Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti nella Rete 2011 “Durante una gita in campagna” di Annamaria Loiacono

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2011

Durante una gita in campagna

“Allora siete tutti ospiti da me” disse al telefono Giorgio. “Ci vediamo sabato alle undici davanti al cancelletto della mia casa di campagna, difronte alla strada sterrata che porta in cima alla collina, proprio in faccia alla mia villetta:  “L’antica quercia”. “ “Allora a sabato”, risposero Luisa e Marco.

Sabato alle undici c’erano Luisa, Marco, Anna Maria e Luciano ad attendere sotto un cielo primaverile, gli sguardi pieni di simpatia, davanti al cancello grigio, dopo aver suonato il campanello, in silenziosa attesa della risposta. E la risposta arrivò ben presto, il cancello si aprì stridendo sui cardini arrugginiti. “Salite” disse una voce calma dal tono caldo e affettuoso. Era un po’ che non si vedevano, ritrovarsi dopo giorni era una piacevole riscoperta di sé stessi, del tempo passato insieme. Mentre salivano lungo la strada scoscesa lentamente, osservando gli alberi posti lungo il lato destro, la siepe bassa, punteggiata di fiori bianchi e profumati, l’erba qua e là popolata di margherite e fiori selvatici, apparve sulla porta sorridente e trafelato Giorgio. “Ciao, come va? Siete arrivati!!”. Si scambiano baci, abbracci, frasi di circostanza, cortesie con l’allegria , un po’ su di tono, un po’ affrettata, di chi ha fretta di capire e di ritrovarsi poi nelle sue abitudini consuete , interrotte da questa invasione piacevole e temporanea, è piacevole ritrovarsi anche con gli altri si, ma nella propria consueta maniera di essere tranquilla e rilassata. “Allora Luisa e Marco dormono nella camera matrimoniale laggiù, Anna Maria la mettiamo nella cameretta rosa, in fondo al corridoio, Luciano può dormire in soggiorno, sul divano, va bene così?!” “ Ma certo Giorgio, non preoccuparti”. E Giorgio “ Sai, da quando io e mia moglie ci siamo separati, questa casa è sempre più grande. Ogni tanto viene a trovarmi mio figlio, anche lui vive per conto suo.” “ Su con il morale , Giorgio, ora ci siamo qui noi”, dice Anna Maria contenta. E: “Dai facciamo due passi, voglio vedere la campagna qui intorno”, dice prendendolo per il braccio ed allontanandosi con lui per il vialetto, le scarpe da ginnastica che scivolano sull’erba fresca, uno sguardo al cielo azzurro, uno sguardo al suo viso imbronciato. Le chiome delle querce creano una zona d’ombra piacevole e fresca, un leggero crepitio delle scarpe sulla corteccia e sulle foglie, abbandonate dal tempo e dal vento o accumulate maldestramente dal rastrello di Giorgio, provetto giardiniere in un giorno   noioso. Filtra una luce fresca e splendente tra le foglie, più in là una radura ampia e assolata, la raggiungono e si siedono sull’erba a rimirare il panorama, verdi alberature,campi, in lontananza alcuni casolari che svaniscono in un’aura un po’ nebbiosa e umida. “Vedi, siamo venuti a trovarti, così passiamo un po’ di tempo insieme, facciamo le ferie in campagna. Proprio un bel posto, una campagna meravigliosa, come hai fatto a scovarlo.?! “Ma se l’ho avuta dai miei, questa villetta in campagna, ci ho passato le estati dall’infanzia. In questo punto, un giorno ero con mio padre, laggiù ho raccolto dei fiori per mia madre, e su quel sentiero crescono i fiori di camomilla e di origano profumato, ogni angolo di questa terra è per me un ricordo, mi rassicura come se vi appartenessi. Quando ci ho portato Barbara, credevo che sarebbe stato per sempre un rifugio per me, per lei e per mio figlio, invece sono rimasto soltanto io ad apprezzare la bellezza di questa campagna ed a rincorrere i miei ricordi.” “Bè! Si sa la vita va avanti, continua, le persone cambiano, ci restano i luoghi dove abbiamo sempre vissuto, le cose passate insieme prima o poi si dimenticano.” “Certe situazioni mi sembrano ancora vive, come se le avessi vissute ieri, altre lontane anni luce!!”

La mano di lei è fra i suoi capelli imbiancati, disegna una mesta carezza sul suo viso, segue un po’ le sue rughe, poi lei gli da un bacio sulla guancia. “E’ meglio sempre ricordare che dimenticare”, gli dice. Lui abbassa un po’ lo sguardo, come dispiaciuto di aver sciupato con i suoi ricordi un momento di gioia, poi torna a sorridere. Mano nella mano, tornano a guardare  il cielo troppo luminoso e splendido del mezzodì, la campagna che risuona del frinire delle cicale e del cinguettio dei passeri, del vociare dei loro amici poco più in là. Si ritrovano poco dopo in cucina a preparare una spaghettata ed un antipasto. Luisa e Marco vicini a scambiarsi ogni tanto un bacio o una tenerezza affettuosa, ancora amici ed amanti dopo tanti anni di convivenza, a condividere il tempo della loro vita, gli attimi più belli come quelli di noia e stanchezza. Luciano taglia da una forma di formaggio delle grosse fette e le dispone su un piatto, alternandole alle fette di prosciutto, Anna Maria ai fornelli, rimesta lentamente ed oziosamente l’intingolo di pomodoro sul ripiano della cucina bianco tra schizzi di sugo e aromi di basilico fresco e di cipolla. Vicino Giorgio le fa una carezza riconoscente, mentre dal rubinetto scorre un fiotto d’acqua nella pentola vuota  d’acciaio lucente.  Nel pentolino scrostato , laccato di verde, continua a bollire il sugo, Anna Maria rivolge a Giorgio  uno sguardo affettuoso, gli dice: Giorgio metti la pentola con l’acqua sul fornello, non dimenticare il sale.”

Più tardi dispone una tovaglia bianca con dei ricami sul tavolo del terrazzo , distende le pieghe una per una sul tavolo di legno lucido e nuovo, la rimira come se fosse il suo personale capolavoro,mette i tovaglioli uno per uno ripiegati col ricamo di un fiore sopra, le stoviglie bianche e pulite, i bicchieri lucidi e trasparenti.

Poco dopo sono tutti intorno alla tavola imbandita, sorridenti chiacchierano nell’aria del pomeriggio, col tepore del sole sulle teste, il vento leggero che lambisce i vestiti, i capelli, la tovaglia, la casa tranquilla, gli alberi verdeggianti. Lontano i campi punteggiati di margherite, il volo dei passeri, un ritmato e tranquillo trascorrere delle ore e del tempo sotto il cielo azzurro, una festosa giornata di primavera. Ti ho portato uno scialle, fa Giorgio accanto ad Anna Maria, e gli appoggia delicatamente il tessuto di maglia con un ricamo all’uncinetto, sulle spalle, con un lieve tocco glielo dispone più vicino alla testa, lo fa sporgere lentamente sul vestito a fiori di una stucchevole fantasia floreale. Al contatto delle sue mani lei si riscuote contenta, gli appoggia la testa contro, gli sorride affettuosa, lo ringrazia. “Sono contento che anche tu sia qui insieme a noi”-fa lui- e le passa la mano tra i capelli, fino a sentirne la morbidezza  e a scomporglieli con un gesto tra il tenero e lo sbarazzino. Il pomeriggio inoltrato riporta a un lento trascorrere  degli istanti, a un disperdersi dei pensieri e degli sguardi  nell’aria tiepida, a un contemplarsi reciprocamente attendendo una risposta, una parola nuova, l’esplodere dei propri sentimenti.

Poi Giorgio si allontana, si siede accanto a Luciano, gli si rivolge per chiedergli notizie, per saper com’è andata poi quella storia che lui sa, di cui avevano parlato prima. In ufficio, avevano risolto poi quella bega, quella situazione che si era creata con quel collaboratore, com’era andata a finire?

Luciano gli risponde con quel fare rassicurante che sa dare alle cose. Ma certo è tutto risolto, o altrimenti si potrebbe fare in modo che nei prossimi giorni venisse anche quell’altro amico e insieme si potrebbe  mettere tutto a posto. “ Ho lavorato al sito su internet, ho inserito due nuovi link , si potrebbe aggiungere anche una breve descrizione del lavoro svolto per quel progetto, che ne dici?” “Ma certo, fai tu, come sai ho piena fiducia in te”. Marco e Luisa intanto stanno lavando i piatti, il rumore delle stoviglie insieme alle loro risate  riempie il pomeriggio. In lontananza due cavalli con i fantini, provenienti dal vicino maneggio si arrampicano lungo una salita , pochi sterpi, asparagi selvatici, vi si abbarbicano, confusi con l’erba, sui lati del sentiero, rovi spinosi attorno a cui passano allontanandosene i passanti, al rumore cantilenante degli zoccoli. ” Che ne dite ragazzi, se più tardi andiamo al maneggio a fare una cavalcata? “ esclama Luciano, entusiasta dello spettacolo che si svolge in lontananza. “ Magari domani” risponde Giorgio. Poi è di nuovo accanto ad Anna  Maria, le fa “ Vorrei mostrarti un posto che mi piace molto, vuoi venire?” Lei: “Ma certo, andiamo”

Dietro la casa, dove sono arrivati con passo svelto e deciso, una siepe di iris viola  ravviva il giardino, “Sono meravigliosi, vero”, le dice, le passa il braccio intorno alle spalle e le da un bacio. Nel suo sorriso e nel suo sguardo svapora ogni nostalgia, ogni timore, la sua gonna fruscia sfiorando le corolle degli iris, fiori sulla stoffa di cotone, fiori nella siepe, carezze morbide nel pomeriggio, è nato tra loro un sentimento.

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