Premio Racconti per Corti 2024 “Sta tramontando il sole” di Daniele Piazza
Categoria: Premio Racconti per Corti 2024Sollevo con le dita due stecche della veneziana verde“Il sole sta tramontando”
“Lo fa tutte le sere”
un mezzo sorriso si apre sul mio viso mentre mi giro e ti guardo, la luce si sta pian piano spegnendo coprendo l’arredamento dozzinale del soggiorno e i tappeti lisi sul pavimento.
Ti guardo,seduta sul divano,tesa,le gambe accavallate bellissima,come sempre.
“Tra poco sarà buio”…lascio sospendere queste parole, mentre scruto la tua espressione,taci,lo sguardo scivola sul tavolino di fronte al divano dove sei seduta, ci sono una valigetta ventiquattrore ,chiusa e,a fianco, un foglio di carta con una MontBlanc adagiata sopra .
“ Lo so, dal tramonto all’alba, posso farti una domanda?”
“Certo” rispondo
Perché?”
“Perché voglio avere , nei miei ricordi, una notte d’amore con te”
Ed è così,mentre stai pensando ai fatti tuoi, si presenta questa immagine, nella tua testa, questa camera che vedi attraverso gli occhi di chi, non sai, e comincia una storia che non sapevi e che,ancora adesso, non sai. Certo ci sono di mezzo due persone, il sole sta tramontando ma, questo, come ha fatto notare la signora, succede tutte le sere,ma non sai cosa significhi per loro e scoprirlo, non è così semplice perché.
A volte,le dita si bloccano sulla tastiera e ciò che accade,non viene riportato
Perché voglio avere nei miei ricordi, una notte d’amore con te”
“Sono come tutte le altre donne”
“Tutte le altre donne, non sono te”
I nostri sguardi si incrociano, domande inespresse ricevono risposte Sei la prima a parlare
“ Molti mi hanno scopata,pochi amata, perché mi vorresti?
“Per amarti” rispondo di getto,lo so, la situazione non è proprio, “romantica” ma è quello che sento
“ E la valigetta, allora?”
“ Diciamo un incentivo alla tua attenzione, senza,saresti seduta in questa camera con me?
“Probabilmente no, ma ancora non capisco cosa tu ti aspetti da me
“Te l’ho detto,una notte d’amore da conservare nei miei ricordi”
Mi guardi, fatichi a comprendere quello che mi passa per la testa
“ E domani?” chiedi
“ Domani è un altro giorno… non ti dice niente questa battuta”
Rispondo
Sorridi,sorridi veramente, gli occhi non mentono, ed io, nei tuoi mi ci perdo, soprattutto quando sono luminosi come adesso
“E’ ora, vuoi prepararti?”
“Certo, prima, però, dimmi, come te la sei immaginata questa notte d’amore?”
“Mille volte diversa e mille volte appagante”
“Attento, la realtà potrebbe non essere all’altezza”
“ Correrò il rischio, ma tu, perché hai accettato?”
“ Bisogno…”
“Non è vero”
“Cosa sai tu se sia vero o meno?”
“perché ho fatto qualche domanda in giro e ho avuto qualche riscontro” e nel dire questo estraggo una cartellina lillà dalla mia borsa, con delle foto e, soprattutto, degli estratti conto.
La sorpresa sul tuo viso è totale,volevi recitare la parte della bisognosa ma non lo sei per niente, quindi, ti rifaccio la domanda sul perché tu lo faccia e non fare l’offesa.
“Vuoi la verità?sei sicuro di poter sopportare la verità”?
“Si, direi di si a tutte e due le domande”
“ Per sentirmi desiderata,quella valigetta da la misura di quanto tu sia disposto per avermi e questo non può che farmi piacere, ecco perché ho accettato”
“ Non sai cosa ci sia nella valigetta “ e detto questo mi giro verso la finestra,un’ombra passa nei miei occhi, un’ombra che, alla donna non sfugge
“A cosa stai pensando?”
“ Al tempo che è fuggito dietro le nostre spalle.
Mi sto chiedendo: Quando?”
“ Quando cosa?”
“Quando il futuro che stavamo sognando si è trasformato nel passato del vissuto. Quando ti ho persa. No scusa,non posso averti persa: Tu,non sei Mai stata mia.Avrei voluto ruscellare sul tuo corpo come l’acqua della doccia, avrei voluto essere l’aria del tuo respiro, avrei voluto essere nei tuoi occhi al risveglio.Non lo è mai stato”
Chini il capo,sembra un sospiro, le tue spalle si alzano e si abbassano,poi alzi il capo e i tuoi occhi si fissano nei miei che, non ti hanno mai abbandonata
“ Che risposta ti aspetti da me?”
“Nessuna, non ho aspettative, te l’ho detto, una notte d’amore dura tutta una vita : la Mia vita”
“Vado a prepararmi”
“Ti raggiungo fra poco”
Mi verso del brandy, e mi siedo .
Sulla poltrona faccio girare il liquido nel bicchiere, la luce, fuori,è ormai artificiale, come questa situazione.
Poso il bicchiere, mi alzo, dalla camera da letto arrivano rumori sommessi e il cigolio del letto.
“Vieni?”
“Arrivo”
Mi alzo dalla poltrona, il cuore batte come mai prima d’ora,non è il sogno che mille e mille volte ho vissuto, Tu, sei reale, sei oltre quella porta e aspetti me.Deglutisco, poso il bicchiere,due passi per arrivare alla porta, la maniglia cede dolcemente alla mia mano quasi fosse il preludio di ciò che mi aspetta oltre. Entro, la luce di un abatjour illumina la camera con una luce soffusa,sei sotto le coperte, il copriletto dozzinale è ben piegato sul fondo del letto, faccio un passo per entrare, le gambe un poco mi tremano,ricordo il giorno i cui ti vidi per la prima volta,molto tempo fa,ho la medesima sensazione: Tu sei l’aria che respiro. Scosto la coperta del letto, tu mi inviti ad entrare,vedo il tuo seno e molto di più,vorrei avere altri occhi per riuscire a vederti tutta,ma ho solo questi e allora cerco di supplire con gli altri organi, il tatto l’odorato l’udito, sono pienamente coinvolto nel tuo essere,Fare l’amore, il semplice gesto atletico è solo una parte di questo nirvana che sto vivendo.
La luce dell’alba filtra da una stecca rotta della persiana,mi colpisce le palpebre e, alla fine mi sveglio,la mia mano cerca il tuo corpo, come lo ha cercato per tutta la notte, trovandolo mentre, ora, non c’è che aria.
Mi alzo dalla poltrona e vado verso la porta, la apro e la richiudo senza fare rumore,fuori, il buio lascia solo lo spazio alle chiazze di luce dei lampioni, l’insegna del motel occhieggia invitante,mi dirigo verso la mia macchina; tu sei venuta con la tua, salgo, metto in moto e mi immetto sulla corsia della strada.
Non mi volto.
“ Ma non vieni?”
Lei, stanca di aspettare è uscita per vedere dove fosse, il lieve clik della serratura che si chiudeva non l’ha nemmeno sentito.
Guarda incredula la stanza vuota,i suoi occhi fissano ogni oggetto nella stanza come fosse una scena del crimine; il bicchiere posato sul tavolo, la poltrona spostata,la tendina a veneziana verde,il tappeto con le frange lise e quello squallore che permea tutto, forse anche il suo cuore, e poi la valigetta, sul tavolino, chiusa.
Si aggiusta la vestaglia mentre si siede sul divano davanti alla ventiquattrore, un brivido percorre il suo corpo nudo sotto l’indumento, fissa la valigetta, non c’è combinazione, solo due semplici tasti, con le mani fa scattare le serrature ed alza il coperchio,sotto c’è quello che si aspettava ci fosse forse anche di più , e un biglietto,che non si aspettava, forse, quello, lo ha scritto prima di uscire, forse, in quel pezzo di carta troverà il motivo per cui è uscito, forse.
Forse se non avesse fatto sfuggire la vita dietro di sé, tutto questo non si sarebbe realizzato.
Forse.
Apre il biglietto piegato in due, poche semplici parole vergate a mano, accanto alla valigetta vede la penna stilografica Mont Blanc con cui sono state scritte
Li legge più volte poi abbandona le mani in grembo, gli occhi le si riempiono di lacrime, avrebbe voluto essere più di un sogno,ma il momento è passato ed ora, è tutto quello che le rimane: il sogno.
Lui va, lei resta, di nessuno dei due sappiamo altro, o meglio,forse altro non importa
Ef