Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti nella Rete 2011 “Le amabili linee dell’attenzione” di Maria P. Scarpetta

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2011

Coiffeur Capellibelli. Sabato, ore 11.

“Oh, quanto mi dispiace …” mormora la Signora Palossi trattenendosi dallo scrollare il capo. Ciò nonostante, le sue ciocche di capelli ridotte a minuscoli spaghetti e ben impregnate di schiarente piroettano come i seggiolini volanti di una giostra.

Daniela si scosta per evitare che eventuali schizzi di spuma ossigenata le macchino il kimono. Sta phonando i capelli di Anna, una cliente che viene solo quando deve andare ad un colloquio di lavoro: questo capita circa ogni sei mesi, sfortunatamente per entrambe.

“Oooh, quanto mi dispiace …” ripete la Signora Palossi. Forse desidera che Daniela risponda qualcosa. Ma prontamente interviene la Signora Bo, mentre sta ancora aspettando il suo turno. Dopo avere sbirciato sulla pagina del rotocalco che l’altra, costernata, ha posato sulle ginocchia, la Bo scuote energicamente la testa, visto che è ancora in tempo per farlo senza schizzi, e dice:

“Le dispiace per l’attrice o per il chirurgo plastico?”

Anna interviene: “Lara Best ha chiesto sin troppo poco, come risarcimento dei danni. Roba da pazzi: una quasi la metà dell’altra …. Ma non usa un metro da sarta, un goniometro, o almeno un po’ di occhio, quell’imbecille? Con i soldi che prende! Io per un errore mooolto …. ma mooooolto da meno sono stata licenziata! Facevo la grafica pubblicitaria …  e nella campagna per i gelati Poloslurp ho ritoccato la foto di una coppa con una pallina leggermente più piccola … ”

“Ah, il chirurgo le ha sbagliato le …”

“Macché! Magari! – Sospira la Palossi – Le ha sbagliato la chiappa sinistra. Mi spiace per la Best, ma molto più per lui, il professor Timmò. Tanto caro!”

A questo punto, anche a Daniela interessa capire che cosa sia successo. A lei è capitato di affinare troppo un sopracciglio di una cliente a confronto dell’altro, e il fattaccio ha procurato non pochi problemi. La Signora Palossi riprende, controllandosi allo specchio con la coda dell’occhio:

“Perché Madre Natura, imperfetta e dispettosa com’è, quando si tratta di  … paia, riesce ad essere così poco … contraffattibile? Se fosse come per … che so … come per gli occhiali da sole, sarebbe tutto più semplice. Guardate questi Chanel taroccati, per esempio: chi lo direbbe mai … –  declama brandendo gli occhiali neri, e lanciando in un’altra piroetta le ciocche-spaghetto. – In sintesi: per un errore … asimmetrico di Timmò, l’attrice ha dovuto farsi ordinare un cuscino scalato per stare seduta diritta di fronte alle telecamere … a tutto vantaggio dei designer di arredamento … che si sono sbizzarriti a creare sgabelli e divani speciali, con altezze e pendenze destra-sinistra regolabili, progettati apposta per lei prima che il prossimo intervento chirurgico rimetta le … cose in pari. Ma Lara non ha voluto che questi modelli di seduta, diventati subito di gran moda esclusiva, fossero commercializzati col suo nome. Il più famoso, dell’architetto Sbiroli, si è potuto chiamare solo Up-Sider, che fa pensare squallidamente ad un attrezzo da palestra.”

Bar Beverly Hills. Lunedì, ore 19:10

 “Cariiiissima! Sempre in perfetta forma.”

“Grazie per il complimento, ma non ci credo troppo. Ahimé, le tecniche di vendita fanno parte del mio lavoro. Per esempio: in un negozio di abbigliamento si deve sempre dire alla cliente che ha un fisico perfetto … nel senso che se ha delle rotondità devono essere curve meravigliose … e se è stecchita che ha una linea invidiabile.”

“Ti ho invitato all’aperitivo e parli già troppo sinceramente, Gabriella. Non siamo più compagni di scuola. Che cosa ti posso offrire? … Un analcolico, direi. Prima che le tue verità diventino ancora più taglienti. Che cosa c’entrano le tecniche di vendita con un mio innocente apprezzamento?”  Federico Timmò si appoggia con nonchalance al bancone dell’American Bar. Mentre parla, muove elegantemente la mano con cui si è impadronito di un bocconcino di sushi. L’odore gli porta il vago ricordo di una crema anticellulite alle alghe.

“C’entra perché, dopo aver elogiato il fisico della signora, il perfetto venditore suggerisce un abituccio … un trucco … che esalti ancora di più la sua avvenenza. Nel tuo caso, magari, un ritocchino … ma purtroppo, caro Federico, pur lavorando in una delle più prestigiose società di ricerche di mercato, sono pagata a commissione. E ultimamente il piatto piange. La crisi! Non ho più bisogno di stare a dieta. Mi mantengo in un sano regime di ristrettezza finanziaria estesa anche allo stile di vita. Benedetti gli inviti.”  E così dicendo, Gabriella arraffa senza tanti complimenti uno dei tranci degli sfilatini farciti che il bar ricicla la sera sui vassoi dello Happy Hour.

“Bene, ti farà piacere allora una mia richiesta di indagine… mi interessa capire come mai la mia clientela negli ultimi tempi sia un poco diminuita.”

“A proposito … cioè… intendo: cambiando argomento. Perché non proponi all’architetto Sbiroli di chiamare il suo nuovo sedile Up-Sider con il tuo nome? Prenderesti i diritti su tutte le vendite…”

L’espressione di Timmò da tenebrosa si fa decisamente torva.

“OK, come non detto. Per quella ricerca … ti mando il preventivo domani via e-mail”. E Gabriella prende un goccia di succo di frutta, una goccia soltanto, per non finirlo troppo in fretta e riuscire a farci stare ancora un paio di tartine e qualche manciata di arachidi.

Il chirurgo appoggia il braccio sul bancone, per poter tenere sott’occhio l’orologio. Deve aspettare almeno le sette e mezza prima di congedarsi, visto che ha avuto lui l’iniziativa di questo tête-à-tête. Gabriella, di cui ha seguito con piacere la brillante carriera …. è improvvisamente un’altra persona. Lo infastidisce. Ha perso il senso del pudore. Come si fa a dire tanto sfacciatamente – e allegramente – di essere al verde? Lo innervosisce persino mentre immerge un gambo di sedano nella coppetta del caprino. Potrebbe arrivare al punto di riutilizzarlo come una paletta per scavare di nuovo nel formaggio. Lui, ormai, è abituato ad un atteggiamento civilmente inibito rispetto agli istinti primari: quelli a cui si deve sottilmente alludere, nel suo ambiente, sono ben più sofisticati della fame arretrata. Insomma, questo aperitivo è diventato un supplizio: ci manca solo che Gabriella gli chieda un favore.

“Federico, oggi mi sono ricordata di quando eri ricercatore all’università. La nostra nuova stagista sta facendo dei sondaggi sulla comunicazione:  social network … passaparola … Mi faresti un gran favore se le concedessi un’intervista.”

Studio del Prof. Federico Timmò. Martedì, ore 9:00.

 Un busta dalla Fondazione AILX. La proposta di continuare nella ricerca e tenere seminari di formazione per i giovani specialisti. Fosse arrivata dieci anni fa. Sì, quando Federico si era dato anima e corpo alla lotta contro la rarissima sindrome degenerativa XXX, con gli scarsi fondi di finanziamento racimolati dalla relativa Onlus. Ora deve essere morto qualcuno, e con la sua eredità hanno messo in piedi una Fondazione.

Non l’avrebbe mai creduto, Federico, quando si è ribellato alla magra esistenza che conduceva e si è lanciato nella chirurgia estetica, usando il linguaggio da studioso solo per comunicare gli effetti collaterali ai pazienti. Un linguaggio forbito, scientifico … insomma non troppo comprensibile. Per offrire ai suoi pazienti l’opportunità di farsi una cultura medica – come no – dopo essersi opportunamente sincerato che a loro non interessi.

Ne ha messi da parte, di soldi. Anche dopo il risarcimento alla Best, gliene rimarrà un bel po’. Ora il compenso medio di un ricercatore gli sembra addirittura misero. Però … però … quella dannata pubblicità negativa … potrebbe erodergli la clientela a tal punto che anche quello stipendio non sarebbe poi così disprezzabile.

Suona il campanello. La stagista di Gabriella. Già, ci saranno i risultati dell’indagine, a guidare Federico nella sua scelta per il futuro, anche se lui preferirebbe prendere una decisione prima, liberamente.

Ora la ragazza gli sta davanti e lo fissa con grande attenzione, inarcando al massimo le sopracciglia. La sua fronte giovane è tutta corrugata: sono simpatiche quelle rughe balzane. Federico ricorda quando la sua prima moglie lo ascoltava affascinata, ai tempi in cui faceva il ricercatore. La sua fronte assomigliava proprio a quella di questa ragazza. Ora le fronti delle donne che lui frequenta non sono più così: gli hanno fatto dimenticare che un volto può anche essere stropicciato in modo accattivante.

La ragazza gli sta spiegando il lavoro per cui l’hanno mandata da lui: “Dobbiamo capire se la gente guarda ancora i manifesti, in particolare i mega-schermi e i tabelloni in cima alle case … per capire se conviene ancora investire su quelli … o se invece è più efficace la pubblicità su internet o sul cellulare.”

“Interessante … ehm … ma come posso aiutarvi?”

“Abbiamo pensato: se la gente è attratta dai cartelloni, alza lo sguardo. Vede? Proprio in questo modo.” E la ragazza rifà quella smorfia irresistibile, l’espressione meravigliata di poco prima.  “Se continuano a fare così – e di nuovo ripete la mimica – a poco a poco gli vengono le rughe dell’attenzione …. Quindi vorremmo sapere: le richieste di ritocco alla fronte sono ancora molte? Perché … se sono diminuite, significa che la gente non guarda più in alto. Vuol dire che, piuttosto, si china in avanti per scrutare lo schermo del telefonino.”

“Perbacco …” che modo idiota di fare ricerca, pensa il professore. Ma se resta ancora un po’ senza parole … rischia di farla lui, la figura dell’idiota. E la ragazza lo guarderà con deluso stupore.

“No. In realtà le richieste sono sempre molto frequenti. Le rughe sulla fronte … sì, un cospicuo numero di clienti mi chiede di cancellarle. Peraltro, non vi potrò essere di aiuto ancora per molto. Smetterò presto di fare il chirurgo estetico, e riprenderò l’attività di ricerca medica sulle malattie rare.”

Le linee dell’attenzione danzano allegramente sulla fronte della stagista: “Ah, sì? Che peccato … per il mio sondaggio. Ma naturalmente …  è una notizia spettacolare! Da mandare via Twitter immediatamente !”

 Federico si sente anziano all’improvviso, e per questa vecchiaia non c’è restyling che tenga.

“Twitter? Sì, ne ho sentito parlare … vedo che Lei è molto esperta. Se ha terminato, dovrei chiederLe un piccolo favore in cambio dell’intervista … sa indicarmi una buona agenzia di pubblicità? Sto pensando di dare il mio nome per un … uhm .. per un complemento di arredo di recente invenzione. Ne posso già immaginare la pubblicità sui mega-schermi. Tutti i proventi dai miei diritti saranno a favore della Fondazione AILX. Che ne dice? La vedo sorpresa … Ne convengo, qualcuno dirà che perdo la faccia.”

Evvai! Ma …professore! Una faccia si può sempre rifare.”

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3 commenti »

  1. L’apoteosi dell’effimero…plausibile, imbarazzante, spumeggiante. Disguidi dell’omologazione estetica,sarebbe il caso anche di coglierne un pericoloso tracollo morale:qui c’è anche quello!

  2. Quando l’estetica sovrasta l’Estetica il morale va giù e la Morale svanisce proprio. Al buon gusto c’è sempre un limite, quando si supera si perde il senso della misura. Grazie a chi ha scritto questo racconto entrando nei minuziosi particolari con sottilissima ironia.

  3. Per poter risorgere a volte è necessario toccare il fondo, ognuno di noi al il suo personale punto più basso. Una volta raggiuntolo però, non tutti hanno le forze per iniziare la risalita. Il nostro professore scopre di aver ancora qualche antica risorsa che gli consentirà di ritrovare buoni valori e giuste motivazioni. Si potrà così liberare da un ingranaggio che lo ha imprigionato e che finirebbe per stritolarlo. Lo aiuta anche il caso, con le sembianze di una ragazza, che in modo immediato e semplice gli rivela che esiste un altro mondo possibile, dove potrà riprendere ad avere rispetto per sé stesso.

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