Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti nella Rete 2025 “Virgola” di Anna Martellotti

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2025

Virgola era una che sapeva stare al suo posto. O meglio che avrebbe saputo stare al proprio posto.

Per esempio, sapeva di essere la più piccola, poco più di un istante per riprendere fiato; e per questo detestava essere messa a usurpare un ruolo che non le competeva gerarchicamente, quello di un punto-e- virgola, quando non addirittura di un punto!

Oppure sapeva di non doversi intromettere in certe situazioni, tra un soggetto e un predicato verbale, ad esempio. O tra un verbo transitivo e il complemento oggetto o, peggio ancora, tra il verbo e la subordinata oggettiva. Tutte situazioni assolutamente sconvenienti per una virgola ammodo, che infatti rabbrividiva di vergogna le sciagurate volte in cui si trovava in quelle posizioni infelici.

Sapeva anche di non doversi avventurare da sola nelle incisive, lì la regola d’oro per non passare da zotica era di farsi sempre accompagnare da una gemella, una che apre, l’altra che chiude. Chissà perché spessissimo invece la lasciavano lì da sola, con l’incisiva aperta o peggio ancora chiusa senza essere stata annunciata, mettendola pure in imbarazzo, povera incisiva, esposta così, a frontiere mezze aperte. Che poi c’era da interrogarsi sul perchè di tanta parsimonia quando loro, le virgole, erano totalmente gratuite e fornite in stock virtualmente illimitati.

Era anche molto servizievole, si prestava senza far storie ai servizi più monotoni e ripetitivi, come quello di fare da separatore nelle liste, lunghe o corte non importava, mansioni cui i sussiegosi punto-e-virgola si adattavano di malavoglia, spesso pretendendo di essere allora affiancati da una scelta di item, ambientati in elenchi puntati o numerati. Per non parlare dei punti, che vi si concedevano solo in nome di uno speciale stile, privilegio riservato a ristrette élite di estensori universalmente riconosciuti come particolarmente sofisticati. Talentuosi. Moderni. Originali.

I punti! Cosa non se la tiravano i punti! Cosa non credevano d’essere, i punti! Come se fossero gli unici indispensabili. Virgola, che era una che sapeva stare al proprio posto, ne riconosceva in tutta onestà la superiore misura. Lo capiva perfettamente, che una pausa aveva tutta un’altra durata se a proporla era un punto: cionondimeno gli stavano antipatici, i punti. Erano dei prepotenti, innanzitutto, per non dire bulli: specie se finivano nelle penne (o nelle tastiere, come ormai andava di moda) di taluni, si appropriavano dei diritti di tutti, punti-e-virgola, due punti, a volte non rispettavano nemmeno il ruolo dei punti esclamativi e dei punti interrogativi; approfittavano dell’ignoranza o della sciatteria degli estensori per bullizzare interrogative retoriche e sminuire enfasi doverose. Ed erano presuntuosi; a dar loro retta, le uniche pause ben riuscite erano quelle scandite da loro: le uniche che concedevano una divagazione mentale, un sorso d’acqua, perfino l’apposizione d’un segnalibro. Vero, certo, ma con questo? Forse che le scansioni interiori dettate da lei, Virgola, erano meno importanti e significative? I cambi di tono, le modulazioni di voce, le inversioni di battere e levare comandate da Virgola meno piacevoli e seducenti?

Per questo Virgola aveva gioito malignamente quando il colonialismo linguistico aveva finito con l’imporre la notazione anglosassone per le cifre. Che così aveva declassato quei punti sbruffoni a denotare i decimali, che pochi o tanti che fossero non facevano per uno, mentre loro, le Virgole, erano state promosse a significare migliaia, e milioni, e miliardi e via alzando la posta, tutto senza un’ombra di punto, chi vuoi che si mettesse a precisare una manciata di decimali in presenza di migliaia o decine di migliaia? Che soddisfazione era stata!  Virgola ancora andava in sollucchero, quando le capitava di separare migliaia o milioni.

Un’altra soddisfazione Virgola se l’era presa quando era iniziata la diffusione della videoscrittura: quella era stata la loro rivincita, la loro presa della Tastiera! L’inizio di una stagione egualitaria in cui una virgola dentro una password valeva e validava e irrobustiva quanto un punto-e-virgola, un punto-esclamativo o un carattere speciale. Quando anche una semplice Virgola, messa al seguito di un Ctrl Alt, o di un Alt Canc, innescava un ordine perentorio, tale e quale a ciò che avveniva con punti, due punti e punti-e-virgola, non c’era più breve e lungo, soprattutto non c’era più arbitrio, chi voleva quel comando lo poteva ottenere solo con Virgola.

Ma certo, erano soddisfazioni un po’ meccaniche, in cui alla fine sapeva di sopravanzare le altre interpunzioni per obbligo, mentre lei, che era un po’ come la Rosina della cavatina rossiniana, avrebbe voluto un universo equo nella scrittura, le virgole dove ci volevano né più, né meno: docile; rispettosa; ubbidiente; amorosa; facile da reggere e da guidare. Se solo penne e tastiere non l’avessero toccata nel suo debole.

Che era l’uso improprio. Quello che una volta un giurato di un premio letterario per opere inedite, esasperato, aveva etichettato col neologismo di Virgolassassina. Assassina! Lei! Che non aveva colpa di nulla! Era come una Jessica Rabbit senza nemmeno il vanto delle curve mozzafiato: non era lei cattiva, erano gli scribacchini a piazzarla a sproposito. A far rizzare i capelli in testa agli editor più avveduti. Che poteva farci lei? Trattenersi nella punta a sfera delle biro? Saltar via da una fragile mina prima di posarsi inopportunamente su un foglio? Schizzare fuori da un pennino ben intinto, forzando l’estensore aldilà delle intenzioni? Uscire di prepotenza da tasti non premuti, fidando nella clemenza degli editor automatici? Sdoppiarsi per concludere un inciso prima che si ringalluzzisse credendo di far parte del filone principale? Spostarsi da un incastro sgrammaticato, magari due righe più sotto a dare respiro a un periodo troppo trascinato?

Magari avesse avuto questi superpoteri!

Né lei, né le sue sorelle, né nessuno di loro, segni di interpunzione, poteva così tanto. Erano solo strumenti, potevano solo aspirare a un mondo di belle lettere, rispettoso dei loro diritti. Mentre invece lo scrivere ormai navigava verso ben altri lidi, tutti scrivevano, tutti digitavano, e tutti brutalizzavano povere virgole innocenti, le rendevano complici di incompiute, di obbrobri sintattici, di crimini letterari, di delitti lirici, di flussi di coscienza sconclusionati, di subordinate senza principali  e di altri misfatti per i quali ci si poteva solo augurare che non valesse scripta manent. Al contrario, c’era da sperare di rimanere confinati nel girone dei testi non letti e dimenticati.

Virgola era triste; anzi era disperata. Era così disperata che avrebbe voluto piangere. Ma lei non aveva occhi per piangere… d’improvviso, però, qualcosa le illuminò l’orizzonte. S’era d’un tratto ricordata del tempo eroico in cui la videoscrittura creava emozioni disegnate coi tasti: punti-e-virgola come occhiolini, p minuscole come acquoline, e parentesi a tratteggiare espressioni ridenti. E siccome non c’era davvero niente da ridere, chiamò a raccolta i due punti, la lineetta e la parentesi aperta (lasciando quella chiusa a rappresentare un ebete sorriso). Confabulò a lungo con loro; raccolse empatica le loro doglianze, che pure loro ne avevano da raccontare! Concordarono che il mondo dell’interpunzione era ormai un vero pianto. Accettarono l’idea geniale di Virgola, di dare vita a un flashmob doveroso. Si accordarono sulle posizioni da prendere e silenziosamente si allinearono per produrre l’emoj  lacrima, creata proprio per dare visibilità alla loro sofferenza e…   :,-( 

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5 commenti »

  1. Un, racconto davvero. Originale complimenti, che, bello!

  2. Anna, ho letto con dolce gusto il tuo delicato racconto. Mi è piaciuto e mia ha fatto trascorrere qualche momento sereno. Geniale l’idea e valida anche la fine, brava!,

  3. Grazie davvero Franco!

  4. Squisitamente originale! Complimenti!

  5. Ironico, divertente, colto. Con un’idea dentro. Per me un candidato alla vittoria. Complimenti 🙂

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