Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti nella Rete 2011 “Echi D’amore” di Alexander Iacopini

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2011

Nonostante i tre strati di vestiti sentivo il freddo della canna della pistola premere sulla mia schiena.

In quell’istante sentii svanire il coraggio e farsi largo la paura.

-Mi scusi ,capitano ; Ma è in stato d’arresto con l’accusa di tradimento –

Lentamente slacciai la fondina e la misi sulla scrivania.

Allungai i polsi e li sentii stringere nel freddo abbraccio dell’acciaio delle manette.

Le lacrime del sotto tenente Reyes scivolavano sulla pelle del suo viso seguendo le imperfezioni.-Mi scusi ancora Capitano-.

Non dissi nulla, feci solo un cenno con il capo.

Ora sono chiuso in una cella a guardare il soffitto grigio , dove la luce esterna sì riflette aspettando il mio destino.

Tutto ciò mi ricorda la luce soffusa di quella cantina nei pressi di Madrid , dove mi ero infiltrato come spia tra partigiani e soldati repubblicani per scoprire la loro linea difensiva .

Qualche giorno prima al carcere di Alicante Josè Antonio Primo de Rivera figlio del dittatore Miguel Primo de Rivera era stato giustiziato dai repubblicani e quindi occorreva sbrigarsi a conquistare Madrid che grazie alla linea difensiva del Generale Miaja era inpenetrabile.

Appoggiato a una colonna , mischiato fra i partigiani ascoltavo le parole di

una ragazza, si chiamava Esmeralda Rodriguez .Indossava una camicia bianca con un paio di pantaloni di panno marrone da uomo .Aveva capelli neri,carnagione chiara capelli lunghi sciolti che ricascavano sul petto , i suoi occhi scuri brillavano al suono della parola libertà che le sue labbra avevano brununciato.

Era bella . I suoi discorsi e la sicurezza che emanava la rendevano ancora più attraente.

Nella mano destra teneva un fucile con legato un foulard di seta rossa e incitava la truppa agitandolo in aria.

-” L’esercito di Franco sta avanzando… Ma a noi non ci fa paura!!! Difenderemo Madrid … La città madre della Repubblica!!Aspetteremo i franchisti sulle soglia della città… non faranno un passo oltre!! Non ci priveranno della nostra libertà, ne loro ne i loro alleati!!!Noi siamo la Spagna repubblicana!!!E il sangue che verseremo sarà il collante per una nuova Nazione!!! Viva la Spagna Repubblicana!!Viva la LIBERTA’!!”-

Scrosciarono Applausi misti a grida , erano tutti pronti a morire e nei loro occhi non c’era paura e io rimasi fermo, immobile incredulo allo spettacolo che mi si offriva .

L’esercito nazionalista teneva sotto assedio Madrid e questi uomini invece di sentirsi sconfitti si sentivono vivi più che mai.

Continuavo a guardarla e in quei pochi attimi mi accorsi che ero pronto anch’io

a morire per quegli ideali e soprattutto per lei.

Mi feci largo fra la folla :-“Esmeralda, aspetta.”-dissi.Lei mi guardo e mi prese in disparte dietro una colonna di mattoni un pò logora come quel mio sentimento di nazionalismo.-“Aleandro , che cosa ci fai qui? se ti riconoscono sei finito…”- mi disse con occhi lucidi.-” Dovevo vederti , ti devo dire che devi scappare. L’esercito franchista presto saprà dei vostri punti deboli e sarà la fine…”-

Il suo sguardo cambiò, da triste e malinconico divenne fiero e agguerito.-“La Junta Defensa non ha punto deboli ! e lo dimostra anche il fatto che non siete riusciti ancora a penetrare nonostante ci superiate di numero.”-

La presi per mano. -“Esmeralda, sono giorni che mi aggiro tra di voi con un mio subalterno prendendo appunti. Tra qualche giorno attaccheranno e riusciranno a penetrare… ti chiedo di scappare. Avete perso… e ora mai questa è una guerra inutile.Ma forse lo è sempre stato così.Vieni via con me e non morirai…”-

Mi guardò, prese il fucile .Slegò lentamente il foulard e me lo legò al abbraccio.

Mi baciò, senti le sue labbra bagnate sulle mia.-” Non sei cambiato? ti preoccupi sempre per me. ma dovresti sapere bene che piuttosto che fuggire come una codarda sono pronta a morire domani tra le vie della mia città .Amore, scappa te che fra poco dovrò dare l’allarme”-.

Lo sapevo benissimo che mi avrebbe risposto così ma volevo comunque tentare.

Presi dalla borsa i miei appunti glieli porsi. -” Esmeralda, prendi questi e rinforzate

i punti che ho sottolineato-“.

Rimase in silenzio a guardarmi per qualche minuto poi con mano tremante li prese .

“Amore, lo sai benissimo che questa è l’ultima volta che ci vedremo ti chiedo un favore”- le dissi.-“Fammi un sorriso come quelli che facevi quando eravamo nei campi a giocare da bambini.”-

Mi sorrise e poi si gettò fra le mie braccia.

Poco distante il sottotenete Reyes osservava la scena.

Qualche ora dopo eravamo già tornati al nostro accampamento.

Mi ero accorto che il sottotenente mi aveva osservato .

Mi misi la mia divisa , orgoglio della mia famiglia e iniziai ad aspettare nella tenda che entrassero ad arrestarmi.

Sapevo che Reyes mi avrebbe denunciato, nonostante ci fosse stato un legame di fiducia e un buona amicizia da anni , era troppo innato in lui il senso di dovere.

Infatti entrò solo e con le lacrime sul viso.

Prima di farmi entrare in cella mi tolserò i gradi e la divisa, mi rivestirono con i vestiti da partigiano che avevo portato per quei giorni.

Non ero più Il Capitano Aleandro Francisco De Fernandez, ero solo un partigiano, un nemico del popolo.

La condanna a morte per fucilazione fu emanata dalla corte marziale lo stesso giorno.

Aspetto la mia fine all’alba, dell’indomani . So che hanno deciso di anticipare i tempi per attaccare Madrid per non lasciare tempo per riorganizzarsi ai repubblicani, spero solo che abbiano fatto in tempo a rinforzare i punti deboli.

Il sole sta sorgendo ed entrano in cella due soldati . Mi prendono di peso e mi portano nel cortile. Intorno a me due file di soldati e di fronte un palo di legno dove mi legano.Le due file si chiudono e spianano i fucile contro di me.

Il sottotenente Reyes si avvicina-“Vuole la benda capitano?”-.mi chiede

-” Secondo lei Sottotenente?”-. gli rispondo.

-“No.”-

Si allontana.-” Reyes!!Ho cambiato idea! Ma usi il Foulard che ho legato al braccio come benda , grazie”-

Sento ancora il suo profumo intriso nel foulard, sa di pace.

Sento i passi di Reyes che si allontanano, si fermano .lo immagino accanto ai soldati sfoderare la spada e alzarla al cielo con la luce del sole a riflettere sulla lama S.

In lontananza colpi di cannoni e di spari.L’attacco su Madrid è iniziato.

-“Puntate”-

Sento il rumore dei fucili che si metto in posizione.

-“Caricare!”

il click dei caricatori risuona nel cortile.

-“Non vincerete la guerra non entrerete a Madrid, Viva La Spagna Repubblica !! Viva la Libertà”-Grido con orgoglio .

-“Fuocoooooo”-.

Sento il sapore quasi metallico del sangue in bocca , non sento il dolore delle ferite ma non riesco a tenere gli occhi aperti che lentamente si chiudono .

L’oscurità scesa.

La mattina del 22 novembre del 1936 , durante l’esecuzione del capitano iniziava l’ultimo attacco di quell’anno a Madrid da parte dei Soldati Franchisti.

La sera del giorno seguente lo scontro terminava con entrambi le parti esauste precludendo una vittoria rapida all’esercito nazionalista.

Solo il 28 marzo del 1939 cadde Madrid e nei giorni seguenti anche le altre città decretando la vittoria dell’esercito nazionalista 1 Aprile .

Non si hanno stime precise delle vittime di questa guerra civile si sa solo che quasi un milioni di uomini di entrambi i fronti tra soldati , partigiani, intellettuali e civili sono morti combattendo per il medesimo ideale : La Libertà!

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