Premio Racconti nella Rete 2024 “Hyundai mon amour” di Claudia Janneth Baquero
Categoria: Premio Racconti nella Rete 2024È tutto il giorno che aspettavo questa telefonata. La polizia ti ha ritrovata e sei salva. Non è per vantarmi ma credo che dopo un anno anche tu abbia voglia di tornare da me. Abbiamo vissuto tante cose insieme: Il mio primo software gestionale, la mia prima bottiglia di vero Brunello di Montalcino per celebrare il mio primo torneo di golf, non quelle finte di mio cugino del Monferrato che vende vini taroccati in Russia, la mia separazione dalla Susie che mi ha lasciato per quello superdotato di mio cugino, il mio primo pianto davanti casa mia che era diventata casa loro, la mia prima fuga dalla polizia per evitare la multa per atti osceni, e tanti altri ricordi indelebili che resteranno sempre e solo tra di noi.
Da quando ti hanno presa da dove ti ho lasciata, e me ne pento amaramente, il mio mondo si è fermato. Avevi con te il mio computer, le chiavi della villa e la mia sacca di golf. Insomma, avevi con te tutta la mia vita quando sei sparita. La polizia mi ha detto che dovrò portare qualcuno per venirti a prendere perché non sei in grado di muoverti e ti tengono ferma sotto sorveglianza. Chi ti ha vista mi ha detto che sei un po’ alleggerita. Ti hanno fatto passare chissà che cose quest’anno per le strade frenetiche di Milano. Non hai potuto opporre resistenza e nessuno ti ha salvata e, anche se ti voglio bene e per me sei unica, come te ci sono mille altre che vagano per la città in compagnia di gente deplorevole. Mi hanno detto che loro ti hanno usata senza pietà. La tua presenza in cattive mani non è stata rilevata fino all’altra sera quando il tram ti ha investita e ti ha lasciata stordita vicina a Monte Napoleone. Non puoi immaginarti la mia angoscia quando la polizia mi ha detto che eri stata trovata in pessime condizioni, sola, colpita e spenta in mezzo alla strada. Lo so già che rimarrai sfigurata per sempre, con cicatrici indelebili che compromettono la tua autonomia, ricordo indelebile di questo incubo che abbiamo vissuto insieme, ma voglio che tu sappia che questo non cambia il mio amore per te. Non arrabbiarti se entrando a casa vedrai una nuova Porsche Macan parcheggiata in garage.
Non ti nego che l’ho comprata per cercare di tirarmi su dalla tristezza di averti perso, ma non ha funzionato. Anche se ci ho provato a uscire e a frequentare altre donne, non sono riuscito a lasciarmi andare. Mi ricordo ancora quando in estate mi accompagnavi a giocare golf al campo di Crema e a passare la notte con te vedendo le stelle che cadevano illuminando il capannone dietro casa. Qua ti aspetta ora la Gina che ha fatto quattro anni ma ancora mi salta vicina sul divano quando mi vede triste perché tu non ci sei. Anche se sia una cagna, Gina sa che da quando non ci sei io non riesco più a lasciarmi andare ad amare nessuno. Non mi rassegnavo ad averti persa, eri l’unica che mi faceva sentire al sicuro e con te davo via ai miei istinti. Dal divano ho fatto solo sterili tentativi di accoppiamento virtuale ma senza di te non riesco a trarre soddisfazione dei miei amplessi online. Mi manca il tuo tocco sottile, la tua spinta, il tuo sguardo illuminato, le tue forme, il tuo profumo, quel tuo rumore quando ti schiaccio con i piedi mentre ti muovi leggera sotto di me e mi sussurri “Papi, corri come il vento”. Mi hanno detto che potrò vederti domani e ci sarò alle nove.
Non ti infuriare ma durante quest’anno sono tornato con la Susie e, come potrai supporre saggiamente, mi ha lasciato di nuovo, questa volta per il suo istruttore di pilates. Quella donna che ti era piaciuta, quella che avevamo portato a fare un giro dietro il cimitero la volta che la polizia ci ha inseguito, l’ho persa. Senza di te non riuscivo ad andare a trovarla e dopo che ha saputo della Susie non vuole più vedermi. Lei ci capiva molto bene ma io non l’ho capito e ora è tardi. “Tucson, Tucson”, una parola che risuona nella mia mente, quel tuo cognome che evoca deserti dove tu sei la mia oasi.