Premio Racconti nella Rete 2024 “Mio Padre” di Vanda Forte
Categoria: Premio Racconti nella Rete 2024Stamani,uscendo dalla doccia, ho preso a caso un telo da bagno per asciugarmi. Spiegando il telo sorrido perché ho tra le mani il telo con sopra disegnate due conturbanti signorine in bikini che giocano a pallone. Quel telo era stato acquistato dal mio babbo ultrasettantenne che, nonostante il passare degli anni, non smetteva di ammirare le belle donne. Mio padre era un conquistatore di cuori e corpi femminili. Amava le donne, amava guardarle e,in qualche modo, diventare loro amico. Ancora ricordo le carezze compiaciute che ,da bambina, ricevevo incontrando alcune gentili signore e che accarezzavano me ,ignara bimbetta, pensando di accarezzare lui!
Mio padre era bellissimo, alto,snello con due occhi verdi come l’acqua di un lago , nei quali avresti potuto e dovuto specchiarti!
Mio padre era un fascista. Dichiaratamente fascista, orgogliosamente fascista. Aveva combattuto a fianco del duce durante la seconda guerra mondiale e, al termine, era stato fatto prigioniero in Africa. Mio padre continuava ad indossare la camicia nera ogni sabato e a non festeggiare il 25 aprile. Aveva trasformato la nostra casa in un mausoleo dedicato al duce con le pareti ricolme di sue effigie. Ogni anno si recava nel luogo natio di Mussolini, in quel che la mia mamma aveva soprannominato San Predappio e ,per me, non valeva il detto Repetita iuvant, per me valeva ,al contrario, repetita non iuvant perché ogni anno, mentre si accingeva a partire, fresca di catechismo chiedevo:” Che Santo è San Predappio non ricordo le sue gesta?” ,e, mia madre, alzando le braccia al cielo sentenziava laconicamente:” Deficiente, ho un figlia deficiente!”.Nella libreria di famiglia troneggiava il Mein Kampf e, ogni sera, mio padre si deliziava leggendo un brano tratto dal Vangelo secondo Adolf Hitler.Spesso la domenica accompagnava giovani camerati a trovare vecchi criminali nazisti in carcere per sentirsi raccontare, ancora una volta, la raccapricciante favola del Terzo Reich.Mio padre era una persona perbene, gentile ed altruista. Se mi fossi ispirata al suo modo di essere avrei dovuto aderire anche io al fascismo ma ,andando a scuola, ti trovi a studiare sui libri di storia e nemmeno la più fervida delle immaginazioni avrebbe potuto creare fantasiosamente quello che è stato l’olocausto, e, spiegare, in perfetta critica revisionista, come un pigiama party le immagini che ci rimandano ai campi di sterminio.
Non è stato facile crescere per la figlia di un fascista perché sembrava che le immagini dei campi di sterminio nazisti mi perseguitassero essendo quasi chiamata a giustificare ciò che ,pur non condividendo, faceva parte inesorabilmente del bagaglio culturale della mia famiglia e delle scelte ideologiche genitoriali mio malgrado.
Poco prima di morire mio padre si abbandonò ad una gioia incommensurabile: il nipote prediletto era diventato magistrato. Non era entrato nel Fuan oppure ne Fronte della gioventù ma in magistratura. Noi familiari non capivamo bene tale entusiasmo e tra lo scetticismo e l’ incredulità, ci interrogavamo sugli eventuali motivi di soddisfazione da parte di chi aveva sempre posato uno sguardo indulgente su camerati coinvolti in eventi eversivi ,e , assolti, cercando di spiegare il loro operato come fosse dovuto ad un certo nervosismo ,causato dalle forze dell’ordine schierate, a suo dire, troppo a snistra.. Ci chiedevamo se nostro padre avesse capito il ruolo di un magistrato che rimane quello di tutelare le leggi dello Stato.
Col passare degli anni ho assunto sempre più la consapevolezza che quella gioia dimostrata da mio padre nel vedere il nipote prediletto entrare in magistratura, fosse la resa incondizionata di un fascista di fronte alla Costituzione antifascista della Repubblica Italiana.
Ben scritto, ma il finale non è tanto convincente. Avrei sondato un po’ di più. Uno che legge il Mein Kampf tutte le sere, dubito che di punto in bianco accetti di buon grado una costituzione antifascista…