Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti nella Rete 2023 “Portami lontano sulle onde” di Lavinia Fontanarosa

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2023

“Passammo l’estate su una spiaggia solitaria…”

Come ogni mattina alle nove in punto la sveglia suona. Mia mamma entra allora nella mia stanza, alza la serranda ed apre la finestra. La brezza mattutina entra nella mia camera. Quel venticello gentile che mi accarezza la pelle. La luce del sole mi colpisce. La stanza diventa luminosa ed eterea. Il mio sonno è quindi finito troppo presto come sempre; quanto avrei voluto dormire di più. “Mamma,” dico io, “perché ti ostini a svegliarmi così presto se sai che tanto non mi alzerò?” Ma lei non mi risponde perché sta già avviando in cucina a preparare la colazione. Non cambierà mai. Oggi sono però di buon umore e quindi mi alzo subito. Vado a fare una doccia. Fredda e rinfrescante. Serve proprio in questi caldi giorni. Dopo la doccia mi vesto. Sempre i soliti vestiti: una maglietta e dei pantaloncini. Non mi piacciono le ciabatte, o almeno le scarpe in generale. Almeno per tutta casa cammino scalzo, ma poi per uscire la mamma non vuole sentir ragioni. Crede che potrei farmi male o prendere qualche malattia. Sono quindi costretto a mettere delle stupide ciabatte. Continuo a preferire i vestiti invernali. Grossi maglioni di lana, jeans blu lunghissimi, stivali da pioggia, e soprattutto gilet caldi e morbidi (i miei preferiti). Mentre stilo una lista mentale del perché secondo me l’inverno è meglio dell’estate, mia madre mi dice che è pronta la colazione. Arrivo in cucina dove i miei sono già seduti. Mi siedo al mio solito posto. Ed inizio a mangiare e bere. Ogni giorno il solito, ma a me piace così: due fette biscottate ed un caffè con due cucchiaini di zucchero. Alcuni dicono che sono troppo giovane per il caffè e che alla mia età fa male; ma a me piace troppo per smetterla. La colazione per noi dura sempre poco. Ed io personalmente preferisco sia così. Anche perché oggi devo vedermi con Agostino. Mi affretto a togliere il piatto e la tazzina da tavola, e corro in camera mia a mettermi le scarpe.

“…e ci arrivava l’eco di un cinema all’aperto…”

Alle nove e mezza (almeno credo, dato che non ho più un orologio) arrivo in piazzetta. Agostino ancora non si vede. E pensare che sono io quello che arriva sempre in ritardo. Mi siedo allora sul muretto ad aspettarlo. Vedo nel frattempo tutto ciò che mi circonda. Nel bar di Ugo vedo i soliti signori prendere il caffè giocando a scopa. Sono gli anziani del paese. Avranno un’ottantina d’anni, ma sembra che ne dimostrino sessanta. Sono sempre energici e pieni di felicità. Vorrei anch’io arrivare alla loro età così felice. Quando il signore con il bastone riesce a fare scopa, io sposto il mio sguardo sul resto della piazza. Guardo allora il negozio di Maria dove vedo delle signore intente a comprare la frutta e la verdura. Sempre vestite con gonne larghe piene di fiori e magliette di colori accecanti. Hanno questi capelli biondi che sono sempre messi in piega, con dei boccoli perfetti. Mia mamma mi dice sempre che passano ore davanti allo specchio di prima mattina. Ah non capirò mai le donne!  Dopo aver visto il solito ordine: dammi delle carote, alcune zucchine, un paio di barbabietole, qualche pomodoro, sei pesche per i miei figli, tre albicocche che tanto, a casa, le mangio solo io, un bel po’ di ciliegie, ed un cavolfiore per il brodo; sposto il mio sguardo altrove. È il momento di vedere cosa succede davanti all’edicola di Alfredo. Sempre il solito. Come ogni giorno il signor F è nel bel mezzo di un alterco con il signor L. E come ogni giorno discutono dello stesso argomento: politica. Non fraintendetemi, loro sono amici, ma purtroppo con idee politiche totalmente diverse. Io ne capisco molto di questi argomenti ansi seguo attivamente con mio padre quello che succede nel paese. Ma loro due potrebbero finire in uno di quei talk show che si vedono spesso. Fanno quasi ridere a volte. Quando si urlano contro e poi si offrono una birra a vicenda sono davvero comici. Mentre il loro litigio continua sempre più arditamente; ecco che compare Agostino. Alla buonora!

“..e sulla sabbia un caldo tropicale dal mare…”

Agostino è il mio miglior amico dalla prima elementare. Siamo sempre stati in classe insieme. Anche se siamo totalmente opposti. Lui è il tipico ragazzo di campagna. Studia poco, gli piace solo giocare e dormire. Non svolge mai le faccende domestiche. Io invece sono l’opposto. A me piace studiare, o almeno lo faccio perché da grande voglio diventare qualcuno di importante, come uno scrittore. Sì, voglio fare lo scrittore. Mi è sempre piaciuta letteratura. È la mia materia preferita a scuola. Mia nonna mi ha sempre portato a teatro ed in biblioteca. Una cosa inusuale per un ragazzo della mia età. Ma a me non importa. Sono diverso dagli altri per la mia passione per la lettura. Resto per ore a leggere classici. Leggo libri di scrittori italiani, russi, inglesi e francesi. Passo le notti a leggere. È per questo che la mattina sono sempre così stanco. Però, il mio passatempo preferito è il cinema. Quando la scorsa estate hanno aperto il cinema all’aperto nel nostro paesino, io passo le giornate a guardare e riguardare i film. Avete capito quanto io sia un ragazzo strano. Infatti non ho molti amici, perché nessuno ha i miei interessi. L’unico che sostiene le mie passioni è Agostino. A lui non piacciono queste cose ma almeno mi ascolta parlare dei miei interessi per ore. Però l’unica cosa che ad entrambi piace è andare al cinema. Se i libri lo stancano e le opere lo annoiano, il cinema invece lo fa impazzire. Riesce a non addormentarsi mai, a seguire i film dall’inizio alla fine ed impara in fretta tutte le battute. Infatti ora sta arrivando con la locandina di un film. Non riesco a capire bene quale film sia dato che ha arrotolato il foglio troppo bene, ma non vedo l’ora di sapere cosa sia. Appena arriva lo rimprovero per il ritardo, dato che per una volta non è lui quello in orario. Ma la mia curiosità è troppa e quindi gli chiedo subito cos’ha in mano. Lui fa un sorriso furbo e la nasconde dietro la schiena. Dice che è un nuovo film che arriva dall’estero. Quando provo a prenderlo per sapere ancora di più lui lo nasconde dietro la schiena dicendo che è una sorpresa, e se voglio saperne di più di venire al cinema oggi alle sette di sera. Accetto allora iniziando ad incamminarmi per la spiaggia dove andiamo tutti i giorni. Ma lui non mi segue. Mi fa cenno di andare dicendo che ci vediamo direttamente al cinema. Mi dirigo allora da solo verso la spiaggia con una stranezza ancora più forte

“…E nel pomeriggio quando il sole ci nutriva…”

Quello che non vi avevo detto è che Agostino aiuta dall’inizio dell’estate Carlo, il proprietario del cinema. Di solito mette le locandine, oppure fa partire la cinepresa. È un lavoro estivo che lo aiuta a racimolare una discreta somma di denaro per comprarsi una bicicletta. Avrei voluto anch’io aiutare, ma preferisco passare le giornate a leggere. Le priorità della vita. Arrivo quindi nella nostra spiaggia segreta da solo. È solo un piccolo pezzo di sabbia nascosto tra gli scogli ma a noi piace perché non c’è nessuno ed il silenzio regna sovrano. È il posto perfetto perché Agostino si sdraia sulla sabbia ed io sto sulla riva a decantare poesie. Non so se lui mi ascolta sempre ma a volte almeno fa delle battute su quello che dico che mi fanno capire che sta prestando attenzione. Ora da solo ho caldo sulla spiaggia e penso quindi di farmi un bagno. Ho come sempre il costume sotto i vestiti. D’estate è d’obbligo, è come una seconda pelle. Dopo aver tolto la mia maglietta, ormai intrisa di sudore, ed i miei pantaloncini, mi butto in acqua. L’acqua. È l’unica cosa per me bella dell’estate (insieme ai gelati). Resterei ore a farmi il bagno. A nessuna delle persone che conosco piace. Mia mamma ad esempio odia bagnarsi i capelli e mio padre preferisce dormire sulla sabbia. Ad Agostino non piace l’acqua, per questo restiamo sempre sull’arenile. Ma io invece preferisco farmi il bagno. Non mi piace la sabbia. Si appiccica ovunque ed è davvero fastidiosa secondo me. Invece l’acqua… l’acqua purifica. Nell’immensità del mare io mi perdo sempre. Mi immergo. Risalgo a galla. Mi faccio trasportare dalle onde. La mia testa diventa leggera. Non penso a nulla. Lo spirito inizia a naufragare. Nuoto leggiadro. Vengo trasportato dalla corrente. Via dalle sponde. Lontano… sulle onde…

“…e l’aria delle cose diventava irreale…”

Verso le sei e mezza credo (maledico sempre di più il mio orologio rotto) inizio a tornare a casa per fare la doccia. Alle sette in punto devo essere al cinema. L’attesa mi sta divorando dentro. Appena rientro trovo i miei genitori che si preparano per uscire. Di solito vengono anche loro al cinema. Ma capita davvero raramente. Solo pochi giorni al mese. Ma oggi è uno di quei giorni. Mia mamma si sta spruzzando il profumo che le ha regalato papà; e papà si sta abbottonando la camicia. Io sono invece tutto sporco di salsedine. Sono rimasto per ore ed ore al mare. Non ho mangiato. Non ho bevuto. Sono rimasto in acqua e poi mi sono addormentato sulla riva, colpa di “Delitto e castigo” che mi ha tenuto sveglio tutta la notte. Mi faccio una doccia veloce e mi metto la prima cosa che trovo nell’armadio. Sempre conservando uno stile. E poi mi incammino con i miei al cinema. Non vedo l’ora di scoprire che film guarderò. Arriviamo al cinema alle sette spaccate. Stranamente, per me, in orario. Agostino arriva subito e mi trascina verso due posti davanti. I migliori della sala. Mi fa sedere. Tuttavia prima che io possa chiedere il nome del film, lui si allontana e va ad aiutare Carlo. Capisco quindi che scoprirò di che film si tratta solo guardando lo schermo. Furbo il ragazzo. Attendo allora che cominci. Mi guardo quindi intorno come sempre. Vedo le persone che arrivano. I miei genitori due file più indietro che parlano. Vedo tutte le persone che ho visto in piazza stamattina. Vedo anche mia nonna cinque file più in fondo che si sta avvicinando al posto vuoto accanto a mamma e papà. Vedo tutti. Ogni persona del paese è venuta. È sempre così. Il cinema è quasi come una chiesa ed i film come una messa. Ogni persona viene. È un luogo ormai di incontri, di scambi di opinioni. Le persone si conoscono. Parlano. Ridono. Piangono. Vivono una vita nuova che prima senza questo cinema non si conosceva. Vedono tutti i tipi di film. Commentano ogni scena. E citano tutte le battute che si ricordano. Mentre osservo la sala vedo che le luci iniziano a spegnersi. Le lanterne sui lati vengono accese. Sembrano luci incantate che rendono l’atmosfera ancora più rilassante. Le candele al loro interno creano una luce fioca ed ambrata. La stanza diventa bellissima. Un sogno. È a questo punto che Agostino mi raggiunge. Ormai le luci sono spente. Il film comincia.

“…Mare Mare Mare voglio annegare

Portami lontano a naufragare

Via via via da queste sponde

Portami lontano sulle onde”.

(Franco Battiato – “Summer on a Solitary Beach”)

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