Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti nella Rete 2024 “Caro Billy” di Susanna Fontana

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2024

Caro Billy il Bullo,

hai tutte le qualità per essere un ottimo cacciatore, come tuo padre. Soprattutto la mira. Perché sì, a prendere di mira Paolo sei stato davvero bravissimo. Convengo con te che fosse un po’ buffo, con quell’andatura dinoccolata e quella peluria a chiazze sul viso. Anche a me all’inizio faceva rabbia il suo essere remissivo coi compagni e accondiscendente con gli insegnanti. Ma sai, una cosa che non ti sei mai concesso di scoprire perché eri troppo occupato a ridere di lui, è che era divertente. Le sue battute sussurrate tra i banchi, i suoi messaggi sul telefonino… quelli sì, che facevano ridere. Te ne farò leggere un paio e sono sicuro che ti sorprenderai.

Quello che invece non ti farò leggere è la sua ultima lettera. Pensa, è riuscito a farmi sorridere pure con quella. Mi ha raccontato con dovizia di particolari la sua giornata, cominciata con il buon proposito di tenerti testa, o quantomeno di sopravvivere alle tue cattiverie fingendosi un Charlie Brown in un mondo di Lucy. La mattina presto aveva fatto qualche esercizio per gli addominali, ben sapendo che non sarebbero serviti a granché. Ma si era detto che, se voleva che le cose cambiassero, doveva cominciare lui per primo a cambiare qualcosa. Poi la giornata era proseguita a scuola. Tutto sommato non malaccio, visto che eri assente. Gli avevano rubato qualche soldo dallo zaino e buttato le scarpe da ginnastica nel bagno della palestra, ma erano angherie sopportabili. Il nuovo Paolo si era dato un 6 e ½ di voto, nella capacità di gestire con equilibrio e ironia questi piccoli incidenti di percorso che lo avrebbero reso più forte (quasi quanto gli addominali mattutini).

Tornato a casa, mentre pranzava aveva ricevuto il solito meme con la sua foto in mutande scattata a tradimento durante la gita scolastica. Aveva deciso di scherzarci su pure lui, e quindi aveva risposto con l’emoji che rideva a crepapelle. Il pomeriggio era uscito per fare la solita passeggiata con Rocky. Ecco, un po’ ero geloso anch’io di Rocky. Paolo era il mio migliore amico, ma il migliore amico di Paolo era un cane poco più grande di una pulce, con un nomen tutt’altro che omen. Quel giorno sul ring Rocky e Paolo hanno incontrato un avversario troppo forte per loro, e anche troppo numeroso: te e la tua gang di Bulloni (vi chiamavamo così, immaginando gli ingranaggi rotti della vostra mente). 

Billy, a te non bastava mai. Te la sei presa con entrambi, e hai cominciato dal più piccolo. Mentre i tuoi compari tenevano fermo Paolo, con un accendino bruciacchiavi i peli sul muso di Rocky. E quando hai cominciato a picchiarlo con un bastone, quello se l’è fatta sotto dalla paura. La cosa deve averti fatto infuriare molto, perché poi hai preso la testa di Paolo e l’hai ficcata forte nello sterco del cane. Spero che tu almeno ti sia sporcato nel farlo.

Se dopo Paolo ha preso quell’ultima decisione, non è stato perché non ne poteva più di te, ma perché si sentiva in colpa per non aver saputo difendere Rocky. 

Sai cosa mi ha scritto alla fine della sua lettera? “Tutte le mie cose dalle a Billy”. Forse perché ormai ti eri preso tutto di lui (la sua adolescenza, il suo sorriso, la sua speranza), che tanto valeva darti anche il resto. Oppure – è una supposizione che fatico ad accettare, ma in effetti sarebbe stato tipico di Paolo – perché in maniera catartica desiderava che io e te diventassimo amici. In fondo, Billy, ora sono rimasto solo. Se vogliamo cambiare le cose, dobbiamo essere noi per primi a cambiare. Oltre a me stesso, io vorrei cambiare te. 

Vuoi essere mio amico? Fammelo sapere domani pomeriggio, alla solita ora di Paolo uscirò con Rocky (quello lo ha lasciato a me!). 

Luca (e Rocky)

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