Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti per Corti 2024 “Il rumore della vita” di Maddalena Frangioni

Categoria: Premio Racconti per Corti 2024

La vita ha il suo proprio rumore

In fila come gli altri, appena la porta si aprì, Daniela entrò nella grande hall dell’ospedale. Sali in ascensore, pigiò il bottone, ma, per sbaglio, finì nei locali sotterranei della clinica. Disorientata e un po’ in ansia cercò di risalire, quando scorse una flebile luce provenire da una stanzetta in fondo al corridoio.

Si affrettò, convinta che da lì si raggiungesse più in fretta l’uscita. Invece… quella piccola stanza altro non era che l’obitorio dell’ospedale. Dette un’occhiata, distesa nella bara c’era la salma di una giovane donna.

Era la prima volta che si trovava da sola con un morto, non sapeva come comportarsi. Di solito, nelle case, la stanza, dove è deposta la salma di qualche congiunto, è piena di amici e parenti. Qui invece…nessuno. Ebbe paura. Si fece coraggio e si sporse sulla bara per osservare meglio quel volto. Con sorpresa, notò che la ragazza aveva le palpebre non perfettamente chiuse, il leggero chiarore della lampadina del soffitto lasciava intravedere la pupilla, quasi mobile, che alleggeriva quel corpo dalla pesante staticità.

Immobile attese di vedere un segno, un respiro, un movimento. Non comprendeva fino in fondo quella morte, non accetta la morte. Ricordava con rabbia e tristezza la morte del nonno, quel grande corpo di vecchio autoritario, che aveva sempre visto muoversi su e giù per le scale di casa o camminare per il paese, raccolto in una cassa, immobile e fermo come una statua fredda di marmo. Aveva sofferto, le era dispiaciuto e se l’era presa con quel Dio, che, invece di essere misericordioso e buono, come le diceva la nonna, le era apparso cattivo e vendicativo nell’averle portato via il nonno.

Quando a scuola si erano dibattuti i grandi temi della vita e della morte aveva partecipato cercando di dare una spiegazione a un evento tanto tragico. Il mistero della morte l’affascinava.

Davanti al corpo immobile della giovane si sentiva come paralizzata.

Attendeva e sperava in un segno che infrangesse quel silenzio. Osservava il colore diafano del volto, i capelli lunghi, neri, raccolti dietro la nuca, le mani affusolate distese lungo i fianchi. La lunga veste bianca dava alla salma un aspetto quasi regale, immaginava che fosse una principessa, caduta addormentata per magia.

A un tratto le parve di sentire dei rumori, voci  canti lontani, accanto a lamenti. 

Un colpo improvviso di tosse la scosse mentre una folata di vento bussò al vetro. Sobbalzò, rivolgendo gli occhi alla finestra per abbassarli subito dopo sul volto della ragazza, per vedere se anch’ella avesse percepito la vivacità della vita là fuori…

Nessun cenno, nessuna risposta. Daniela, indignata e rassegnata, guardò ancora la salma, poi un po’ spazientita salutò con rispetto e si allontanò.

Chiuse la porta e percorse a ritroso il breve tratto fino all’ascensore. Schiacciò il pulsante e tornò su al primo piano.

La zia la stava aspettando.

“Oddio, ma chi è che grida così? Cosa vuole quella malata che passeggia in corridoio strusciando piedi? E quell’infermiera non si rende conto che infastidisce con quella voce stridula mentre canticchia nel piegare le lenzuola?” diceva la caposala di turno. “Per favore un po’ di creanza, abbassate i toni”, aggiunse ancora l’infermiera dal suo ufficio. “I malati hanno bisogno di silenzio!”.

“No, no”, rispose Daniela. “Non è vero! I malati non vogliono il silenzio, anzi… sono terrorizzati dal silenzio delle ore notturne e non fanno che guardare la finestra per vedere spuntare una luce, o per sentire il fruscio del vento, o per ascoltare il canto del primo uccellino sul davanzale.”

Quella sera  nel sentire tutti i rumori, anche quelli assordanti di grida, di pianti, di sorrisi sguaiati, di sordi rumori di carrelli, di porte sbattute, Daniela era felice perché tutto quel rumore  non era altro che la vita che fluiva dentro e fuori di lei.

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2 commenti »

  1. Mi piacciono le riflessioni alla base del racconto ed i contrasti stridenti tra le scene; tra la morte e la vita. Poetico. Brava.

  2. Un racconto delicato, a tratti lirico e nostalgico. Una riflessione sulla ineluttabilità della morte che enfatizza la bellezza della vita. A un certo ho pensato che ci fosse una svolta noir.

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