Premio Racconti per Corti 2023 “Un sogno di plastica” di Ambra Lancia
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Un cinquantenne di successo, arrivato al giorno più importante della sua vita, sembra aver sviluppato uno strano potere. Tutto quello che tocca, intorno a lui, si trasforma in plastica.
SOGGETTO
Respirare – un’azione vitale che compiamo senza accorgercene, può essere facilmente rimpiazzata dalla sola azione che in breve tempo ci porta alla morte – soffocare. Carlo, brillante manager cinquantenne, inizia ad attraversare quel confine così labile proprio nel giorno più importante della sua vita. Elegante come al solito, arriva di fronte a quell’edificio che lo ha visto crescere, l’innovativa azienda di prodotti fitochimici Aprus S.p.A.
Eccolo a rimirare quel luogo così familiare, come Maometto guarderebbe la sua montagna appena scalata, pronto a ricevere l’agognata promozione. Solo un po’ di salivazione e un sorso d’acqua dalla bottiglietta di plastica. Un colpo di vento si porta via il tappo che va a depositarsi nel marciapiede la cui superficie, improvvisamente, diventa di plastica. Ma Carlo non ha tempo di raccoglierlo…
Carlo è un vincente, eppure quel giorno, all’improvviso non è più lui, ha difficoltà respiratorie, non riesce a parlare, un senso di soffocamento lo attanaglia.
La sera Carlo si trova a cena in famiglia tra vagonate di cibo take away e vettovaglie in plastica. Nessuno ha molta cura di notare l’altro. La moglie Sonia è intenta a scambiarsi messaggi al cellullare con un tipo conosciuto su Tinder, mentre la figlia ventenne Sara non sposta la testa dal cellulare. Carlo rovina l’atmosfera silenziosa, riportando la notizia sulla sua azienda che sta aprendo una sede succursale e riferendo che i suoi superiori lo hanno chiamato a dirigerla. Un sogno che si realizza. È in ballo la sperimentazione del nuovo e innovativo diserbante da testare progettato dal team supervisionato da Carlo. La sede dell’azienda si trova, però, nella provincia, in piena campagna, quindi si dovranno trasferire tutti lì. La moglie e la figlia iniziano a parlare una sopra l’altra: non l’hanno presa bene.
Carlo mette la mano sul petto, suda, le mani tremano. Ha difficoltà a respirare, ma non rinuncia alla consueta sigaretta, che appare però di uno strano modello in plastica.
Nei giorni seguenti, Carlo continua ad avere questi attacchi di ansia e fatica a respirare. Per i medici è sanissimo, cosa c’è che non torna? Lo stress, il troppo lavoro, un matrimonio infelice…Qualche tempo dopo, Carlo e sua moglie sono in campagna. Sembrano incredibilmente felici. Carlo è intento a curare il suo orto, finché dalla terra, i pomodori emergono avvolti in un involucro di plastica. Intorno a lui tutti gli alimenti che affiorano dal terreno e la frutta degli alberi sono plastificati. Quello che sembrava un prato all’inglese è finto. Anche le rose, del resto, sono finte. Tutt’intorno, ad innaffiare la terra, il nuovo diserbante selettivo targato Aprus S.p.A. e progettato proprio da Carlo. Dall’inizio della sua realizzazione, il manager sembra aver acquisito degli strani poteri. Tutto ciò che tocca, si trasforma in un materiale molto comune, uno dei più diffusi al mondo: la plastica.
Il nostro novello Re Mida ha trovato la sua oasi di tranquillità ma la sta contaminando.
A cena Carlo e sua moglie sono seduti a tavola con alcuni amici. Carlo beve il vino prodotto dal suo vigneto, di un inquietante colore violaceo. Tossisce, chiude gli occhi, è convulso. Ecco, ora sta davvero per soffocare. Tutti intorno cercano di aiutarlo. Sputa un pezzetto di plastica. “Tutto a posto!” I commensali ritornano sereni a sedersi a tavola e a decantare la bellezza della campagna. Carlo non ha più crisi respiratorie e finalmente sorride. Nel frattempo, una nube di fumo avvolge la casa.
Un incubo! Ho trovato questo racconto l’inquietante metafora di una umanità che ha “plastificato” tutto.