Premio Racconti nella Rete 2011 “La gatta Vittoria” (sezione racconti per bambini) di Marilena Boccola
Categoria: Premio Racconti nella Rete 2011Questa è la storia della gatta Vittoria. Vittoria era una bella gatta dal pelo lucido tutto nero con una macchia bianca a forma di triangolo proprio sulla fronte. La gatta Vittoria viveva con i suoi padroni, una coppia di anziani signori che le volevano molto bene; tuttavia, si sentiva sola perché non aveva nessuno con cui giocare così, un bel giorno, decise di andare alla ricerca di nuovi amici. Si mise in viaggio di buon mattino e, cammina cammina, incontrò una gazza alle prese con una moneta luccicante.
“Ciao, io sono la gatta Vittoria. Come ti chiami?”
“Ciao, sono la gazza Martina” rispose la gazza distrattamente continuando a becchettare.
“Vuoi giocare con me?”
“No, certo che no. Non posso proprio, ho troppo da fare” disse la gazza. “Devo procurarmi altre monete come questa, sono così scintillanti… non resisto! Non resisto! Devo andare” e volò via.
Delusa, la gatta Vittoria riprese il suo cammino di buona lena fino a quando non s’imbatté in una tartaruga.
“Ciao, io sono la gatta Vittoria. Come ti chiami?” miagolò la gatta.
“Sono Uga, la tartaruga” rispose affannata la tartaruga senza fermarsi.
“Vuoi giocare con me?”
“No mia cara, non posso proprio, devo scappare, sono troppo in ritardo! Ho un sacco di cose da fare io, altro che giocare!” E anche la tartaruga se ne andò.
La gatta Vittoria proseguì il suo viaggio sempre più sconsolata fino a quando, passando sopra ad un ponticello vide un pesciolino che nuotava nell’acqua del ruscello.
“Ciao, io sono la gatta Vittoria. Come ti chiami?” gli chiese la gatta Vittoria sporgendosi oltre il corrimano in legno del ponte.
“Sono il pesce Lino” rispose il pesce uscendo con la testa dall’acqua.
“Vuoi giocare con me?”
“Oh no! Come potremmo? Siamo troppo diversi, io amo l’acqua e tu l’aria, non credo proprio sia possibile” rispose categorico e senza aspettare replica se ne andò sbattendo la coda e le piccole pinne.
La gatta Vittoria rimase ancora una volta da sola, ma non si perse d’animo anche se era già passato mezzogiorno ed era ormai molto lontana da casa. Cammina cammina, si ritrovò a costeggiare un campo di grano dorato punteggiato di papaveri rossi e, mentre trotterellava sul suo sentiero, vide che a tratti spuntava la testa di un gatto che saltellava qua e là tra le spighe.
“Ciao!” gridò.
“Sono la gatta Vittoria, come ti chiami tuu?”
Un bel gattone tigrato le venne vicino continuando a saltellare: “Sono il gatto Matteo”
“Vuoi giocare con me?” le chiese la gatta Vittoria.
“Ma certo! Seguimi!”
E così finalmente, la gatta Vittoria trovò finalmente un amico con il quale giocare, passò tutto il pomeriggio con lui e quando il sole stava ormai calando all’orizzonte gli disse: “E’ sera, devo tornare dai miei cari padroni altrimenti si preoccuperanno, ma domani è il mio compleanno e mi piacerebbe tanto tornare per festeggiarlo con te e per giocare ancora”.
“D’accordo, domani sarò qui ad aspettarti” la rassicurò il gatto Matteo.
Il giorno dopo, quando si svegliò, la gatta Vittoria trovò una bella sorpresa da parte dei suoi padroni: una spazzola rossa con un bel nastro annodato al manico e setole morbidissime per spazzolare il suo pelo e mantenerlo lucido e pulito. Grata e felice del regalo ricevuto, s’incamminò alla ricerca del suo amico. Arrivata nei pressi del campo di grano maturo iniziò a chiamare: “Gatto Matteooo! Gatto Matteooo!” ma nessuno le rispose. Chiamò ancora e poi ancora, ma il gatto Matteo non le rispondeva allora si sedette all’ombra di un grande albero frondoso e stava per mettersi a piangere quando, all’improvviso, sbucarono dal grano niente meno che la gazza Martina, la tartaruga Uga e il pesce Lino in una boccia d’acqua che reggeva il gatto Matteo. Tutti insieme intonarono: “Tanti auguri a te, tanti auguri a te, tanti auguri cara Vittoria, tanti auguri a teee! Evviva!” tutti applaudirono felici. La gatta Vittoria non poteva credere ai propri occhi e alle proprie orecchie e si mise a piangere davvero, ma stavolta dalla contentezza.
“Scusami se non sono arrivato subito, ma ieri quando mi hai raccontato che nessuno aveva voluto giocare con te, ho pensato di rimediare” le spiegò il gatto Matteo “Così sono andato a chiamare questi amici e gli ho fatto capire che la vera ricchezza sono le persone a cui voler bene alle quali bisogna dedicare tempo; non conta se si è diversi o si hanno gusti e opinioni differenti, l’importante è rispettarsi e aver presente quali sono le cose veramente importanti nella vita” disse Matteo “Ma ora dobbiamo festeggiare! Forza amici, andate a prendere il nostro regalo!” aggiunse.
La gatta Vittoria non era mai stata così emozionata. Fu proprio la gazza Martina a consegnarle una piccola scatola di velluto blu; Vittoria l’aprì e al suo interno trovò un collarino con appeso un sonaglio lucente e tintinnante.
“E’ per te” le disse il gatto Matteo allacciandole il collare “Così ti sentiremo arrivare e saremo sempre pronti a correrti incontro per giocare insieme”.
Fu così che la gatta Vittoria non si sentì più sola e quel giorno fu il primo di tanti giorni passati a giocare con i suoi nuovi amici.
Racconto molto carino ed educativo
Brava Mary! Anche questa è carina e con morale, ti farò sapere qual’ è piaciuta di più