Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti per Corti 2024 “Lascia che parlino” di Pietro Senatore

Categoria: Premio Racconti per Corti 2024

SCENA 1

It gets easier, but you must do everyday.

La sveglia suonò alle otto del mattino, ripetendo parole e colonna sonora di un dialogo di BoJack Horseman. Edoardo la interruppe e controllò di non aver disturbato la compagna.
Dopo essersi preparato, indugiò qualche istante prima di uscire dalla camera.

Tornò vicino al letto e aprì delicatamente il comò, tirando fuori un astuccio di velluto blu. Sollevò il coperchio: le sei sterline d’oro erano lì, perfettamente alloggiate nelle capsule in plexiglas.

«Tutto bene?».

Si girò di colpo e vide Francesca stropicciarsi gli occhi. Edoardo richiuse il cofanetto e lo ripose nel cassetto.

«Guardavi le tue sterline. Le guardi sempre quando hai un po’ d’ansia».

«Non so il motivo, osservarle mi rasserena. Sono così belle e reali. Una cosa stupida, lo so».

«Se funziona, nulla è stupido» disse sorridendogli. Sbadigliò rumorosamente e aggiunse: «Ricordi quello che ci siamo detti?».

«Lascia che parlino» dissero entrambi all’unisono.

Edoardo la baciò. Mentre si incamminava verso la porta ricordò: «Ines non verrà per le pulizie, ha avuto un imprevisto. Mi ha appena mandato un messaggio».

«Si è ricordata presto di dircelo. Ti trovo a casa dopo pranzo?».

«Pensavo di restare al parco a lavorare, così sarò vicino alla dottoressa per l’appuntamento».

«Giusto. Sei fortunato a poter lavorare ovunque».

Edoardo si sentì graffiato da quel termine. Fortunato.

SCENA 2

Nel tragitto a piedi vide sul marciapiede opposto i colleghi del precedente lavoro, da cui si era dimesso per l’ambiente tossico. Confabulavano tra loro, sorridendo in modo malizioso verso di lui.

Entrò nel parco e sistemò portatile e mouse su un tavolino libero.

Dopo la pausa pranzo il suo cellulare squillò. Era Francesca.

«Edoardo!».

«Sono io… Tutto ok?».

«Dovresti tornare a casa appena puoi. Ti prego» e riagganciò.

Preoccupato, radunò in fretta le sue cose. Mentre si allontanava, notò che i due ex colleghi stavano occupando il suo posto. Ridevano.

SCENA 3

«Francesca, sono qui. La porta era aperta».

Lei accorse in lacrime e lo abbracciò forte.

«Amore… Ci hanno derubati».

Edoardo sentì un chiodo rovente penetrare nella nuca e divenne gradualmente pallido, come per le conseguenze di un’emorragia.

«La polizia è appena andata via. Pensano ad un basista, perché i ladri hanno frugato solo nei posti giusti. Mi dispiace per le tue sterline…».

«Un basista? Cioè?».

«Mi viene da pensare solo ad Ines, aveva le chiavi e infatti non hanno scassinato niente. Che stronza infida».

Il cellulare di Edoardo squillò.

«È la dottoressa, le spiego tutto».

«Certo» disse Francesca, singhiozzando.

Ripulirono la camera e una volta finito si stesero sul letto.

«È stato come chiederle di derubarci… Le mie sterline, in bella mostra».

«Ma che dici? Erano nascoste in un cassetto. E anche se le avessi esposte in vetrina sarebbe stato un tuo cazzo di diritto».

Lui non replicò.
Francesca reclinò il capo di lato e vide il compagno fissare il soffitto, immobile e con gli occhi sbarrati. Lo strinse a sé.

SCENA 4

La mattina seguente Edoardo uscì per recarsi dalla dottoressa. Giunto al palazzo, trovò i suoi ex colleghi seduti sulle scale del portierato. Ridevano sfacciatamente: evidentemente la lieta notizia li aveva già raggiunti.
Pur in preda alla collera, li ignorò ed entrò nello studio medico.

«Buongiorno Edoardo, ho insistito per vederla dato che in questi casi un sostegno immediato è fondamentale».

«La ringrazio. Probabilmente è stata la nostra colf, credo di averla attirata io con le mie sterline. E ci è andata di mezzo anche Francesca, con i suoi gioielli».

«Ricompare quindi il senso di colpa che abbiamo affrontato più volte».

«Solo che questa volta lo penso sul serio».

«Ha detto lo stesso anche in altre occasioni».

«…».

«E i suoi ex colleghi? Li ha lasciati parlare come ci eravamo promessi?».

«Sì, ma dopo il furto mi sembra di vederli ovunque».

«Sa, prima di andarsene il mio ex rubò tutti i miei gioielli. Sospetto fossero destinati alla nuova compagna».

«Che bastardo. Cioè… Assurdo».

«Mi diedi della stupida e pensai che avrei dovuto prevederlo. Un’idea che nacque velocemente e morì anche più in fretta, perché mi concentrai sul lato positivo: ero libera da un marito violento».

«Nel mio caso quale sarebbe il lato positivo?».

«Una compagna che la ama, un lavoro full remote, l’affetto dei familiari: se arreda la sua mente con queste cose, le voci malevoli incontreranno ostacoli tali da estinguersi da sole».

SCENA 5

Francesca udì la chiave girare nella toppa, accorse per accertarsi chi fosse e trovò il compagno.

Si abbracciarono.

Edoardo entrò in camera per cambiarsi, quando scorse tra il bordo del letto e il materasso uno scintillio. Infilò le dita, afferrando qualcosa di freddo e metallico: era una sterlina d’oro, probabilmente caduta ai ladri.

Il giorno dopo, alle otto, la sveglia suonò.

It gets easier, but you must do everyday.

Edoardo la spense e guardò il soffitto. Sorrise.

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1 commento »

  1. I dialoghi sono molto belli e, soprattutto, lasciano tanto margine di interpretazione al lettore. Si intuisce del “patologico” che credo sia difficile da rendere in un corto, ma nella scrittura, con tutta la sfumatura dei pensieri sì. Mi piace l’ intro con le parole della canzone 🙂

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