Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti nella Rete 2011 “Il funerale” di Fabrizio Testa

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2011

In un viale vuoto, costeggiato da grossi alberi disposti tutti in fila, passeggia un ragazzo sui trent’anni che fuma la sua sigaretta e sorride in direzione del cielo. E’ contento di quella bellissima mattina di sole. D’un tratto vede arrivare, dalla parte opposta alla sua, una processione a seguito di un carro funebre. Davanti vi è un prete che sparge incenso e continua a pronunciare preghiere, dietro di lui lenta la mercedese trasporta la bara. A seguito una processione di familiari e parenti vestiti in nero a seguire il defunto. Il ragazzo si scosta quindi sul lato sinistro per far passare il funerale.

Senza volerlo ascolta i discorsi delle persone che seguono il feretro.I primi che sente sono due uomini che sembrano businness man:

“Hai visto? Cerchiamo di non fare la fine di questo imbecille….Che fine faranno tutti i soldi che ha fatto? ”

“Se li sputtanerà la fidanzata, o la famiglia!”

Passano altre persone e il ragazzo questa volta sente:

“Era un bravo ragazzo, non meritava la fine che ha fatto…Cosi giovane poi…”

“Ma quale bravo ragazzo!?! Era un drogato, uno spietato uomo d’affari che non aveva rispetto per le regole ne per la famiglia….ma lo sai che l’ha lasciata con un bambino in grembo?”

Il ragazzo si incuriosisce, si avvicina e si mescola ai parenti per sentire cosa dicono del morto. Tutti sembrano assorti nei loro discorsi a bassa voce e nei loro pensieri. Nessuno sembra accorgersi del ragazzo.

Due signore si scambiano altri commenti: “Cosa farà adesso Marina? Me lo sai dire?”

“Cosa vuoi che ne sappia? Io lo conoscevo appena. Aveva aiutato mio figlio a far carriera….ma non sapevo che poi gli prestava anche i soldi a strozzo….era un mostro ma siamo lo stesso tutti qui….e se siamo in coda dietro la sua cassa è perchè lo dobbiamo proprio a Marina che è stata cosi’ sfortunata”

Le due signore si voltano per guardare una ragazza, presumibilmente Marina. L’unica vestita di bianco. Una ragazza bionda e minuta, bellssima, con un grosso pancione in evidenza. Anche il ragazzo si volta a guardarla e incuriosito si lascia raggiungere dalla ragazza che praticamente chiude la processione.

Marina continua a fissare la strada poi, a differenza degli altri, si accorge della presenza del ragazzo e alza gli occhi.

“Ah, sei qui…”

Il ragazzo non capisce ma non fa in tempo a rispondere che la ragazza continua:

“Hai avuto pure il coraggio di venire a trovarmi in questo momento. Potevi rimanere dov’eri. A proposito, fa caldo laggiù? Oppure sei stato cosi’ fortunato da essere finito dove non dovevi finire? E lui? (la ragazza si tocca la pancia) Avevi progetti splendidi per lui…adesso dovrà contare solo su di me. Fammi un favore, vattente via. Vattene via!

Il ragazzo non capisce perchè la ragazza si rivolge a lui in quel modo. Poi ha un sospetto. Si precipita, scostando i parenti, sino alla macchina che trasposta la cassa e guarda la foto attaccata alla corona di fiori posta sul bagagliaio. C’è la sua fotografia con sotto il suo nome. Il ragazzo si ferma e si lascia superare da tutti quanti, pure dalla ragazza che comincia a piangere. Rimane sul viale vuoto a guardare il suo funerale proseguire verso il cimitero mentre lui lentamente scompare.

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3 commenti »

  1. un racconto d’atmosfera, di tristezza, di morte e di sorpresa

  2. Concordo pienamente. Anch’io l’ho trovato così, scritto bene, affronta il tema della morte e dell’identità in modo originale. Una voce fuori campo, che è più partecipe di chiunque altro al proprio funerale.

  3. Una volta tanto non sono sempre i migliori che se ne vanno, meno male che qualche volta tocca anche ai peggiori. Una simpatica rivisitazione della ghost-story, raccontata in tempi brevi ed incalzanti; ciò nonostante l’autore trova il modo di offrirci il colpo di scena finale. Ah, se il protagonista potesse tornare indietro!

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