Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti nella Rete 2024 “La strada maestra” di Matteo Vergassola

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2024

Caro nonno,

il tempo è volato come vola il vento fra le fronde dei campi e tu sei partito per sempre. Per questo ora ti scriverei col cuore ma mi sfuggono gli argomenti, i racconti, come le foglie che cadono in autunno. So già cosa mi diresti, col tuo tono severo, ma caldo: racconta. Racconta, non importa che sia semplice o difficile. E allora, forse, potrei scriverti di qualsiasi cosa. Potrei raccontarti, come facevo quando venivo da te, sicuro che tu ascolteresti ancora le mie parole frivole, come eri solito ascoltare le botti di legno di nocciole. Invece ora trovo difficile raccontarti di certe esperienze vissute nei miei viaggi in giro per il mondo, cose inaspettate, terribili e bellissime, sacre e profane. Forse in questo anno non è solo trascorso il tempo, ma siamo trascorsi anche noi. Mi immagino di riuscire a recapitarti questa lettera desiderata e ti immagino a leggerla ai margini del tuo amato vigneto, curato e avvolto da una brezza profumata, con un calice di vino di una delle tue celebri annate. 

Eppure, sarebbe così semplice se il mio cuore sapesse di trovarti ancora lì, su quel tronco su cui eri solito goderti il vento delle colline mentre prendevi riposo da anni duri e dal duro lavoro che i tuoi amati vigneti ti regalavano. Ricordi quando da bambino, poggiati vicini sul tronco, eri solito illustrarmi l’arte della vigna, raccontarmi come da umili rami di legno germogliano succosi acini, i quali si trasformano in profumato nettare. È forse questo il mio turno di raccontare?

Ti scriverei di guidarmi ancora, in questo viaggio che spesso illude perché nelle notti lontane da casa, in città straniere senza riguardo, la strada maestra mi sembra persa. Ti scriverei di guidarmi ancora, come le tue parole calde facevano, come le tue sapienti mani curavano i vigneti. E ti immagino guardare proprio verso l’amato vigneto, seduto sul tuo nobile tronco, redarguirmi e guidarmi nuovamente, pieno di sorridente fiducia. Quella fiducia che non hai mai perso, nemmeno nelle annate più difficili.

Scriverti mi resta però ancora arduo. Eppure, guardando il soffitto legnoso sopra di me, di una cosa son certo ti scriverei. Ti scriverei che non voglio deluderti. Ti scriverei che non voglio perdere la strada maestra che con così tanta fiducia mi insegnasti a tracciare.

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