Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti per Corti 2024 “Cimiteri” di Michele Sommaruga

Categoria: Premio Racconti per Corti 2024

Cimitero di un piccolo paese. Mattina presto di un giorno invernale, cielo grigio, un po’ di nebbia,

Voce fuori campo della protagonista, Tina:

“Tutte le mattine vado a trovare il povero Franco; è mancato ormai da più di dieci anni, ma mi sembra ancora ieri quando andavamo per i campi, a passeggiare assieme.
E lui voleva sempre arrivare fino alla pasticceria per comperare la brioche, e bere il caffè nella piazza del paese, dove ci sono due pasticcerie, una di fronte all’altra; ed il Franco, uno volta andava da una, e la volta dopo, dall’altra…”

“In genere viene sempre alla mattina presto Evelina, a portare i fiori per il suo povero Giuseppe; lui sì che è poco che è morto, doveva essere la scorsa estate, se ricordo bene. E’ stata proprio una fortuna per me, così ho la compagnia alla mattina al cimitero, altrimenti qui non viene mai proprio nessuno.
Ma oggi non la vedo arrivare, che le sia successo qualche cosa? Sarebbe proprio una tragedia…ah no, eccola là che arriva, le vado subito incontro”.

Tina ed Evelina passeggiano assieme lungo le tombe del cimitero di Capannori, dopo avere lasciato le tombe dei loro rispettivi mariti, con i fiori nuovi e tutto pulito, salutandoli come se si fossero appena incontrati.

Evelina:
“ ti ricordi Maria? Guarda, è morta ormai da più di 5 anni, come passa il tempo…
Era andata in Germania, con quel “tidesco”, che aveva conosciuto a Viareggio. Del resto non si era mai sposata, anche se di ragazzotti che le ronzavano attorno, quando era giovane, ce ne erano stati…”

Tina:
“Si, mi ricordo bene; ne aveva parlato tutto il paese per un bel po’, poi se la sono dimenticata.
Alcuni dicevano che fare una cosa così alla sua età era un pazzia, avrà avuto almeno sessanta anni, invece lui era molto piu’ giovane”.

Evelina:
“Infatti tutti dicevano che il tedesco era molto più interessato ai suoi soldi, che al suo cuore”.

Tina:
“Perché la gente è meschina, e non sa capire una storia d’amore sincera, e neppure vedere ed apprezzare il coraggio che magari c’è dietro; non è facile prendere una decisione così, a quell’età poi…”.

Evelina:
“Beh sì, è vero, però – a voler guardare – è finita effettivamente così; lui si è preso tutti i soldi, dopo che lei a morta, tragicamente; un incidente, dicono”.

Tina:
“Mah, un incidente? Lei e’ scivolata mentre camminavano in Svizzera; credo che fossero dalle parti di Zermatt; strano perché lei che era così brava in montagna, da ragazza arrampicava pure”.

Evelina:
“Sì, in effetti strano, ma la polizia Svizzera ha chiuso subito l’inchiesta…”.

Tina:
“Bah, secondo me non hanno voluto troppe grane, archiviato come un incidente…”.

***

Tina:
“questo invece era il Giovanni, te lo ricordi? E’ morto a luglio dello scorso anno.
Pensa che era un po’ miope, ma così orgoglioso che non ha voluto mai mettere gli occhiali; tutti sapevano in paese che non ci vedeva tanto bene, ma nessuno ha mai detto niente; guarda poi che moglie è andato a sposare, Chiara, la sorella del Carlo; proprio benissimo non ci vedeva certo…
Poi lei ha preso quella brutta malattia, ma ormai non andavano più d’accordo da mesi, tanto che sul letto di morte, Chiara ha chiesto di essere sepolta nella tomba di famiglia a Pescia, sempre insieme da vivi, ma adesso divisi per sempre”.

Evelina:
“Questa storia della miopia di Giovanni proprio non la sapevo; lo vedevo tutte le mattine passare in macchina verso le 8, si fermava al bar in piazza, vicino alla nostra casa; comperava il giornale e faceva colazione, mica portava gli occhiali…; e come avrà fatto a prendere la patente? Magari semplicemente portava le lenti a contatto”.

Tina:
“Ma quali lenti a contatto, Giovanni aveva un memoria di ferro…”.

Evelina:
“E cosa c’entra la memoria di ferro con la patente?”

Tina:
“Centra, centra; si studiava il cartellone delle lettere a memoria e poi, faccia di tolla, andava dal dottore, quando doveva rinnovare la patente, e sapeva già tutte le lettere”.

Evelina:
“E non si sono mai accorti?”

Tina:
“Non lo so se pagava il dottore, ma so che lui andava tutto fiero del fatto che sapeva le lettere a memoria, e lo raccontava pure agli amici”.

Evelina:
“Pensa che non l’avevo mai sentita dire questa storia, mi sembra anche un po’ strana”.

Tina:
“Perchè lo diceva solo agli amici del bar, ma poi si raccomandava che non raccontassero troppo in giro, per  paura che venisse a saperlo anche il dottore; però ultimamente la vista era molto peggiorata, e non vedeva più neppure le lettere grosse”.

Evelina:
“Perché dici così?”

Tina:
“Beh, il camion che veniva da destra non l’ha proprio visto…”.

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1 commento »

  1. La vita di un piccolo paese si dispiega fra le tombe del suo cimitero. Emergono alcune storie di una piccolissima Spoon River. Bravo Michele

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