Premio Racconti per Corti 2023 ”Blue Moon” di Ludovica Clementini
Categoria: Premio Racconti per Corti 2023Durante una notte, due sconosciuti si incontrano in un bar. Si raccontano all’altro con una riscoperta sincerità. Il loro confronto è destinato a concludersi diversamente.
NOTTE–BAR–INTERNO
Un ragazzo entra nel Bar alle tre di notte, è rimasto a piedi ha litigato con i suoi amici.
Si siede ad un tavolo e si guarda intorno. Nota una ragazza sola che sta mangiando dei pancakes.
CAMERIERA: “Posso portarle qualcosa?”
LUI: “Un caffè e un piatto di pancakes”
CAMERIERA: “Arrivano subito”
Il ragazzo controlla il telefono e vede che è scarico
LUI si alza e va al bancone
LUI: “Scusi non è che avrebbe una caricatore per il telefono?”
CAMERIERA: “No mi dispiace molto”
LEI: “Ti presto il mio se ti serve” (la ragazza alza lo sguardo)
LUI: “Grazie mille, mi salvi la vita”
LEI: “Nessun problema”
LEI si alza e gli porge il caricatore. La cameriera porta i piatti al ragazzo. Il telefono di lui si riaccende. LUI guarda nervosamente il telefono.
LUI: “Fanculo” (rivolto al telefono)
LUI sbatte forte il telefono sul tavolo, sul vetro si forma una crepa. LEI e la CAMERIERA si girano a guardalo.
LUI: “Scusatemi”
LEI: “Tutto a posto?”
LUI: “Sto bene grazie”
LUI si agita sulla sedia. LEI si avvicina al tavolo e gli porge una pillola bianca.
LEI: “Questa ti aiuterà”
LUI: “Cos’è? Che tranquillante è? Valium?”
LEI: “E’ una caramella alla menta, ne hai mai sentito parlare?” ridendo.
LUI guarda LEI con sospetto.
LEI: “Mangiala e poi respira profondamente”
LUI mette in bocca la mentina e fa un respiro profondo.
LUI: “Grazie e scusa il mio comportamento, è stata una serata orribile”
LEI: “Tranquillo, capita di avere delle brutte serate. Se ne vuoi parlare ho un sacco di tempo. Devo aspettare che il sole sorga”
LUI: “Non credo che capiresti la situazione”
LEI: “Ascolterò e basta”
LUI: “Eh va bene…La mia ragazza è all’ospedale…bhe l’ho tradita stanotte e ora non so cosa fare”
LEI: “Perché si trova all’ospedale? Se posso chiedere”
LUI: “E’ incinta…In realtà sta partorendo ora”
LEI: “Capisco…”
LUI inizia a mangiare velocemente tutti i pancakes, masticando forte. LEI continua a guardarlo ma non dice niente.
LUI: “Allora? Non hai niente da dire?”
LEI: “Ho ascoltato”
LUI: “Voglio sapere cosa pensi”
LEI: “Non posso farti da bussola morale”
LUI: “Ho bisogno che qualcuno mi dica cosa devo fare”
LEI: “Non credo…Scusa (rivolto alla cameriera) posso ordinarti un altro piatto di pancakes, questa volta ai mirtilli?”
CAMERIERA: “Arriva subito”
LEI: “Grazie tante”
LUI fissa il bicchiere e successivamente inizia a guardare la ragazza davanti a LEI, serena e sola.
LUI: “Tu invece perché sei sveglia stanotte? Se posso chiedere”
LEI: “Non volevo dormire la mia ultima notte”
LUI: “In che senso? Stai per partire?”
LEI: “Possiamo metterla così” (sorridendo)
La CAMERIERA porta i pancakes alla ragazza.
LEI: “Questa è una delle cose che mi mancheranno di più”
LUI: “Dov’è che non esistono i pancake?” (ridendo)
LEI: “Quando sarò morta non avrò bisogno di cibo”
LUI la guarda con gli occhi spalancati e diventa serio in volto.
LEI: “Reagite tutti così” (sorridendo)
LUI: “E’ per caso uno scherzo?” (ridendo nervosamente)
LEI: “Perché dovrei scherzare su un argomento così importante”
LUI: “Non lo so… Non sto capendo”
LEI: “Non c’è niente da capire, semplicemente domani mattina porrò fine alla mia vita”
LUI: “Sei malata?”
LEI: “Se lo fossi la mia decisione sarebbe più comprensibile ai tuoi occhi?!”
LUI la continua a guardare incredulo.
LUI: “Questo è sicuramente uno scherzo…ridendo. Ti hanno pagato i miei amici immagino, scherzo al quasi papà”
LEI: “No mi dispiace”
LUI: “Dovrei crederti? Perché raccontare tutto questo ad uno sconosciuto” ridendo
LEI: “Primo, tu mi hai fatto delle domande e io ho risposto sinceramente. Secondo, le mie ultime ore di vita le voglio passare senza artifici e maschere… Quand’è l’ultima volta che sei stato sincero con te stesso o con qualcuno?”
LUI: “Non ricordo” rispese di getto senza pensare
LUI: “Io non capisco perché l’unica soluzione è togliersi la vita. Io sono sicuro che si possa vivere sinceramente”
LEI: “Non è possibile, neanche tu ci credi veramente”
LUI: “Io ci devo crede, per mia figlia”
LEI: “E’ come se fossi uno strumento musicale in grado di fare poche note, ma nessuno le riesce a comprendere”
LUI: “Così decidi che la morte è la soluzione… (con rabbia e fa una leggera pausa). Non hai paura?”
LEI: “Perché dovrei aver paura del nulla, non ci sarà né bene né male ma tutto sarà oblio”
LUI: “Questo è un comportamento da codardi nei confronti della vita, il dolore fa parti di tutti”
LEI: “Io sono inadatta”
C’è una leggera pausa.
LUI: “Se non vuoi vivere per te, fallo per le persone che ti stanno accanto. Non pensi a cosa proveranno loro dopo la tua morte”
LEI: “Avranno meno pene senza di me e piano piano andranno avanti, il mondo non si ferma per nessuno”
LUI: “Non mi sembra giusto”
LEI: “Per chi?”
LUI: “Per me”
LEI: “Un giorno magari capirai”
LUI: “Non credo”
LEI: “Se te la spiego in termini di eutanasia? Lo comprendi meglio”
LUI: “Allora sei malata?”
LEI: “Non sono malata, non voglio più vivere la mia condizione”
LUI: “Di quale condizione parli?”
LEI: “E’ così triste che ascoltiamo solo noi stessi”
LUI: “Ti prego spiegami”
LEI: “Non c’è niente da spiegare”
LEI continua a mangiare i propri pancakes e LUI la guarda. È immobile. Si alza e guarda la cameriera per qualche secondo dopo va in bagno. Torna dopo qualche minuto e si risiede allo stesso posto.
LEI: “Ti senti bene?”
LUI: “Ho appena vomitato”
LEI: “Hai mangiato con troppa fretta e rabbia i pancakes”
LUI: “Come ti chiami?”
LEI: “Tu che nome mi daresti?”
LUI: “Non lo so…M Matilde?!”
LEI: “Mi piace, mi puoi ricordare così” (sorridendo)
LUI: “Non saprò mai il tuo nome immagino”
LEI scuote la testa.
LEI: “Se vuoi mi puoi dire il tuo nome”
LUI: “Simone, un nome che sta bene con i giorni estivi”
LEI ride.
LEI: “Se farai ridere tua figlia, sarai un buon padre”
LUI: “Dovrei andare da lei…”
LEI: “La paura svanirà quando sarai lì”
LUI: “Tu hai paura?”
LEI: “Io non ne ho più”
LUI si alza e va verso la porta e si volta.
LUI: “Adesso mi ricordo, l’ultima volta che sono stato sincero con qualcuno…
Stanotte. Arrivederci Matilde”
LEI: “Addio Simone”
LUI esce dal ristorante senza guardarsi indietro.
Però spero che Matilde ci ripensi. Magari sui titoli di coda!