Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti nella Rete 2023 ”Storielle Miste” di Davide Greco

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2023

Interrogatorio

Non ricordo la data in cui ho visto il professore l’ultima volta. Probabilmente un mesetto fa. Pioveva a dirotto e faceva caldo, questo sicuramente. Ci incontravamo sempre in un bar del centro, con un piccolo cortile interno. Lì potevamo starcene per i fatti nostri. Dopo il caffè mi parlava delle sue ricerche sulle rocce. Non ne capisco molto di queste cose. Fatto sta che quella volta si presentò mezz’ora in ritardo. Ci sedemmo nel cortile anche se pioveva, riparati da un vecchio ombrellone Algida. Era fuori di sé, sbraitava agitando nervosamente la mano destra. Temeva d’essere spiato. Ho provato a calmarlo, nulla da fare. Un bel ceffone sulla guancia destra poteva riportarlo alla ragione forse. Cominciò a parlare francamente. Per ore. Come ho detto, di rocce capisco poco, assimilo difficilmente. Smise di piovere, pagato il caffe ci salutammo con una stretta di mano. Questo è quanto.

Per i neonati

Se i neonati potessero parlare direbbero: 

‘’Madre ho freddo ti prego.’’

‘’Come si torna indietro.’’

‘’Che schifo essere al mondo.’’

‘’Non amo cacarmi sotto.’’

Non parlano però. Stanno tutto il giorno a piangere, strillare e cacarsi sotto. A volte fanno dei bei sorrisi. Sempre che si riesca a distinguerne le facce, fra tutti quegli strati di lardo. Non voglio essere eccessivamente critico, dicono che risulto pesante. 

Possono anche essere simpatici: per esempio alcuni somigliano a dei gattoni. Felini teneramente ciccioni. Fino a quando non gattona, il neonato odia tutto ciò che vede. Ci sarà un motivo. 

Ridarella, risarella

Mi domando: come riesce la ridarella a far di tutta l’erba un fascio? Sul tram, in chiesa, da solo o in compagnia, se ti piglia ti piglia. Sembra di guardare attraverso specchi deformanti. Per effetto distorcente il dramma diventa commedia. In queste situazioni il comico va in cerca disperato di attenzioni: più le cose vanno male, più ci attira a lui. Scaccomatto. E dopo la morte, Majakovskij, malfatto, continuano gli altri fino a leggerti matto.

Allora

Studente, professore e assistente. Termine e nuovo avvio.

‘’Non conosco affatto la statura di Dio’’ 

Suscitavo sommessamente una risata del professore.

‘’Non faccia il simpatico, il professore non le ha chiesto questo. Chiedeva piuttosto se il movimento verso il divino si sviluppa verticalmente.’’ 

L’assistente, pienotto, pelato e sulla trentina, non aveva riso per niente. 

‘’Suvvia non si scaldi Aldo, la vita è muta senza humor’’ ci deliziò in chiusura il professore.

Bivio interno

Sono diviso a metà come una mela nel piatto. 

Da una parte il ritorno. All’inizio è in discesa, è piovuto e il terreno è fangoso. 

Scivolo col sedere a terra fino alla pianura. Mi aspetta una scalata. Devo stare attento, se cado torno giù. Che male c’è a sporcarsi, potreste pensare, lo penserei anch’io. Spero infine nella pietà d’un deus ex machina. 

Dall’altro lato la scoperta. Non vedo nulla. Una fitta boscaglia impedisce di scrutare i segreti del sentiero. Sul bosco svetta sontuosa una montagna solitaria. Il richiamo della montagna è forte come dicono. La montagna s’assottiglia salendo d’altitudine, sulla cima le rocce pungono come fioretti. 

Il problema non si pone, aprirò gli occhi prima della sveglia.

Se Pizzo si alza storto…

Se Pizzo si alza storto non ce n’è per nessuno. Grida, scalcia, arriva perfino a mordere. La colazione sul tavolo della cucina appare ostile. Quanto odio può assorbire un plumcake? Se Pizzo si alza storto di solito non ha fatto bei sogni. Dorme poco e quando dorme sogna male. Non è stato sempre così, un tempo si galleggiava. Se Pizzo si alza storto spesso torna a letto. 

Qui, steso a pancia in su, riflette con dovizia, costruisce pessimismi, sonnecchia. Rigorosamente sonnecchi senza sogni. Sveglia ogni quarto d’ora, fase rem non passerai. Mezzogiorno: lo stomaco si lamenta sotto il piumino. Controlla il sito Snai, frittatina e Vasco Rossi. Dopo le quattro giù di sigaretta. Riposino a seguire. Se Pizzo si alza storto la giornata s’inasprisce.

Fiumiciattoli

Quella notte pensavo alla crosta terrestre. Come dei rami racchiudono il nido. Un pigro alla fermata del trecentosessanta:

‘’Caro ragazzotto che ti allontani. Cosa ti attende caro mio. Volevi scoprire il mondo…ti lamentavi poco fa, ti ho sentito. Che catene, che oppressione…che matematico coglione.’’

Che strana gente vien fuori d’estate.

Nonna

Quasi un sogno:

‘’Avete sentito signore? Sua santità mi ha invitato a pranzo il trenta di gennaio!’’

La chiesa brulicava di vecchie signore alto borghesi, nonne giudicanti e velenose. Principalmente vedove e zitelle. La parrocchia stava invecchiando. Giovani non se ne vedevano da tempo. Non che la fede sia una cosa da anziani.

Per la parrocchia di San Luigi era più una questione di compagnia. L’ecumene cristiana d’altronde è questo. Il centro di tutto era Padre Giacomo. Da quando era stato trasferito, abituato com’era ai ritmi degli oratori del nord, riempiva le settimane con sette celebrazioni al giorno, sette messe al dì. 

Padre Giacomo era come un figlio per quelle madonne pensionate. 

‘’Che notizia meravigliosa padre, veda se riesce a farsi spiegare il mestiere da chi si è impegnato sul serio.’’

Una grande famiglia cristiana.

Confessione

Cos’è la sottocultura? Quale forma di comunicazione può aspirare d’essere al di sotto delle altre? Rimane un mistero per noi in superficie. 

Eppure a volte la superficie trema, si crepa: crea delle fessure. 

A noi non resta che saltare a piedi uniti, attenti a non cadere. Possiamo solo oltrepassarlo, il vuoto. Probabilmente si arriva dall’altra parte sani e salvi. Hic Rhodus, hic salta

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