Premio Racconti nella Rete 2025 “Un prezioso sodalizio” di Loredana De Luca (sezione racconti per bambini)
Categoria: Premio Racconti nella Rete 2025Quando Gratitudine e Abbondanza si incontrarono per la prima volta di certo non immaginavano che quello sarebbe stato l’inizio di un legame così profondo e duraturo come invece fu.
Allora Gratitudine era ancora molto giovane: il suo sguardo vagava attorno a sé e l’incanto e la sorpresa che i suoi occhi non sapevano celare la rendevano curiosa, trasformandola in una vera esploratrice e spingendola ad addentrarsi nei boschi per ammirare la varietà e la bellezza delle foglie e delle cortecce o, quando si apriva davanti a sé una radura, a fermarsi per osservare gli insetti danzare sui fiori o gli uccelli piroettare nel cielo. Se poi, nel suo procedere senza meta, raggiungeva un villaggio, allora si attardava per osservare i bambini ruzzare sui prati ai bordi della strada o i contadini di ritorno dai campi.
Durante una di queste sue escursioni, quando ormai credeva di conoscere se non l’intero mondo buona parte di esso, si imbatté in un piccolo gruppo di bambini che camminavano fra i campi. Non si scorgeva nessun adulto, quindi Gratitudine si convinse che, essendo ancora molto piccoli, si fossero smarriti dopo essersi allontanati per gioco dalle loro case e dai luoghi familiari. Quando però si fu avvicinata a loro, il suo sguardo si scurì. Si fermò pensierosa. I bambini erano lì davanti a lei. Solo allora le fu possibile rendersi conto che erano molto magri, i loro abiti cenciosi, gli sguardi velati di tristezza e rassegnazione.
Gratitudine non aveva mai incontrato niente o nessuno che non esprimesse gioia, tutto intorno a lei fino a quel momento sembrava testimoniare la felicità delle creature umane e l’armonia del tutto; mentre ora c’era qualcosa di nuovo, eppure inquietante: non un sorriso né un saluto, niente.
Pur non comprendendo di cosa si trattasse, Gratitudine sentiva che quel che era sotto i suoi occhi in quel momento fosse qualcosa di inaccettabile.
-Bambini buongiorno! Dove andate tutti soli? Avete smarrito la strada? Domandò sorridendo gioviale.
Il più grande rispose:
-No, conosciamo bene questi luoghi: ci veniamo spesso nella speranza di trovare qualcosa da mangiare. Sono i nostri genitori che ci hanno insegnato dove andare a cercare: fra i campi c’è qualche albero da frutta, o ai bordi del bosco si può trovare qualche fungo.
-Capisco, disse Gratitudine, poi aggiunse:
-Ma perché venite fin qua per cercare cibo? A casa non ne avete abbastanza?
Il bambino che aveva parlato fino a quel momento sembrò incerto se rispondere o tacere, ma uno fra i più piccini lo precedette parlando d’impulso con una spontaneità che solo i bimbi piccoli sanno avere:
-Siamo poveri: il raccolto è andato male quest’anno e pure l’anno scorso non era stato per niente abbondante!
Fu in quell’istante – l’istante in cui il piccolo pronunciò la parola abbondante – che Gratitudine si lanciò in una corsa pazza gridando:
-Aspettatemi, aspettatemi lì dove siete! Sto andando a cercare qualcosa o qualcuno che vi aiuti a risolvere il vostro problema.
Le ultime parole quasi non si udirono, tanto forti e veloci erano le giovani gambe di Gratitudine.
Correva a perdifiato e più correva e più si allontanava dal luogo dove aveva lasciato i bambini, più sentiva affievolirsi la speranza di poter aiutare quelle creature affamate.
Quando le energie stavano ormai per esaurirsi, scorse un fiume e tra sé e sé pensò che si sarebbe fermata lì per un po’.
Non appena ebbe raggiunto la riva del fiume, fu sorpresa dalla vista di una donna che aveva pescato una grande quantità di pesce.
-Buongiorno signora, disse Gratitudine, vengo da un villaggio dove i bambini soffrono la fame. Potreste darmi un po’ di quel pesce perché io glielo porti?
-Mia giovane fanciulla, come ti chiami? E dove si trova questo villaggio? Io forse sono la persona giusta che può risolvere il tuo problema. Mi chiamo Abbondanza e vado dove c’è bisogno di me.
-Allora, presto! Ho lasciato dei bambini affamati che mi stanno aspettando! Seguitemi!
Quando ebbero raggiunto i bambini che giudiziosamente erano rimasti ad aspettare Gratitudine, insieme a loro, si recarono al villaggio immiserito dalla lunga carestia. Abbondanza chiese ai bambini di condurla nella piazza principale del paese. Quando furono lì, la donna chiuse gli occhi e cominciò a girare su se stessa vorticando le braccia. Dalle sue mani sprizzavano scintille che a contatto con l’aria si trasformavano in frutti e, cadendo al suolo, si disponevano ai bordi della piazza trasformandosi in alberi dai rami piegati per il peso dei tanti frutti maturi. Intanto, la popolazione del villaggio aveva cominciato a raccogliersi ai lati della piazza e nelle vie attorno e osservava sbalordita l’insolito e inatteso spettacolo. Poi, fu la volta dei pani che volteggiarono sulla testa degli abitanti del villaggio, inebriati dal profumo di quel cibo fragrante che vedevano allontanarsi, ma che in verità si dirigeva in volo verso le case. Fu una vera fortuna che nelle case fosse rimasto qualcuno. E chi, se non coloro che non erano in grado di muoversi celermente e seguire la folla? I nonni, presenza preziosa come non mai, avevano aperto le finestre per guardare almeno il cielo e scrutare qualche scampolo di quelle magie, quando da quelle finestre aperte erano entrati pani, panini e filoncini per disporsi al centro della tavola!
In ultimo Abbondanza volle donare il pesce che aveva pescato poco prima di incontrare Gratitudine.
Ormai era giunto il momento di andare. Chissà quanti altri luoghi e quanti bambini erano afflitti dalla povertà: bisognava portare un po’ di sollievo alle famiglie che ancora pativano tante privazioni.
Quando, al momento di lasciare il villaggio, le due amiche salutarono tutti, fu lei, la giovane fanciulla, a pronunciare per prima la parola più semplice, ma anche più importante, che restava da dire:
-Grazie.
Finora la sezione Racconti per bambini non è stata molto frequentata, mi sembra che al momento ci siano solo due lavori, gentile Loredana, il suo e il mio. Ma forse si arricchirà con l’avvicinarsi della scadenza del Concorso, l’ho visto succedere spesso nei premi letterari. Ho apprezzato molto il suo racconto per bambini ma, direi, anche per i grandi perché il tema che lei propone non ha limiti d’ età, se mai di sensibilità e quella, ai bambini, non manca mai, diversamente da quanto sembra accadere nel mondo dei “grandi”. E poi mi è piaciuto quel tocco finale, con la parolina magica che in tanti dimenticano con facilità. In bocca al lupo