’era: Luke avrebbe raggiunto suo fratello gemello Jared senza più doverlo lasciare. In fondo è proprio vero che l’uno non può vivere senza l’altro e il destino aveva esaudito quelle parole dette.

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