Premio Racconti nella Rete 2025 “Volontà” di Loredana De Luca (sezione racconti per bambini)
Categoria: Premio Racconti nella Rete 2025La casa dei nonni era una bella casa di montagna, tutta di legno e pietra con i balconi sempre fioriti. La nonna passava gran parte del suo tempo in cucina. Volontà amava starsene lì e, quando era stanca per i lunghi vagabondaggi con i suoi amici più cari, Sintonia e Amore, si acciambellava come un gattino sui cuscini della panca dietro al tavolo e se ne stava lì, a impigrirsi, mentre seguiva con lo sguardo ogni gesto di quelle mani sapienti.
Se era certamente una bambina molto intelligente, non si poteva dire che fosse docile. Non che avesse un carattere ribelle, anzi ubbidiva di buon grado alle richieste dei nonni e dei genitori, ma solo se ne aveva compreso il senso e se, alla luce della sua intelligenza, ne condivideva la finalità.
Fu all’età di sedici anni che decise di partire. Da tempo era inquieta. Le scorribande con Sintonia e Amore, le letture e le lunghe conversazioni con gli amici inseparabili, non bastavano più. Aveva bisogno di altro. Solo scavando dentro sé stessa, mettendo sé stessa alla prova, avrebbe compreso ciò di cui era alla ricerca e che ancora le sfuggiva. Perciò era determinata a partire. Sapeva che il viaggio sarebbe stato difficile, che avrebbe dovuto superare ostacoli, paure, dubbi, cedimenti. Ma la sua volontà era forte e resistente come il granito.
D’altra parte, non per caso i suoi genitori le avevano imposto il nome di Volontà. Qualche giorno prima della sua nascita, la madre aveva avuto un sogno. Camminava lungo la riva del mare. Era sola. Procedeva nonostante la stanchezza. Sentiva le gambe farsi pesanti e a ogni passo aveva l’impressione che quello sarebbe stato l’ultimo, che sarebbe crollata. Il sole stava tramontando. Tuttavia, andava avanti. Arrancava, cadeva e si rialzava, proseguiva trascinandosi, ma non cedeva all’immane fatica. D’improvviso una luce abbagliante illuminò il cielo, mentre il mare si faceva scintillante. La donna, quasi sconfitta dalla stanchezza e dall’oscurità, era scomparsa. Al suo posto era apparsa una fanciulla. Il ricordo a quel punto si faceva sfocato. Ciò che però ricordava con nettezza era la voce che aveva udito poco prima di svegliarsi e che non poteva che appartenere alla fanciulla. Una voce che sembrava musica, una melodia. Quanto più ripensava al sogno e lo raccontava, tanto più il ricordo diventava impreciso e scarno. Al punto che, quando fu sera, era quasi svanito.
Pochi giorni dopo, in una di quelle rilucenti mattinate di giugno, quando il sole dardeggia e il mare dorato dei campi di grano ondeggia mosso da un vento quasi estivo, arrivava in questo mondo una bambina così bella e sveglia che non solo la madre fu vinta dalla commozione, ma anche la levatrice versò lacrime di gioia. Sul nome da imporre a quella celestiale creatura non potevano esservi dubbi: la bambina sarebbe stata Volontà.
Durante i mesi estivi trascorsi dai nonni, Volontà seppe costruirsi anno dopo anno una solida cultura di montanara. Perciò quando decise di partire era convinta che non sarebbe stato difficile orientarsi e seguire il percorso che lei stessa aveva tracciato.
Il giorno precedente la partenza Volontà colse l’inquietudine di Amore e l’emozione di Sintonia: l’amicizia che li univa era profondissima. Sin da bambini avevano sempre formato un terzetto di inseparabili. Non solo Sintonia, ma anche Amore, erano tutti e due ammaliati dall’intelligenza e dalla determinazione di Volontà, dal suo buon cuore, dalla sua generosità. Quando venne il momento dei saluti, si strinsero in un lungo abbraccio e i loro sguardi dissero più delle parole.
Il sole non era ancora sorto, quando Volontà si incamminò verso il valico del Coraggio attraverso il quale avrebbe raggiunto la valle della Vita. Procedeva di buon passo come sempre quando era sola.
Raggiunto il valico, rimase incantata dalla grandiosa bellezza del panorama. Sotto i suoi occhi ampi pascoli si estendevano al di sotto della pietraia. Riprese il cammino e, quando ebbe raggiunto il margine del bosco, decise di bivaccare lì. Aveva acqua e cibo sufficienti. Era stanca, ma quella prima giornata di cammino era stata esaltante per lei: la lunga traversata in solitaria, il percorso impervio, quel bivacco nel bosco della valle della Vita era ciò in cui aveva bisogno e che la faceva sentire libera. Libera di uscire dai confini del suo mondo, desiderosa di portare alla luce ciò che era nascosto in fondo al cuore e raggiungere la fonte del suo io più profondo.
Al sorgere del sole riprese il cammino in direzione del valico della Vita. La salita si rivelò più impegnativa del previsto, ma lo spettacolo che le regalò quando ebbe raggiunto il valico, la ripagò di tutta la fatica. Il cielo era blu e da quell’altezza lo sguardo abbracciava la regione in tutta la sua vastità. La sommità dei monti sorgeva dalla leggera bruma che si era adagiata, come una stanca signora, sui fianchi delle montagne. Al di là del valico il sentiero si perdeva fra i massi. Di tanto in tanto le sembrava di riconoscere una traccia che scompariva poco dopo. Proseguì fino al primo villaggio. Entrata nell’abitato, vide una donna che portava un grosso secchio.
– Da dove vieni? le chiese la donna.
– Vengo dalla valle dei Curiosi.
– E dove sei diretta?
– Ho in mente di raggiungere la valle della Sapienza.
– Bene! Allora sei quasi arrivata! Se ti accontenti di una cena frugale e di un semplice materasso, puoi stare da me questa sera e fino a quando vorrai.
– Grazie! Dopo due giorni di cammino, approfitto volentieri del tuo invito!
Quando fu sera, si distese sul materasso che la sua ospite aveva arrangiato a letto, ma non riusciva a prendere sonno: le immagini che la natura le aveva offerto, i volti e le parole non cessavano di volteggiare nella sua mente. Ripensava soprattutto a quanto le aveva detto Letizia, la donna che le aveva aperto la sua casa.
È bello questo tuo slancio verso la conoscenza. Anch’io a un certo punto della mia vita ho sentito il bisogno di allontanarmi dalle cose di tutti i giorni, di capire chi fossi davvero, che cosa avrebbe fatto di me una persona saggia e felice.
Queste parole le parvero illuminanti.
Capire chi fossi davvero, che cosa avrebbe fatto di me una persona saggia e felice. Ecco, forse è proprio questo il nodo da sciogliere, pensava Volontà.
Quando finalmente si addormentò, era quasi mattina.
Al suo risveglio la piccola casa era vuota. Sul tavolo al quale avevano consumato la cena c’erano latte, pane, ricotta. Volontà sorrise davanti a quella dimostrazione di generosa ospitalità. Le sembrò che quello che stava scoprendo nella valle dei Generosi avesse già allargato e arricchito il suo punto di vista sul mondo; perciò, decise di rinviare la sua partenza per la valle della Sapienza.
Non appena fu uscita di casa, si sentì chiamare:
– Buongiorno, Volontà, hai dormito bene?
– Benissimo!
Passarono la giornata lavorando nell’orto, rigovernando il pollaio e la stalla e infine mungendo l’unica vacca.
– Hai una sola vacca? La stalla è abbastanza grande.
– Il latte che mi dà è più che sufficiente per me e poi non ho pascolo per tanti animali. Dove abitavo prima di stabilirmi qui, c’erano contadini che non avevano pascolo ma tenevano decine di capi. Una cosa assurda: dar da mangiare mangime alle vacche e scaricare sulla terra una quantità di letame sproporzionata. E tutto questo per brama di denaro! Non fa per me. A me basta una vacca. Non ho bisogno di diventare ricca.
…
– Sono due giorni che Volontà è partita.
– Già.
– Di tante volte che abbiamo fatto questa discussione, mai ho compreso quello che adesso mi sembra tanto chiaro.
– Di che parli?
– Quante volte abbiamo riflettuto sull’idea di questo viaggio, sull’idea della ricerca.
– E allora?
Il laconico eloquio di Amore non scoraggiò Sintonia:
– Vorrei parlarti di questo, del viaggio di Volontà. Il suo desiderio era di andare tutti insieme, noi tre. Ne abbiamo discusso a lungo senza arrivare a capire realmente quale significato potesse esserci in quell’idea che solo ora mi appare in tutta la sua chiarezza.
Erano seduti l’uno accanto all’altra, sulla riva del fiume, nel fondovalle.
– Spiegami ciò che non comprendo.
– Sì, certo, tu ascoltami però. Voglio dire che, se faremo questa esperienza insieme, insieme guadagneremo in saggezza, in sapere, in “umanità”. Saremo ancora più capaci di comunicare tra noi, perché avremo in comune molto più di quanto abbiamo ora.
– Mi stai dicendo che dovremmo partire all’inseguimento di Volontà?
– Non è necessario inseguire Volontà. Sappiamo che la sua meta è la valle della Sapienza. Andremo anche noi lì. Faremo la nostra strada e la raggiungeremo nella valle della Sapienza.
– Perché non abbiamo preso questa decisione prima della partenza di Volontà?
– Non ci sentivamo pronti. Volontà sta sempre un buon passo avanti a noi. È stato sempre così ed è ancora così. Ora, sapere che lei è partita e che probabilmente se la sta cavando benissimo, ci rincuora e ci spinge a fare la stessa scelta.
Quando si misero in cammino diretti al valico del Coraggio, Volontà era partita ormai da alcuni giorni. Superato il valico, raggiunsero il villaggio ai margini del bosco e trovarono ospitalità in una delle prime abitazioni. L’indomani si mossero di buon’ora decisi a raggiungere la valle dei Generosi.
Raggiunto il valico della Vita, non poterono fare a meno di fermarsi: lo spettacolo che si spalancò davanti ai loro occhi li rapì. Contemplavano la bellezza inesprimibile di quella natura selvaggia senza dire parola. Poi, quando fu tempo di cominciare la discesa, si resero conto che il sentiero si perdeva fra la pietraia. Camminavano senza punti di riferimento, finché non si ritrovarono nel fitto di un’abetaia. Era ormai tramontato il sole, quando, d’improvviso, si aprì davanti a loro una piccola radura su cui sorgeva una baita, poco più che un capanno.
…
Volontà ancora non aveva deciso quanto si sarebbe fermata nella valle dei Generosi.
Ogni giorno di più approfondiva la conoscenza di quella donna che aveva trasformato la propria vita uniformandola ai ritmi della natura, conquistando uno slancio verso il prossimo, un generoso, raro altruismo, una superiore saggezza che le permetteva di essere del tutto distaccata dai falsi bisogni e dalla cupidigia più cieca, che invece inquinavano il mondo che aveva lasciato alle sue spalle tanti anni prima. Volontà la ascoltava e sentiva che l’esperienza di quella donna e i suoi convincimenti stavano diventando per lei la prima importante tappa del suo percorso di ricerca. Tuttavia, si sentiva quasi sperduta se pensava a quali dubbi, a quanti interrogativi le si sarebbero posti e lei, sola e senza alcuna certezza, quale direzione avrebbe saputo imprimere alla sua vita?
Continuavano a tornarle alla mente le parole di Letizia: Ho sentito il bisogno di allontanarmi dalle cose di tutti i giorni, di capire chi fossi davvero, che cosa avrebbe fatto di me una persona saggia e felice.
…
Sintonia e Amore si avvicinarono guardinghi alla porta d’ingresso del bivacco. Con lo sguardo Amore incoraggiò Sintonia a bussare.
– Avanti, fu la risposta.
I due amici si scambiarono ancora uno sguardo ed entrarono.
– Siate i benvenuti! Da dove venite? Sedetevi e raccontatemi la vostra storia.
– Buonasera, signora. Veniamo dalla valle dei Curiosi. Siamo partiti due giorni fa. Oggi, scendendo dal valico della Vita, abbiamo perso il sentiero e siamo arrivati qui, ma la nostra meta era la valle dei Generosi.
Sintonia si era seduta sull’unica sedia libera, Amore su uno sgabello. Era una piccola stanza illuminata da una candela. Alla parete opposta a quella della porta d’entrata erano addossati due letti a castello. Sulle altre due pareti si aprivano due minuscole finestre.
Soltanto dopo una lunga chiacchierata, la giovane donna si rese conto che non aveva offerto niente ai due ragazzi.
– Continuate a raccontarmi del vostro intento. Mentre voi parlate, vi preparo qualcosa da mangiare: sarete affamati!
Le voci tornarono a risuonare solo dopo che i due ragazzi ebbero finito di mangiare.
– Non ci siamo ancora presentati, esclamò allora la giovane donna, porgendo entrambe le mani ai due ragazzi, Il mio nome è Guida Interiore.
…
Letizia intuiva che il silenzio assorto di Volontà nascondeva un bisogno urgente di esprimere le proprie insicurezze e pensava che una creatura dalla sensibilità così profonda avrebbe avuto bisogno di una guida, di qualcuno capace di portare allo scoperto verità ancora celate dentro di lei.
– Sai, Volontà, in questi pochi giorni abbiamo parlato molto, ma forse abbiamo tralasciato proprio ciò che ti interessa di più. Quando avevo la tua età, ero inquieta e scontenta. Poi ho incontrato una ragazza: poco più grande di me, aveva già una cultura sterminata; purtuttavia la sua curiosità la spingeva ad andare comunque oltre. Insomma, era impossibile stare al suo passo. Devo a lei le mie conquiste. Il suo nome è Guida Interiore.
Quelle parole persuasero Volontà a ripartire: sarebbe andata nella valle del Pensiero, dove, secondo quanto le aveva detto la sua nuova amica, avrebbe potuto incontrare Guida Interiore.
Si salutarono con un lungo abbraccio e la promessa di rivedersi presto.
Partì di buon passo. Raggiunto il valico del Pensiero, cominciò la discesa nella valle. Volontà la percorse a un passo insolitamente lento.
Mentre camminava, le parole di Letizia le risuonavano ancora alle orecchie.
Abbi fiducia in te stessa e non scoraggiarti mai! Il tuo animo è forte!
Era ormai sera, quando decise di fermarsi per bivaccare.
Sola, immersa nell’immensità della natura, non riusciva a distogliere la mente dal ricordo di quei giorni trascorsi nella valle dei Generosi. Avrebbe voluto addormentarsi, ma era inquieta e il sonno non arrivava.
…
Il buio era calato e l’ospitalità di Guida Interiore si manifestò prontamente:
– Non sarà una reggia, ma c’è posto per tutti qui dentro!
La mattina, al risveglio, la loro ospite non c’era. Uscirono all’aperto e cominciarono a camminare affiancati seguendo una traccia che partiva dal bivacco. Sintonia era immersa nei suoi pensieri, quando, poco dopo, Amore spiccò una corsa così improvvisa e veloce da lasciarla a bocca aperta lì dov’erano. Le occorse qualche istante per superare lo sbalordimento e seguire con lo sguardo il movimento di Amore. Fu allora che anche lei spiccò una corsa altrettanto veloce e repentina e raggiunse Amore. Il quale, sciolto l’abbraccio che lo univa a Volontà, allacciò in un’unica stretta anche Sintonia. I baci, le domande, i sorrisi e le risate sembravano non finire più. Poi, fu il momento delle spiegazioni.
Dopo che il racconto di ognuno fu terminato, Volontà riprese a parlare.
– Vi sarete accorti che le mie parole sono velate dai dubbi. Tuttavia, la donna che ho conosciuto e di cui vi ho appena parlato mi ha esortato a cercare consiglio nelle parole di Guida Interiore.
– Non conosco la voce di chi pronuncia il mio nome, ma sono certa di conoscerne il nome: Volontà!
Guida Interiore condusse i tre ragazzi nella sua piccola baita e offrì loro del cibo. Poi, cominciò a parlare:
– Avervi incontrato è stata una gioia inaspettata e immensa. Dalle vostre parole ho compreso che dentro di voi c’è un cuore grande che si riempie del desiderio di vivere una vita ricca di significato. E vi chiedete come fare per individuare la direzione giusta. Pensate di non conoscere abbastanza voi stessi per poter compiere le scelte più appropriate. Forse è così? Non so. Ma so che c’è una strada facile da imboccare, meno facile è non perderla subito dopo.
È la strada della gentilezza. Non il comportamento esteriore di chi è bene educato, ma una condizione interiore che si raggiunge solo se si hanno alcune buone qualità e virtù: empatia, gratitudine, compassione, capacità di prendersi cura di chi ha bisogno. Se riuscirete a intraprendere questo cammino, ci saranno altri che vi seguiranno, e poi ancora altri, fino a che le relazioni tra gli esseri umani non saranno più improntate all’antagonismo che genera aggressività e violenza, ma alla cooperazione e alla solidarietà.
Alle parole di Guida Interiore seguì il silenzio. I tre ragazzi erano incantati dalla semplicità di quel discorso che, tuttavia, spalancava un orizzonte nuovo, fissava le coordinate di un mondo diverso e di un diverso modo di stare al mondo.
Avrebbero voluto restare più a lungo con Guida Interiore, ma il desiderio di dare avvio a una nuova fase della loro vita prevalse e l’indomani mattina di buon’ora partirono per fare ritorno nella valle dei Curiosi.
Il passo spedito e ancora le parole di Guida Interiore che rimbalzavano dall’una all’altro dei tre inseparabili, fra le luci, i suoni e i colori dell’alba, annunciavano l’inizio di una condizione nuova, l’esordio di un nuovo periodo della loro e dell’altrui vita.
I racconti per bambini, ai bambini, li leggono i grandi. Almeno all’inizio. Per questo, dovrebbero essere tutti come questo, scritto per aiutare i bambini a diventare grandi e i grandi a rimanere bambini. Bellissimo.