Premio Racconti nella Rete 2024 “Missive dalla guerra” di Franco Ortenzi
Categoria: Premio Racconti nella Rete 2024Ypres, 25 novembre 1914
Mia adorata Albertine,
finalmente un momento di riposo dopo giorni di impegno spasmodico, di strenua sofferenza e indicibili lutti. La nostra offensiva, così meticolosamente studiata, non ha prodotto il risultato che ci saremmo aspettati pur nella piena fiducia dei nostri mezzi, nella incrollabile certezza degli intenti, la ragione non ci ha sorretti, ha disertato, o forse, semplicemente, non ce n’è mai stata una; la nostra splendida cavalleria decimata dai cannoni, le divisioni di fanteria nemica annientate, una dopo l’altra, dalle mitragliatrici; sospinti dal più cupo accanimento, attacchi e contrattacchi senza requie, per tre giorni e tre notti, abbiamo provveduto a massacrarci a vicenda con scrupolosa determinazione finché il caso, o la volontà di Dio, chissà, non ha posto fine allo scempio: il diluvio universale si è riversato sulla regione e l’Yser ha inondato ogni cosa, armi, salmerie, depositi, trincee consegnando ai nostri occhi sbarrati una sterminata palude di cadaveri…
Ypres, 30 Maggio 1915
Albertine, tesoro,
tu sola puoi racchiudere nel tuo cuore la mia prostrazione, che ti affido tra le righe di queste segrete missive, non potendo altrimenti cercarne sollievo se non nel sapermi con te e i ragazzi, nei vostri pensieri e occupazioni di tutti i giorni. In queste ore mi è sovvenuto il ricordo di Langemarck, di quei poveri giovani, che avrebbero potuto essere figli nostri, che abbiamo falciato come mucchi di fieno in quei loro attacchi insensati e romantici, mandati a morire senza logica alcuna, senza costrutto, senza pietà. Ritenni, in quei giorni, di aver colmato la misura dell’abisso, di aver contemplato il fondo nero del cuore umano, di essere stato inghiottito, infine, nel gorgo perenne dell’odio e dell’ignoranza; sbagliavo, ci attende un futuro strabiliante: cinque giorni orsono il nemico ha riversato su tutta la linea del fronte un’ondata di gas venefico, al cloro, è dato pensare, che ha sterminato, come insetti, cinquemila dei nostri in dieci minuti. Sono vivo per puro caso, l’ufficiale medico del 14°, che era con noi, intuito cose stessa accadendo, ci ha fatto orinare sulle fasce che abbiamo utilizzato come maschere, l’ammoniaca funge da antidoto, ci siamo salvati…
Ypres, 30 Maggio 1917
Albertine, cara
Ci troviamo oggi nel caos più completo si possa immaginare, metà dell’esercito è in rivolta, i soldati si rifiutano in massa di raggiungere le loro postazioni, insorgono ammutinamenti ovunque e questo comporterà tra breve una dura repressione, già sono state istituite le prime corti marziali e temo che saremo costretti a spargere altro sangue oltre a quello che ogni giorno ci soffoca senza scampo né perdono. Non parliamo più di anime di Dio, trattati alla stregua di automi costoro sono andati in corto circuito, nessuno scappa o diserta, semplicemente si rifiutano di agire, come se si fosse interrotto il nesso tra ragione e volontà, un’inerzia mortale li pervade. Del resto cosa potremmo dire a questi soldati incatenati a un destino incomprensibile prima che inaccettabile quando, ogni giorno, dispacci segreti, ormai trapelati senza ritegno alcuno, rivelano che siamo giunti ormai a contare un milione di vite perse, di famiglie in lutto, quale futuro intravvediamo per loro, quali orizzonti e quale gloria ci attendono…
Ypres, 27 Settembre 1918
Albertine, amore mio
Domani è il gran giorno, abbiamo raccolto tutte le nostre forze e proveremo a sfondare, con l’aiuto di Dio questa guerra insensata avrà termine. Confido nelle tue preghiere e nei tuoi pensieri, ricordi le nostre sere, la lettura, “domani durante la battaglia…”, domani, se Dio vuole. Nei prossimi giorni non potrò scriverti ma sappi che il mio cuore è racchiuso nelle tue mani, passa tra le dita i capelli dei nostri figli, fallo per me, che ai loro occhi sia risparmiato di vedere ciò che i miei hanno visto. A Natale sarò con voi, sarò a casa.
Parigi, 12 Ottobre 1918
Gentile Signora de Pierrefeu
Ci duole doverVi comunicare che Vostro marito, il maggiore Armande Louis de Pierrefeu, risulta a tutt’oggi disperso; le frammentarie informazioni che ci provengono dal fronte di Ypres non consentono, allo stato attuale, di formulare previsioni attendibili in ordine alla possibilità di individuare la sua posizione tra le linee interessate dalle operazioni tuttora in corso. Questo ufficio avrà cura di segnalarVi quanto prima ogni e qualsivoglia aggiornamento della situazione.
Con deferenza…
Apprezzo sempre chi è impegnato nel tenere viva la memoria, la storia fa parte di noi. Però ho un dubbio: pur volendo mantenere un registro adatto all’epoca, davvero un marito scriverebbe alla moglie una lettera somigliante a un bollettino di guerra? Come moglie, non mi è arrivato molto lo stato d’animo dell’ufficiale. Forse, per mantenere le necessarie informazioni storiche, il protagonista avrebbe potuto scrivere a un fratello o al padre. Alla fine, il dolore sarebbe arrivato comunque, proprio perché mancava così poco per rientrare a casa.