Racconti nella Rete®

Stasera chissà  

SCENA 1 – INTERNO GIORNO. ANNI OTTANTA.

Squilla il telefono, risponde mia madre, sono gli zii che mi invitano a prendere il the’ da loro.

“E poi c’è una sorpresa, di’ a Livia di fare presto, ciao” – conclude mia zia Mariuccia.

La mamma sorride mentre mi infilo il completino più decente che ho e una sciarpa vivace, l’ombrello nuovo. Esco.

SCENA 2 – ESTERNO GIORNO.

Cammino verso la fermata del bus ma a metà strada mi fermo per avvisare Giovanni, che la prende male, così scende nel portone e litighiamo sotto la pioggia, mi si inzuppano le scarpe.

“Ma Livia avevi promesso di venire alla festa scout per i malati. Non so perché stiamo insieme. Sei la solita superficiale, senza impegno nella società, anche loro hanno bisogno di te, tu non puoi…”.

“Non rompere Gio, anche i miei zii avranno diritto no? se manco una volta agli scout non è grave, capita”

Non c’è traffico, il bus in venti minuti dalla periferia mi porta in centro.

Un bel palazzo anni 30, il citofono gracchia, sbirciano da dietro una finestra e aprono.

SCENA 3 – INTERNO GIORNO.

Baci, abbracci saluti di cortesia e gli zii mi trascinano nel salottino.

 “Finalmente Livia conosci il nostro Sandrino”

Lui mi viene incontro, bello, sorridente, abbraccio formale sfiorandoci le guance poi subito occhi negli occhi e un fremito, istintivamente ci siamo piaciuti. 

Ci accomodiamo per prendere il the’ chiacchierando confusamente:

“Domani già torna a Venezia”

 “Brava, continua con il pianoforte ma prima la laurea”

“Io sono la madrina di battesimo, che emozione”

“Eh, si si è bravo anche lui, trova pure il tempo di fare sport, la corsa?”

“No il Liceo scientifico, tu invece fai  il Classico,giusto?”

“Tua madre mi ha letto la pagella, ah ma come siete bravi…”.

 “Ora uscite, noi prepariamo cena e poi la gioventù non può stare tutto il giorno con i vecchi”

SCENA 4 – ESTERNO GIORNO.

Strade semideserte, il vento ha spazzato le nubi, fa fresco. Sandro mi mette un braccio sulla spalla per proteggermi dal freddo, io mi appoggio a lui con naturalezza e passeggiamo così, in sintonia fin da subito, guardando un po’ il cielo un po’ i nostri occhi (potremmo essere in riva al mare come in centro a Milano non conta nulla per noi).

Ci prendiamo poi per mano, controlliamo con lo sguardo per capire se condividiamo la stessa emozione. 

Qualche frase per dirci di due vite in città diverse, la mia passione per la musica e la sua per l’atletica e la pallavolo.

In primo piano i nostri visi, labbra che si sfiorano, timidamente, piccoli baci rubati.

Il rintocco del campanile ci riscuote, è tardi, ora di tornare.

Salgo sul bus a malincuore, ci salutiamo tristi attraverso il finestrino, agitando la mano.

SCENA 5 – INTERNO GIORNO.

Qualche settimana dopo arriva una sua lettera.

“Mia cara Livia… a luglio andremo in Spagna in camper, pensavo che si potrebbe…”

Ma viene persa nel caos generale, stiamo traslocando.

SCENA 6 –  INTERNO NOTTE. TEMPO ATTUALE.

Sul tavolo una sua e-mail recente.

“Cara Livia, sono a Viareggio per lavoro, ti va un caffè insieme?”

Sullo schermo del mio PC ho sbirciato il suo profilo Internet, professionista affermato, giovanile e ancora libero.

Finisco di truccarmi.

“Chissà se ho fatto bene ad accettare?” – chiedo al rossetto.

Aggiusto l’abito da sera, mi segna un po’.

 “Chissà se mi riconoscerà?” – chiedo allo specchio.

Spengo la luce, chiudo la porta, esco.

SCENA 7 – ESTERNO NOTTE.

Salgo sul taxi che mi aspetta sottocasa. Stasera chissà.

(di Silvia Dini)