Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti nella Rete 2011 “Sinella pony islandese” di Maria Teresa Sacco (sezione racconti per bambini)

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2011

Era l’alba di una calda giornata primaverile. Amavo montare la bicicletta, percorrere i viali che portavano alla fattoria di nonno, amabile vecchietto.

Questa volta, più delle altre, pedalavo piena di spirito! C’erano le lasagne ancora calde nel cestino, posto davanti sul manubrio, preparate la sera precedente dalla mamma, per il nonno abitante in periferia. Quando avvistai da lontano la sagoma di un asino selvatico. Incuriosita, pensai ?Sarà forse scappato??. Arrivata alla fattoria, scesi dalla bici. Aprii la porta di legno cigolante della casa. Quando vidi il nonno con una tazza di caffè ancora fumante che mi salutò. Presi un paio di biscotti dalla scatola posta sul tavolo, aggiunsi: «Ti ho portato le lasagne della mamma!». Senza esitare un attimo, riferii dell’asino. In gran fretta decidemmo di partire con il camioncino nell’intento di caricarlo e portarlo alla fattoria.

Avevo ormai da molti anni assunto una posizione, dal giorno in cui ero stata prelevata all’orfanotrofio. All’inizio non fu facile adattarmi a quella che sarebbe stata la mia nuova famiglia. Cercavo, tuttavia di ricambiare, al meglio le attenzioni d’ogni nuovo componente famigliare a cui appartenevo indistintamente, con estremo entusiasmo e in ogni circostanza. Specialmente il nonno era diventato un mito per me. Mi recavo da lui volentieri al mattino presto poiché la giornata trascorreva in fretta. La terra, gli animali per quanto paradossale potesse sembrare, mi entusiasmavano molto più dei compagni di scuola e risvegliavano nella mia coscienza la consapevolezza di avere finalmente una famiglia. Salire sul camioncino del nonno, ascoltare la sua esperienza di fattore costruita con tanta dedizione e impegno, mettevano nel mio animo sentimenti di profondo benessere mista a una frenesia di vita che diveniva ogni giorno sempre più allettante.

Ad un tratto dallo specchietto retrovisore il nonno si accorse che l’asino stava entrando a passo felpato nel recinto della fattoria. Indietreggiammo di scatto con il camioncino, arrivammo nuovamente alla casa. L’asino era lì immobile, quasi fosse nostalgico di compagnia.

«Chissà da dove vieni, perché sei qua!» esplicitò il nonno con estremo garbo rivolgendosi all’animale. Lo scrutò da vicino. Si accorse di avere davanti un’asina. Anch’io ero ferma ad osservare lo strano animale. Nutrivo particolare emozione verso animali dai tratti curiosi, questo sembrava esserlo. In seguito alcuni fatti mi dettero ragione! Toccai il suo mantello, ne osservai gli occhi mostranti una tenerezza palpabile ed esclamai: «Il colore degli occhi sono di un bagliore incredibile!». Il nonno assorto propose: «Oggi la portiamo dal veterinario per farla visitare. Non sappiamo nulla di questa bestia fradicia di fango».

Detto fatto, il nonno ed io la caricammo sul camioncino per la visita. Il dottore, dopo averla scrupolosamente esaminata, avvertì: «Ha parecchi anni ma è ubertosa. Il suo latte credo sia buono. Puoi stare tranquillo!».

Il mattino seguente provammo a toglierle il latte ma non riuscimmo ad ottenere dalle sue poderose mammelle neanche una spruzzatina. Quanto il latte d’asina sia nutriente, benefico a bambini e grandi intolleranti ai latticini, mio nonno lo sapeva benissimo, oltre che alla possibilità di una produzione in formaggio, mozzarelle varie, yogurt e tant’altro per ottenere un cospicuo profitto. I soldi mettevano scintille di luce negli occhi di mio nonno! Pensare alla possibilità che l’asina, potesse essere un guadagno per la fattoria, più che una spesa alla sua riabilitazione, era di grande speranza e augurio, auspicato dal nonno e anche da me. Ogni volta la portavo in paese per metterla a suo agio. Tutti i bimbi l’osservavano e sghignazzavano: «Guarda, la bimba e l’asinella. Ah! Ah!».

«Un giorno riuscirò a non farli più ridere di noi!» riflettevo, mentre mi ritrovai tra le mani un volantino preso velocemente da un tale che li distribuiva, ritenendo la mia asina intelligente e capace d’ascolto, lessi la novità dell’anno ad alta voce: ?Importante fiera di animali! Ogni allevatore potrà portarne il suo e mostrarlo alla giuria. Vincerà l’animale ritenuto più interessante. In palio un cospicuo premio in denaro.?

?La gara verrà svolta con assoluta rigorosità!? erano i vari commenti della gente che parevano entusiasti quanto me della sensazionale trovata. Mi avvicinai al bancone, iscrissi l’asina con il nome di Sinella. Sì! Mi sentivo davvero contenta, sprizzavo di gioia all’idea che il nonno potesse vincere il premio, incassare i soldi utili alla sua azienda agricola. Ritornammo alla fattoria. Insieme al nonno riuscimmo a lustrare il suo manto marrone rossiccio e prepararla con molta accuratezza per il giorno della gara. Ora Sinella era uno splendore!

Il mattino seguente ci recammo alla fiera. Io e Sinella sfilammo in mezzo a tanti animali diversi. Prima ci fu un nano che accompagnava il suo elefantino dalle orecchie enormi, seguì una nonnina con un cavallino, una scimmietta insieme alla sua cagnolina e finalmente noi. Sinella scalpitava con le sue zampine. Dovetti trattenerla varie volte per non ascoltare i commenti della gente, trattenermi il respiro contando fino a cinque. Si sa che gli asini non sono animali docili. Il nonno pensò di coccolarla con un po’ d’acqua e fieno prima di ascoltare il fatidico verdetto finale: «Sinella vince il primo premio!» esclamò il presidente della giuria. Le orecchie dell’asina si drizzarono. La criniera più dura che mai e gli occhi luccicanti di gioia.

Finita la gara approfittammo della bella giornata soleggiante per portarla in giro anche per evitare che soffrisse di stress da gara. Sinella con la coccarda del premio intorno al collo pareva dominare la scena di quel posto all’apparenza tranquillo. Il nonno nel frattempo allettato dalla vittoria intravide uno strano tipo acchitato avvicinarsi alla bestiola che assettò all’estraneo un colpo rapido con il suo zoccolo.

«Caspita!» disse il tipo sentendosi profondamente irritato.

«Se non si decide a darmi latte sarò costretto a venderla. Non posso tenerla come animale decorativo» esordì il nonno con mia grande meraviglia. In fondo era vero l’asina doveva essere utile nella fattoria altrimenti non avrebbe avuto senso tenerla. Alla fine si accordarono per pochi soldi. Ogni giorno speravo che desse latte così le davo fieno abbondante, acqua e la portavo in giro per il cortile. Solita tortura alle mammelle ma niente del latte proprio non si vedeva neanche una goccia. Di colpo stranamente l’asina si diresse verso una quercia centenaria. Lì cominciò a dare il suo latte. La curiosità di quel comportamento portò il nonno a consultare vari dottori del vico, esperti nel genere animale. Si risalì, per capirne la causa, all’infanzia dell’asina probabilmente cresciuta a contatto con gli arbusti per cui trovava agio averli intorno.

Un mattino accadde che l’asina sparì dalla stalla. ?A chi mai poteva interessare un animale da secoli declassato!? pensò il nonno. Girammo attorno alla zona insieme alla polizia del villaggio. Da pochi giorni era arrivato un circo, decisi di andare a vedere lo spettacolo a sera tardi. Tra le numerose esibizioni ci fu quella di un’asina insieme ad un bimbo. Mi accorsi che si trattava di Sinella. Non imprecai ma paziente e sottomessa aspettai che a portarmela fosse proprio lui, il bimbo del circo. La mia fiducia fu ripagata poiché dopo un paio di giorni me la ridiede. Tuttavia considerava l’asina sua proprietà per averla ritrovata volle un piccolo compenso altrimenti non l’avrebbe ceduta. Il circo fece molti spettacoli in diverse serate e l’andirivieni di quel bimbo durò per un periodo piuttosto lungo. Fino a quando il nonno stufo decise di interpellare un detective per capire come quel furbetto adescasse la nostra Sinella. La mamma del bimbo dopo aver saputo dell’accaduto furbesco, diede una doverosa sculacciata al suo pargoletto. In cambio pretese un bicchiere di buon latte fresco per il suo piccino. Il sapore piacque moltissimo, tanto che decisero di renderle pubblicità durante le serate di spettacolo circense ?Fabulous milk of female donkey?.

Si decise di accoppiare Sinella. Il nonno assecondava le scelte degli acquirenti pronti a portare il loro equino di razza. Insomma capii che nella mente di mio nonno ci fosse più follia che non in quella dei matti. Riflettevo, mentre gironzolavo con l’asina. Asina?

Gli insegnai il trotto e il galoppo. Sinella divenne per i bimbi del paese un importante animale da trasporto a scopo ricreativo.

Il seguito è facile immaginarlo!

Sinella vinse magnifiche medaglie e altre coccarde alla sua bellezza paragonabile da molti allo straordinario pony islandese. Eh già! La feci diventare un cavallino da spettacolo richiamando l’attenzione di tutti i possessori di animali nei dintorni. Nei rodei assumeva le sembianze di una cavallina dai tratti maschili, questo per il suo temperamento tenace e forte.

Ricordo quando da lontano la intravidi per la prima volta! Docile e timida piena di sporco, ora è diventata la celebre Sinella islandese.

Loading

Lascia un commento

Devi essere registrato per lasciare un commento.