Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti per Corti 2023 ”Blue Moon” di Ludovica Clementini

Categoria: Premio Racconti per Corti 2023

Durante una notte, due sconosciuti si incontrano in un bar. Si raccontano all’altro con una riscoperta sincerità. Il loro confronto è destinato a concludersi diversamente.

NOTTE–BAR–INTERNO

Un ragazzo entra nel Bar alle tre di notte, è rimasto a piedi ha litigato con i suoi amici.

Si siede ad un tavolo e si guarda intorno. Nota una ragazza sola che sta mangiando dei pancakes.

CAMERIERA: “Posso portarle qualcosa?”

LUI: “Un caffè e un piatto di pancakes”

CAMERIERA: “Arrivano subito”

Il ragazzo controlla il telefono e vede che è scarico

LUI si alza e va al bancone 

LUI: “Scusi non è che avrebbe una caricatore per il telefono?”

CAMERIERA: “No mi dispiace molto”

LEI: “Ti presto il mio se ti serve” (la ragazza alza lo sguardo)

LUI: “Grazie mille, mi salvi la vita”

LEI: “Nessun problema”

LEI si alza e gli porge il caricatore. La cameriera porta i piatti al ragazzo. Il telefono di lui si riaccende. LUI guarda nervosamente il telefono.

LUI: “Fanculo” (rivolto al telefono)

LUI sbatte forte il telefono sul tavolo, sul vetro si forma una crepa. LEI e la CAMERIERA si girano a guardalo.

LUI: “Scusatemi”

LEI: “Tutto a posto?”

LUI: “Sto bene grazie”

LUI si agita sulla sedia. LEI si avvicina al tavolo e gli porge una pillola bianca.

LEI: “Questa ti aiuterà”

LUI: “Cos’è? Che tranquillante è? Valium?”

LEI: “E’ una caramella alla menta, ne hai mai sentito parlare?” ridendo.

LUI guarda LEI con sospetto.

LEI: “Mangiala e poi respira profondamente”

LUI mette in bocca la mentina e fa un respiro profondo.

LUI: “Grazie e scusa il mio comportamento, è stata una serata orribile”

LEI: “Tranquillo, capita di avere delle brutte serate. Se ne vuoi parlare ho un sacco di tempo. Devo aspettare che il sole sorga”

LUI: “Non credo che capiresti la situazione”

LEI: “Ascolterò e basta”

LUI: “Eh va bene…La mia ragazza è all’ospedale…bhe l’ho tradita stanotte e ora non so cosa fare”

LEI: “Perché si trova all’ospedale? Se posso chiedere”

LUI: “E’ incinta…In realtà sta partorendo ora”

LEI: “Capisco…”

LUI inizia a mangiare velocemente tutti i pancakes, masticando forte. LEI continua a guardarlo ma non dice niente.

LUI: “Allora? Non hai niente da dire?”

LEI: “Ho ascoltato”

LUI: “Voglio sapere cosa pensi”

LEI: “Non posso farti da bussola morale”

LUI: “Ho bisogno che qualcuno mi dica cosa devo fare”

LEI: “Non credo…Scusa (rivolto alla cameriera) posso ordinarti un altro piatto di pancakes, questa volta ai mirtilli?”

CAMERIERA: “Arriva subito”

LEI: “Grazie tante”

LUI fissa il bicchiere e successivamente inizia a guardare la ragazza davanti a LEI, serena e sola.

LUI: “Tu invece perché sei sveglia stanotte? Se posso chiedere”

LEI: “Non volevo dormire la mia ultima notte”

LUI: “In che senso? Stai per partire?”

LEI: “Possiamo metterla così” (sorridendo)

La CAMERIERA porta i pancakes alla ragazza.

LEI: “Questa è una delle cose che mi mancheranno di più”

LUI: “Dov’è che non esistono i pancake?” (ridendo)

LEI: “Quando sarò morta non avrò bisogno di cibo”

LUI la guarda con gli occhi spalancati e diventa serio in volto.

LEI: “Reagite tutti così” (sorridendo)

LUI: “E’ per caso uno scherzo?” (ridendo nervosamente)

LEI: “Perché dovrei scherzare su un argomento così importante”

LUI: “Non lo so… Non sto capendo”

LEI: “Non c’è niente da capire, semplicemente domani mattina porrò fine alla mia vita”

LUI: “Sei malata?”

LEI: “Se lo fossi la mia decisione sarebbe più comprensibile ai tuoi occhi?!”

LUI la continua a guardare incredulo.

LUI: “Questo è sicuramente uno scherzo…ridendo. Ti hanno pagato i miei amici immagino, scherzo al quasi papà”

LEI: “No mi dispiace”

LUI: “Dovrei crederti? Perché raccontare tutto questo ad uno sconosciuto” ridendo

LEI: “Primo, tu mi hai fatto delle domande e io ho risposto sinceramente. Secondo, le mie ultime ore di vita le voglio passare senza artifici e maschere… Quand’è l’ultima volta che sei stato sincero con te stesso o con qualcuno?”

LUI: “Non ricordo” rispese di getto senza pensare

LUI: “Io non capisco perché l’unica soluzione è togliersi la vita. Io sono sicuro che si possa vivere sinceramente”

LEI: “Non è possibile, neanche tu ci credi veramente”

LUI: “Io ci devo crede, per mia figlia”

LEI: “E’ come se fossi uno strumento musicale in grado di fare poche note, ma nessuno le riesce a comprendere”

LUI: “Così decidi che la morte è la soluzione… (con rabbia e fa una leggera pausa). Non hai paura?”

LEI: “Perché dovrei aver paura del nulla, non ci sarà né bene né male ma tutto sarà oblio”

LUI: “Questo è un comportamento da codardi nei confronti della vita, il dolore fa parti di tutti”

LEI: “Io sono inadatta”

C’è una leggera pausa.

LUI: “Se non vuoi vivere per te, fallo per le persone che ti stanno accanto. Non pensi a cosa proveranno loro dopo la tua morte”

LEI: “Avranno meno pene senza di me e piano piano andranno avanti, il mondo non si ferma per nessuno”

LUI: “Non mi sembra giusto”

LEI: “Per chi?”

LUI: “Per me”

LEI: “Un giorno magari capirai”

LUI: “Non credo”

LEI: “Se te la spiego in termini di eutanasia? Lo comprendi meglio”

LUI: “Allora sei malata?”

LEI: “Non sono malata, non voglio più vivere la mia condizione”

LUI: “Di quale condizione parli?”

LEI: “E’ così triste che ascoltiamo solo noi stessi”

LUI: “Ti prego spiegami”

LEI: “Non c’è niente da spiegare”

LEI continua a mangiare i propri pancakes e LUI la guarda. È immobile. Si alza e guarda la cameriera per qualche secondo dopo va in bagno. Torna dopo qualche minuto e si risiede allo stesso posto.

LEI: “Ti senti bene?”

LUI: “Ho appena vomitato”

LEI: “Hai mangiato con troppa fretta e rabbia i pancakes”

LUI: “Come ti chiami?”

LEI: “Tu che nome mi daresti?”

LUI: “Non lo so…M Matilde?!”

LEI: “Mi piace, mi puoi ricordare così” (sorridendo)

LUI: “Non saprò mai il tuo nome immagino”

LEI scuote la testa.

LEI: “Se vuoi mi puoi dire il tuo nome”

LUI: “Simone, un nome che sta bene con i giorni estivi”

LEI ride.

LEI: “Se farai ridere tua figlia, sarai un buon padre”

LUI: “Dovrei andare da lei…”

LEI: “La paura svanirà quando sarai lì”

LUI: “Tu hai paura?”

LEI: “Io non ne ho più”

LUI si alza e va verso la porta e si volta.

LUI: “Adesso mi ricordo, l’ultima volta che sono stato sincero con qualcuno…

Stanotte. Arrivederci Matilde”

LEI: “Addio Simone”

LUI esce dal ristorante senza guardarsi indietro.

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1 commento »

  1. Però spero che Matilde ci ripensi. Magari sui titoli di coda!

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