Premio Racconti per Corti 2024 “Cartoline” di Anna Rosa Perrone
Categoria: Premio Racconti per Corti 2024Interno di un appartamento. Le stanze sono disposte secondo lo stile delle case anni ’60, divise da un ampio corridoio che sembra dare ossigeno a tutta la casa.
Lo sguardo della macchina da presa percorre quell’andito sino a fermarsi sulla porta d’ingresso.
Si sente il rumore della chiave che gira nella toppa della serratura e le voci di due donne.
La porta si apre e le vediamo entrare: una giovane e decisamente carina, di non più di 30 anni (l’aspirante inquilina); l’altra di mezza età, più piccola statura ma ancora in forma (la proprietaria).
-Dunque signora, l’agenzia immobiliare a cui mi sono rivolta mi ha detto che lei ha intenzione di affittare questo appartamento per 6 anni. Sinceramente spero che la casa risponda alle mie esigenze perché con tutti questi B&B che spuntano come funghi è davvero difficile trovare una sistemazione e io ho una certa urgenza.
-Sì, era l’appartamento di mia madre e voglio affittarlo ad una persona affidabile che mi garantisca alcune cose. Qualora la casa sia di suo gradimento e trovassimo l’accordo, non voglio che si modifichi nulla nella disposizione di questo corridoio e dovrà inoltre garantirmi di ritirare la posta di mia madre. Sì, disse rispondendo allo sguardo interrogativo della ragazza, anche ora che non c’è più, continua inspiegabilmente a ricevere parecchia posta. Non reputi queste richieste una mia stranezza, sono le ultime volontà testamentarie di mia madre con l’invito di non vendere l’immobile. Proprio per questo la casa è in affitto e le chiedo di non cambiare nulla in questo ambiente. Per la posta passerò ogni mese a ritirarla, sarà l’occasione per prendere un caffè insieme. Valuti se l’ appartamento ampio e centrale, il tipo di contratto e il prezzo valgono questi piccoli fastidi.
Un anno dopo…
Lo sguardo della macchina da presa percorre lo stesso corridoio sino alla porta d’ingresso soffermandosi questa volta sui mobili e sulle pareti: una consolle d’altri tempi su cui sono poggiate piccole bocce di vetro con all’interno scorci di città italiane e le scritte “saluti da”, e pannelli protetti dal vetro nei quali sono incollate molte cartoline.
Si sente il rumore della chiave che gira dentro la toppa facendo scattare la serratura. La voce di due donne che chiacchierano affabilmente prende maggiore corpo dopo che la porta si spalanca: sono ancora una volta la proprietaria e l’aspirante inquilina divenuta affittuaria dell’appartamento.
-eh, chi l’avrebbe detto che tu ed io avremmo raccolto la palla proseguendo il gioco
di tua madre!
Certo alla sua età ne ha avuto di coraggio e aggiungo anche un po’ di follia.
Non è facile andare ad una trasmissione radiofonica nazionale per dire semplicemente: non mi scrive nessuno, io sono disposta invece ad ascoltare tutti, inviatemi in forma anonima un rimpianto, una paura, un desiderio, un vostro segreto, lo custodirò per voi liberandovi da quella ossessione e giù nome cognome e indirizzo.
-Sì mia madre Silvia è stata anche per me una sorpresa. Forse all’inizio cercava solo di farsi compagnia con quelle cartoline, poi ne arrivò una nella quale erano incollati uno sull’altro alcuni frammenti di una lettera d’addio che l’autore aveva deciso di non spedire al vero destinatario. Il messaggio di mia madre sentito alla radio gli aveva fatto cambiare idea e lei ne rimase folgorata. Purtroppo solo dopo la sua morte mi sono resa conto di tante cose, superando le mie convinzioni. Ti ricordi quando ci siamo chieste perché, ancora dopo un anno, arrivassero tante cartoline e abbiamo iniziato a indagare insieme? Quando abbiamo iniziato a leggere ad alta voce quegli scritti enigmatici cercando di capirne il significato?
-Certo tua madre non avrebbe mai pensato che quel suo appello rimbalzasse su altre radio locali e fosse ripetuto sistematicamente.
E poi si è preoccupata che nessuna cartolina e nessuna boccia di vetro con quei semplici saluti, fosse respinta finendo dentro qualche deposito e poi al macero, in fondo si sentiva legata da un impegno importante.
-E… quando abbiamo avuto paura che il “gioco” di mia madre si fosse esaurito perché non arrivava più nessuna cartolina siamo andate noi alle radio a ripetere lo stesso invito. Era importante che quelle anime avessero la possibilità di quel gesto catartico affidando il proprio tormento a uno sconosciuto.
Flashback
una ragazza percorre alcune strade di Lucca sino ad arrivare alla torre Giunigi.
Vi entra e sale tutti i gradini sino alla vetta. I lecci secolari sembrano guardarla mentre si sporge oltre la balaustra e fissa insistentemente il selciato molti metri più in basso. Dopo parecchi attimi la ragazza si ritrae, scende le scale ed è nuovamente in strada. Prima di perderla di vista diventando un punto indefinito fra la gente notiamo nelle sue mani una cartolina: ha deciso di liberarsi del suo segreto affidandolo a una sconosciuta.
Mi piace la poesia nel tuo racconto.
Mi piace l’inquadratura del prima e del dopo perché induce lo spettatore a cercare le differenze nel tratto di corridoio.
Bella l’immagine delle due donne che diventano amiche nonché “alleate” e la cartolina fra le mani della ragazza nell’ultima scena, spinge a domandarsi quale sia il segreto che cela .
Molto brava.
Grazie Alessandra del commento.
Grazie Marina del tuo commento, dalle tue riflessioni capisco di essere riuscita a creare la “dimensione” cioè la partecipazione del lettore a cui aspiravo.
Gentile signora Perrone, come da sua richiesta, dato che afferma di apprezzare i miei commenti agli scritti del Premio, benché partecipi ad altra sezione e non abbia alcuna preparazione riguardo sceneggiatura e regia esprimo volentieri una mia opinione sul suo lavoro. L’idea mi sembra originale ed affascinante ed efficaci le inquadrature del corridoio dove la madre della protagonista conservava le lettere di confidenze che riceveva.Qualche perplessità sulla scena finale che benché toccante mi sembra poco realistica, dato che chi compie la tragica scelta del suicidio difficilmente recederà dal suo proposito per la possibilità di semplicemente confidare ad una persona sconosciuta il suo tormento. Un’ultima osservazione: trovo questo racconto una critica allegorica alla filosofia del B&B, ovviamente speculativa, alla quale si contrappone la scelta della proprietaria che invece “investe” sulla vita dell’affittuaria.
Il soggetto “Cartoline” si ispira al progetto di arte collettiva Post secret di Frank Warren. La dinamica con cui Warren si “procura” le cartoline è completamente diversa e se vogliamo più romantica. E’ lui che come primo atto stampa 3000 cartoline e le distribuisce per le strade di Washington con il suo indirizzo e l’invito a inviare anonimamente un segreto. La cosa incredibile è che Warren ha ricevuto in 20 anni più di un milione di cartoline.
Alla base del progetto vi è un lungo periodo di volontariato al Telefono Verde per la prevenzione dei suicidi, nel quale Warren ha maturato la consapevolezza dell’importanza dell’atto liberatorio di confidare un segreto proprio ad uno sconosciuto non attendendo neppure una risposta. Molte di quelle cartoline oggi fanno parte dei libri di Warren. Molte di esse testimoniano che gli autori hanno scelto di andare oltre scrivendo una cartolina e non una lettera d’addio
Una “storia nella storia” originale e sincera. Positivo il messaggio che lascia: prendersi cura degli altri, continuando a portare avanti un compito intrapreso da chi, probabilmente, non si è sentito abbastanza ascoltato.
Grazie Caterina del tuo commento. Mi fa piacere essere riuscita a trasmettere un messaggio di speranza e al contempo un invito a essere più disponibili nei confronti del prossimo.
Complimenti Anna Rosa. Mi hai già fatto “vedere” il tuo corto grazie a immagini evocative. Mi hai coinvolto nella storia e mi hai lasciato suggestionare dalle implicazioni.