Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti nella Rete 2024 “Il mondo di Avli. L’albero d’argento” di Giovanna Congiu (sezione racconti per bambini)

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2024


Francesco avanzava lentamente verso la scuola tenendo la mano di sua madre. Era preoccupato per la sua cagnolina Sosolina che si era allontanata tre giorni fa senza tornare più a casa.

Taciturno e triste camminava svogliatamente con la mamma che lo sollecitava ad avere fiducia per la sua cagnolina, forse si era solo persa e avrebbe ritrovato la strada di casa da sola. Egli non poteva immaginare la sua vita senza la sua cagnolina, una piccola lupacchiotta tutta nera con una specie di stellina sulla fronte. Le giornate di Francesco erano allietate dalla presenza di questa cagnolina che saltava su e giù nel giardino, scavava , annusava e quando abbaiava metteva timore sembrando un tuono. A tal proposito, si racconta che appena il nonno gli regalò la cagnolina avvenne un fatto strano: alcuni ragazzacci si introdussero nel magazzino adiacente la casa di Francesco. I ladruncoli entrarono nel tentativo di rubare ciò che c’era dentro, la cagnolina si accorse di quello che stava avvenendo e abbagliando furiosamente impedì a quei ragazzi di fuggire. Furono chiamati gli agenti ed essi intervennero arrestando i ladruncoli e portandoseli via. Tutto merito della piccola cagnolina che aveva l’abitudine di dormire ai piedi del letto di Francesco facendolo sentire sicuro e felice.

In una di quelle notti tormentate da brutti pensieri, in sogno apparve a Francesco un grande albero con attorno tante fatine con piccole ali d’argento che volavano tra i rami. La più piccola vedendo il bambino gridò: “Francesco! Mi chiamo Lucilla, cerca l’albero d’argento e ti aiuteremo a trovare la tua cagnolina.”
Appena fece giorno Francesco si svegliò, raggiunse il lettone dei suoi genitori, e con gioia gridò a mamma e papa: “Ho sognato una piccola fatina che mi ha detto di andare a cercare l’albero d’argento. Dov’è?” La mamma sorrise e aggiunse: “Dai Francesco è solo un sogno, sappi che le fatine sono creature fantastiche. Esse sono venute per incoraggiarti, ad essere sereno e farti compagnia.” Francesco sapeva che i grandi non credono alla magia e quindi senza ribattere tornò in camera sua per prepararsi per la giornata di scuola.


Quel giorno, le ore parevano interminabili, poi suonò la campanella e in un batter d’occhio tutti i ragazzi erano fuori da scuola. All’ingresso nonni e genitori aspettavano i loro bambini e Francesco intravide il nonno Raffaele, che sorridendo lo aspettava. Francesco correndogli incontro gridò al nonno: “Nonno ho sognato un grande albero d’argento. Sai dirmi dove si trova?” E il nonno: “Come dove si trova? Non l’hai mai visto nel mio podere?” Francesco sgranò gli occhi: “Come nel tuo podere?” Il nonno sorridendo aggiunse: “Francesco bisogna osservare bene se tu avessi guardato meglio lo avresti scoperto da solo. Quando ero piccolo il mio babbo comprò quel terreno che era appartenuto alla signora Efisia che essendo troppo anziana fu costretta ad andare in una casa di riposo. I suoi nipoti vendettero quel terreno al mio babbo. Alla tua età circa avevo scoperto l’albero popolato dalle fatine d’argento. Ora ti racconto come. Io e la mia amica Giovanna andammo col mio babbo a trovare la signora Efisia, mentre il babbo e la signora discorrevano in cucina sorseggiando da un piccolo bicchiere del gustoso mirto. Noi, quatti quatti ci allontanammo e andammo ad esplorare quel bellissimo giardino verdeggiante, tante siepi e all’ingresso della casa tante Ortensie e fiori multicolori. Lì scoprimmo Il segreto delle fatine, si fanno vedere solo dai bambini e non dagli adulti, poiché quest’ultimi non credono nei poteri magici dei personaggi che popolano il mondo fantastico dei piccoli. Solo in casi eccezionali è concesso agli adulti di vedere i personaggi magici, che allietano i sogni dei piccoli ma solo a quegli adulti che sono rimasti buoni e puri come i fanciulli. Le fatine popolano il grande albero e volano attorno, ad esso; se per caso si avvicina un adulto che non è buono le fatine lo percepiscono e allora si rannicchiano sotto le foglie dell’albero. E poiché le loro ali sono argentate anche le foglie diventano d’argento, da qui l’albero d’argento.” Dopo un po’ felice di quella spiegazione Francesco ritornò a casa. Presto scese la sera e dopo cena il piccolo si affrettò ad andare a letto ansioso di sognare Lucilla che gli avrebbe svelato dove si trovava la sua cagnolina. Nel sonno si aprì il mondo dei sogni e subito apparve Lucilla che gli annunciò: “Ben tornato! Sosolina si trova fuori paese, in periferia. Un uomo cattivo l’ha catturata e portata in campagna per farle fare la guardia ai suoi polli, alle sue galline e ai maiali. Ora si trova legata e chiusa in un lugubre recinto, poco cibo e tanti calci. Ahimè sta proprio male ed è tanto triste. Noi ti aiuteremo perchè tu credi in noi e noi crediamo in te.” Le fatine espongono così a Francesco il loro piano per liberare la sua adorata cagnolina.


Il giorno dopo all’imbrunire le fatine chiesero agli insetti del bosco di radunarsi tutti insieme e silenziosamente raggiunsero quel luogo dove si trovava prigioniera la cagnolina. Lucilla gridò a quell’esercito di insetti, le lucciole rischiararono quella notte scura e cautamente raggiunsero la meta, appena giunte sul luogo le lucciole spensero le loro luci e si nascosero dietro le ortensie e le siepi. La attesero. Di lì a poco la figura scura di un uomo si avvicinò a quel luogo. Era colui che teneva la cagnolina prigioniera a casa sua. Frettolosamente raggiunse il cancello lo aprì e lasciandolo aperto, gli insetti resi invisibili per effetto della magia, andarono dietro di lui e attesero. Intanto nella stalla la cagnolina aveva percepito qualcosa e nel tentativo di liberarsi si era più volte annodata la corda sul collo rischiando così di soffocarsi. Sentendo dei guaiti il suo carceriere entrò nella stalla e capita la situazione cercò di liberarla. Ma in quell momento fu accerchiato da una nube di insetti, spaventato mollò la presa, cadendo in giù nel letame dei maiali. La cagnolina aiutata da Lucilla e dagli insetti scappò velocemente, mentre le lucciole illuminavano la sua disperata fuga verso la libertà. Francesco, affacciato alla finestra, in lontananza sentì l’abbaiare della sua cagnolina e pazzo di gioia corse verso l’uscio di casa, tremante e felice aprì la porta e lì apparve la sua cagnolina zoppicante per le botte prese nei giorni precedenti.

Alle spalle di Francesco apparvero la mamma e il papà preoccupati da tanto trambusto e condividendo la sua gioia lo abbracciarono felici. Intanto le fatine gli insetti del Bosco si erano rese invisibili, poiché il papà e la mamma di Francesco non credevano alla magia e di conseguenza non gli era concesso vedere quelle creature fantastiche.
Francesco capì, sorrise contento e felice e con voce sommessa bisbigliò: “Grazie a te Lucilla e grazie a voi tutti creature fantastiche del Bosco. Grazie.”

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1 commento »

  1. Davvero un bel racconto, piacerebbe ai miei due figli.

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